Più vicini al paradiso: l’umanità del progresso cinese

Rinascere dalle proprie ceneri: l’alleviamento della povertà.
I terremoti sono “atti divini”. Ma le loro conseguenze scaturiscono dalle azioni degli umani.
Sono le 14:28 del 12 maggio 2008, una scossa di terremoto di magnitudo 7.9 colpisce la contea di Wenchuan, in Cina. È il secondo terremoto più forte e con il più alto numero di vittime avvenuto in Cina dal 1976.
“Wenchuan è uno dei terremoti più estremi mai misurati. Ha annientato milioni di edifici e lasciato milioni di persone senza casa. Ha traumatizzato altre decine di milioni di persone.”
Erik Nillson usa queste parole per descrivere lo scenario post-apocalittico che si apre davanti ai suoi occhi, nel primo capitolo del suo volume intitolato “Più vicini al paradiso”,edito per Anteo Edizioni.
Nillson definisce la sua esperienza come il viaggio di un nomade globale attraverso la Cina e il suo alleviamento della povertà.
Il suo libro è ben lontano dal voler essere un vero e proprio diario di viaggio, esso rappresenta un lungo report, pregno di storie di vissuto quotidiano tra la popolazione cinese.
Nillson veste i panni di osservatore critico ma equilibrato della Cina, durante la fase più significativa di ricostruzione.
Si, perché, complice l’attenzione mediatica delle imminenti Olimpiadi di Pechino 2008, il terremoto di Wenchuan, oltre ad essere stato un episodio tragico della storia cinese contemporanea, ha certamente rappresentato un punto di ripartenza.
Le aree di destinazione degli ingenti investimenti esteri e del governo cinese hanno interessato la ricostruzione delle infrastrutture, lo stanziamento di aiuti economici a supporto sociale e l’implementazione di una cultura della sicurezza sismica.
Nillson si concentra su alcune figure chiave della fase di ricostruzione di Wenchuan come l’abate Su Quan, che trasformò il tempio di Luohan in un reparto di maternità d’emergenza, oppure gli agricoltori che, non potendo coltivare mais e allevare maiali nella loro terra in rovina, decisero di aprire un resort rurale.
Nel paragrafo “Più bella di prima”, Nillson racconta del quarantenne Huang Zhuo che lasciò il suo incarico di capo all’ufficio finanziario della città di Shifang nella Provincia del Sichuan per unirsi all’Ufficio delle Risorse Territoriali, raccogliendo circa 1 milione di yuan in finanziamenti per la ricostruzione di un’autostrada.
La regione del Sichuan si è ritrovata, pochi anni dopo, a dover affrontare un altro terremoto a Ya’an, il 20 aprile del 2013. Nillson illustra come la Cina abbia dimostrato di saper sfruttare l’esperienza del 2008 per rispondere al nuovo sisma.
“La crosta del pianeta continuerà a spaccarsi, a ferire e a uccidere. Ma quando lo fa, le persone sono ora più preparate a unirsi, salvarle e guarire. Questa è la lezione di Wenchuan al mondo.”
Nella seconda parte del volume, dal titolo “Più vicini al paradiso”, Nillson è in Tibet, regione sottosviluppata, alla prese con le difficoltà di una povertà estrema e un sistema elettrico funzionante solo per poche ore al giorno.
Nel 2011, Nillson fonda il TVH, acronimo di “TibetanVolunteers for Health”, con l’obiettivo di fornire assistenza sanitaria alle comunità tibetane nelle zone più remote del Tibet, dove l’accesso ai servizi sanitari è limitato. La svolta arriva grazie all’intervento del Governo cinese.
È nelle pagine del secondo capitolo che il giornalista statunitense ci racconta di aver contribuito al installazione di pannelli solari nei villaggi dei nomadi e di aver cambiato la vita di una bambinanomande di Qinghai.
ChimeDorlma veniva chiamata “mostro” dai suoi coetanei per il suo aspetto.
“I coetanei della quattordicenne l’hanno ignorata o presa in giro prima che si sottoponesse a un intervento chirurgico alla palatoschisi e al labbro nell’estate del 2015. Davanti alla scelta di essere invisibile o essere vittima di bullismo, ha scelto l’invisibilità. Si è chiusa in sé stessa”.
Nillson porta la ragazza a Pechino e la fa operare, ChimeDorlma durante il suo viaggio in aereo di ritorno confesserà di non sentirsi più un mostro, ma “un angelo vicino al paradiso, più in alto delle nuvole”.
Nel terzo capitolo “Dalla povertà alla prosperità”, il giornalista statunitense racconta di come, durante i suoi viaggi, sia rimasto frequentemente sorpreso dall’efficacia delle soluzioni non convenzionale adottate dal governo cinese.
Un esempio è, senz’altro, quello della Beidoubay VR Town, innovativo progetto di realtà virtuale che mira a creare una “città virtuale” che simuli una zona urbana realistica.
“Era la prima volta che vedevo un approccio alla riduzione della povertà basato sulla realtà virtuale – commenta Nillson –figuriamoci una combinazione con un parco divertimenti, in particolare in un luogo in cui gli abitanti del villaggio in precedenza avevano pochi contatti con i computer.”
Paradossale ed emblematico, così come l’esempio degli agricoltori in diretta streaming nella prefettura di Ganzhou: “SisterPassionFruit” ha aiutato diversi villaggi a superare la povertà, vendendo i prodotti degli agricoltori online. Il live streaming consente agli agricoltori di tutto il Paese di coinvolgere attivamente un pubblico di potenziali clienti e il governo locale, compresa la potenzialità del progetto, fornisce piantine gratuite e guide per gli agricoltori.
È nella parte conclusiva del suo libro, che Erik Nillson, ripercorrendo il suo viaggio del 2018 lungo la cintura economica del fiume Yangtze, spiega ai suoi lettori l’essenza del grande miracolo cinese: “mi aspettavo innovazione ma trovavo anche novità e divertimento. E avevo visto come il coordinamento economico spesso riguardi letteralmente il collegamento dei puntini, cioè sulla mappa e tra i nodi di produzione. L’Immagine che crea è un ritratto a mosaico di prospettive per una prosperità ancora maggiore che possa scorrere lungo il fiume e nel mondo.”
Ma chi è Erik Nillson?
Erik Nillson è un esempio di come si può diventare protagonisti di una storia che si sceglie di raccontare.
Giornalista del China Daily, Nillson ha viaggiato attraverso tutte le giurisdizioni a livello provinciale della Cina continentale, seguendo la riduzione della povertà, i soccorsi in caso di calamità e le politiche di sviluppo del Governo fin dal 2006.
Nel 2016 è diventato, all’età di 33 anni, il più giovane straniero a vincere il China Friendship Award, massimo riconoscimento che il Governo centrale offre agli esperti stranieri per i loro contributi allo sviluppo sociale ed economico della Cina.
Da spettatore, Erik Nillson è diventato prima portavoce e poi protagonista parte integrante del progresso della Cina contemporanea.