Il Piper di Roma festeggia il mezzo secolo

Un simbolo degli anni ’60 ha compiuto 50 anni. Non è un gioco di parole. E’ il compleanno del Piper di Roma, celebrato lo scorso 17 febbraio. Il mezzo secolo di uno dei locali più vecchi d’Europa è stato festeggiato con un rispolvero della musica beat, abiti in tono, video d’archivio e canzoni degli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta; un evento a ingresso libero.
La storia del Piper si apre nel 1965 quando i soci Alberigo Crocetta e Giancarlo Bornigia alla serata d’ inaugurazione ingaggiano quattro capelloni inglesi “The Rokes” e cinque italiani “L’Equipe ’84”. Da allora, sul palco, è un susseguirsi di voci famose o emergenti: Mina, Fred Bongusto, Rita Pavone, i Dik Dik, Gabriella Ferri, Loredana Bertè, Mia Martini, Caterina Caselli, Rocky Roberts, Renato Zero, che lo definirà “la vera università della vita”.
A scatenarsi nelle danze ci vanno Romina Power e una certa Nicoletta Strambelli che col nome di Patty Pravo, inventato da Crocetta, diventerà “la ragazza del Piper” nel 1966; nello stesso anno Mita Medici, proprio nel locale di Via Tagliamento viene incoronata Miss Teenager Italiana. Bornigia non si accontenta di razzolare in loco e porta per la prima volta in Italia gli Who, i Pink Floyd, i Genesis, i Procol Harum e un giovanissimo Jimi Hendrix.
Il locale fa parlare di sé, detta mode, attira la “Roma bene” che ci va per ballare lo Shake, il Twist, il Rock and Roll, l’Hully Gully, in minigonna o jeans a zampa d’elefante, e ad ascoltare quel dandy di Mal dei Primitives giunto fresco d’Oltre Manica con le camicie di pizzo. E’ la fine del “ballo del mattone”. Il Piper è sempre affollato, ci vanno tutti: ragazzi, adulti, turisti. Le porte si aprono presto, così presto che i giovanissimi discotecari ci passano il pomeriggio trascurando gli studi e per tale motivo la Questura di Roma impone ai gestori di non far entrare nessuno prima delle 20.30. Venti e Trenta! Altri tempi.
Cinzia Albertoni
22 febbraio 2015