Romanzando la lobby
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Edito per Paesi Edizioni, Faccio cose vedo gente è il primo ed ultimo romanzo di Zeno Maria Pareli, nome di fantasia dell’autore. Lobbista nella vita reale, Zeno romanza alla perfezione il suo lavoro dando vita ad un libro capace di dipingere una realtà capitolina non conosciuta a molti.
Ciao Zeno, partiamo da qualche domanda di rito: sei un lobbista nella quotidianità, come nasce l’idea di scrivere questo romanzo?
Nasce sul luogo di lavoro, il posto perfetto per celebrare una storia, un racconto. Più nel particolare, nasce in vacanza, anni fa, leggendo l’ennesimo libro-saggio sul lobbying, mi sono chiesto, perché non raccontarne una storia? Siamo persone, esponiamo e viviamo (professionalmente) storie, operiamo in un ambito poco conosciuto, ma siamo un pezzo della nostra società democratica. E allora perché no? E mi sono cimentato in un romanzetto su dei lobbisti, inventando ed estrapolando quello che vivo tutti i giorni.
Nel tuo libro, i protagonisti sono due lobbisti. Nei capitoli ovviamente racconti il loro lavoro, quanto di vero c’è, oltre ovviamente la trama di fantasia, sulla realtà della lobby romana e quanto di inventato?
Il caso di lobby è totalmente inventato. Il loro lavoro e quello che racconto – in termini di attività e approccio – è reale al 100%. Mi piaceva raccontare una storia inedita e inventata, ma i protagonisti del libro utilizzano metriche, metodologie e approcci reali. Alla fine, però, anche noi lobbisti, siamo persone in carne e ossa, con le nostre fisime, i nostri vizi, le nostre debolezze e i nostri vezzi. E questo emerge.
È il tuo primo e ultimo libro, perché questa scelta?
Scrivere costa tempo, fatica, lavoro, spazio che togli ad altri/o. Avevo bisogno di farlo, per poter dire: “ok, adesso lo so” e quindi non lo rifarò. Certo, come ogni autore, siamo schiavi dei lettori e quindi…
Paesi Edizioni, come è nato il legame con questa casa editrice?
Ho trovato delle persone splendide e competenti che hanno compreso il senso di questo esperimento. Li ho conosciuti per caso e li ringrazio per questa opportunità, a partire dal mio Meccanografico preferito (lui sa), perché non era né scontato né banale pubblicare un libro di uno scrittore sconosciuto, con uno pseudonimo, quindi un salto nel buio. Grazie e bravi loro!
I due protagonisti del romanzo, Leo ed Enzo, sono alle prese con un cliente. In un capitolo chiamato “La giornata del lobbista” elenchi sette tipi di cliente, da “Lo/a special one” a “Il tecnico/esperto”, degli elencati qual è il cliente che speri di non ingaggiare nel tuo lavoro?
Bella domanda. Sarò cinico, come Enzo: “quello che paga poco”. Scherzi a parte, il nostro è un mestiere molto impegnativo dal punto di vista del tempo dedicato, del sudore, dello stress, dell’impegno profuso. Mi piace pensare che il cliente migliore sia quello che paga il giusto e chiede altrettanto. Un’utopia, in realtà, ma rimango un sognatore.
Leo ed Enzo hanno due modi diversi di affrontare il loro lavoro, in quale ti trovi di più?
A metà, un po’ qua e un po’ là. Non è un libro autobiografico, ma trovi parte di me in ciascuno dei due, anche se poi la realtà è molto lontana dall’immaginazione trasposta in un romanzo. Mi piacciono comunque entrambi e spero di essere a volte come loro.