Eminenti eminenze grigie

L’essere eminente sovrasta per altezza, guarda dall’alto, anche con saccenza, quelli più in basso di lui. Normalmente di grado elevato, spesso, nella storia, il titolo di “eminenza” è coinciso col titolo d’onore che spetta ai cardinali, fin dall’istituzione nel 1630 per volere di papa Urbano VIII.
Nella Parigi di inizio Seicento, a un tale Clerc du Tremblay (detto le père Joseph, al secolo François Leclerc du Tremblay), confidente e consigliere del cardinale Richelieu, gli viene attribuito il titolo di éminence gris, legato a doppio filo con quell’éminence rouge rappresentata dal suo superiore, chiamato così per via del colore dell’abito talare.
È accettando che esista un eminenza rossa, pertanto, che il termine eminenza grigia prende corpo, significato. Ed è a partire da questa consapevolezza che si muove il libro “Eminenze grigie: uomini all’ombra del potere” di Lorenzo Castellani edito da Liberlibri. Dodici eminenze grigie, dodici uomini, dodici anticamere del potere indiretto. Dodici elementi con tratti umani ma che non si vedono, agiscono nell’ombra, lontano dai riflettori, misteriosi. Di loro, spesso, si conosce poco: sono esseri complessi, difficili da categorizzare, analizzare emotivamente, alcuni anche moralmente parlando.
Nel libro non si può non partire con quella proto-eminenza grigia à la francese di cui si è parlato sopra ma sono presenti anche il consigliere di Putin, il tecnocrate di Mussolini che – anche con quel lato ironico che contraddistingue spesso gli italiani – presenta il suffisso -duce nel suo cognome e l’eminenza bruna e tozza di Hitler. Ma ci sono tutte storie di cattivi “grigi” per eccellenza o, meglio, per… eminenza?
Non necessariamente: molto interessante è l’analisi di Mark Hanna, il The Wolf of Wall Street ottocentesco, personalità sicuramente controversa ma necessariamente brillante. «Hanna ha fatto in politica ciò che J.P. Morgan, Andrew Carnegie e John D. Rockefeller avevano fatto nell’industria», si legge. Un’eredità che in pochi conoscono, un lascito necessario per il funzionamento della democrazia.
Così come il dimenticato Josef Retinger, polacco, massone, politico, il quale, durante la Seconda Guerra Mondiale, fu cofondatore del Movimento europeo, che portò alla creazione dell’Unione europea. La sua storia meriterebbe un libro a parte ma il sunto che ne dà Castellani è uno dei più interessanti dell’intero lavoro, sia anche soltanto perché l’eminenza grigia è stata determinante nella formazione del gruppo segreto Bilderberg, che ha un comitato direttivo di 130 personalità che si ritrova annualmente tutt’oggi.
Quindi, sia che si debba être maître marionnettiste o to be the power behind the throne, due frasi idiomatiche che ben colgono il senso di eminenza grigia, in Eminenze grigie troviamo uno studio attento degli indiretti, radunati per l’occasione in una massa, grigia, sfumata, con quell’aura anche magica di non detto che contraddistingue le figure ottimamente dipinte da Castellani.