Artisti, pazzi e criminali: racconti sul buio esistenziale

Osvaldo Soriano, giornalista e scrittore argentino, riunisce, in un unico volume e con spirito critico, vicende dal respiro internazionale e profili di alcune fra le più enigmatiche personalità della storia argentina.
Senza rinunciare all’immancabile ironia che lo contraddistingue, Osvaldo Soriano ci racconta le atrocità e gli splendori degli anni Settanta.
Si tratta di Artisti, pazzi e criminali edito da Sur, la casa editrice indipendente specializzata in letteratura latinoamericana, che dal 2015 propone anche traduzioni di narrativa e saggistica dall’inglese.
Sedici racconti in cui i personaggi si delineano come figure contemporanee estremamente umane, spesso segnate da tragedie e contraddizioni, il cui cammino verso il successo si rivela tristemente intriso di ferocia e solitudine.
Il giovane Soriano arriva a Buenos Aires agli inizi degli anni ’70 e viene reclutato nella redazione di in un quotidiano appena sbocciato, anticonformista e radicale, L’Opinion. Proprio in questo ambiente progressista si concretizza l’universo giornalistico di Soriano, fatto di curiosità e storie incredibili che si celano nelle increspature della quotidianità. Tra i suoi personaggi preferiti troviamo i maestri del cinema muto Stanlio e Ollio (Laurel & Hardy), il politico Juan Domingo Perón, il pugile dall’animo sensibile Sonny Liston e il giovane assassino Carlos Robledo Puch. Un mondo in cui finzione e realtà si intrecciano continuamente per svelare la fortuna e la rovina dei suoi protagonisti.
Soriano delinea nettamente alcuni ritratti, alternando testimonianze a ricostruzioni biografiche, di personalità che hanno segnato mezzo secolo di cultura argentina.
Lo sguardo antropologico
Il suo stile apocrifo, oltre a sviscerare la vita criminosa del serial killer Robledo Puch o l’omicidio di Juan Ingallinella, riflette sulla feroce attrazione del pubblico per il “ciccione e il magrolino traditi dall’errore di far ridere”, Stanlio e Ollio, per poi portare alla ribalta, attraverso le sue storie rovesciate, il talento di Chaplin e la leggendaria figura di John Wayne.
Il testo più famoso, infatti, è quello dedicato a Stanlio e Ollio che indaga la zona più oscura e amara dei due comici. Descrizioni che arrivano dirette al cuore del lettore, a cui non resta che empatizzare con quelle vite ardentemente autentiche ma monche di ogni felicità. “Per ricostruire la storia di Laurel e Hardy bisogna raccontare un tempo di miseria, di ansia, di fulgore, di decadenza e di oblio. Occorre provar vergogna e rancore, sottrarsi alla tentazione della pena – quel sentimento infame -, per ricordare le frustrazioni di due uomini rozzi ma stupendi”.
Le parole di Varela, di Soffici e di Demare, invece, vengono restituite con la loro viva voce, in un lungo e scorrevole monologo, estrapolato da una lunga registrazione audio. Senza mai sopprimerne lo stile narrativo dell’intervistato.
Soriano è un cultore del racconto mitico e della redenzione monumentale di quei personaggi che, per ragioni diverse, hanno portato con sé il fardello del mal de vivre. Quella sofferenza esistenziale che li ha portati a perdersi tra i labirinti delle proprie angosce, abbandonandoli per sempre nell’angolo più buio del proprio spirito.
Soriano, acuto indagatore della realtà, ha inseguito i suoi eroi dimenticati, per evitare di trovarsi insieme a loro dinanzi alla cupa prospettiva esistenziale di quell’ombra perpetua.
Artisti, pazzi e criminali: racconti sul buio esistenziale