Michele Masneri, il Paradiso tra Villaggio e Sordi
In Italia abbiamo sempre avuto la capacità, attraverso alcuni attori o registi, di rendere il retrogusto della commedia agrodolce.
Paolo Villaggio trovò la giusta formula nel suo ragionerie, Ugo Fantozzi, simbolo di quell’italiano medio, metodico, per certi versi un sognatore sconfitto nella e dalla sua quotidianità.
Tutti abbiamo sorriso vedendo Fantozzi, lo abbiamo anche deriso probabilmente ma solo alcuni ne hanno capito la vena altamente attuale e cupa del suo personaggio.
Paolo Villaggio sicuramente non ne rideva affatto.
“Quanno se scherza, bisogna esse seri”
Altro genio della comicità al vetriolo fu Alberto Sordi, capace di pennellare in alcuni suoi personaggi una comicità dai chiaroscuri caravaggeschi, per la serie “ridi ma non c’è nulla da ridere”.
Meno estremo di Villaggio ma egualmente pungente.
Masneri, nel suo Paradiso, edito per Adelphi, scatta la foto di un’alta borghesia decadente della Roma odierna.
In un luogo di villeggiatura del litorale laziale, l’autore, mescola personaggi dell’alta borghesia romana di una volta, con attori, arrampicatori sociali, influencer, registi ed aspiranti attori.
Il tempo passa tra pettegolezzi, partite a carte, pranzi e servitù, tutto si muove ma nulla si trasforma.
Un vero e proprio paradiso ma di plastica.
Nel Paradiso regna la pace baciata in fronte dalla falsità umana, regina da sempre di alcuni ambienti altolocati romani e no.
A Milano c’è un giornalista, con le sue difficoltà per arrivare a fine mese, alle prese con i pagamenti puntualmente in ritardo del suo datore di lavoro e con la speranza di firmare un contratto lavorativo: Federico.
Federico viene inviato a Roma dal suo capo per chiudere un intervista a Mario Maresca, regista Premio Oscar.
Nella capitale Federico non chiude un bel nulla ed inizia la sua Odissea, la sua ricerca ad un intervista che, a detta del suo capo, doveva essere praticamente cosa da poco ma nella realtà dei fatti diventerà una montagna enorme da scalare.
In questa ricerca dantesca, nell’inferno romano, Federico trova il suo Caronte, Barry, l’“americano a Roma”.
Barry conosce i vicoli della falsità del Paradiso, conosce Maresca, Barry conosce e sa vivere quel tipo di Roma.
Federico approda al Paradiso attraverso Barry, la ricerca di un intervista diventa un immersione in un mondo sconosciuto al giornalista, ogni personaggio diventa la casella di un puzzle che troverà la sua forma e la sua completezza a fine libro.
Il vero colpo di classe dell’autore sarà di quello di inserire un colpo di scena proprio nel finale quando tutto sembra ormai delineato Masneri capovolge il fronte e l’inferno romano di Federico prende la forma (non sappiamo se apparente o no) di un nuovo paradiso.