Nel blu dipinto di blu: Mediterraneo

Copertina semi rigida in pieno stile Iperborea, a metà tra un libro ed un magazine, Mediterraneo si apre al lettore con una scheda tecnica e la sua cartina geografica. Tremila settecento chilometri dallo Stretto di Gibilterra a ovest, fino ad est della Turchia, si espande come la chiamava Omero “la strada liquida”.
Muro d’acqua che divide il mondo arabo da quello occidentale.
Vecchio cinque virgola trentatré milioni di anni, il Mediterraneo appare invece la più nuova tra le minacce.
Scienziati, storici, antropologi, politici hanno cercato sempre di proclamare sulle sue popolazioni una comune identità…innegabile si tratti in effetti di un’unica razza meticcia. Dove finisce la mano di un popolo ne inizia immediatamente quella di un altro.
Nel quinto dei dodici capitoli firmato dal giornalista, musicista, regista e scrittore turco Zülfü Livaneri leggiamo “ Grecia e Turchia si guardano in cagnesco fin dalla guerra d’indipendenza greca di circa due secoli fa [….] ma quello che unisce i popoli è ben più profondo da quello che li separa.”
Un totale di dodici capitoli con testimonianze fotografiche, curiosità, inchieste, approfondimenti e mappe olfattive, affrontano l’impresa di spiegare cosa sia la “ mediterraneitá “ asserendo in maniera corale che altro non si tratta che di un sentimento.
The Passenger Mediterraneo cerca punti in comune coincidenze e relazioni tra questi ventidue paesi che affacciano su di esso.
Una trama comune, una storia antica, un organismo urbano destinato ad incontrarsi e riconoscerci anche solo per via olfattiva.
Le colonne della vecchia Cartagine ancora si affacciano sfrontate sul mare, su quelle coste in cui la modernità non attecchisce mai del tutto.
Con la sua bellezza eterna il Mediterraneo punta ad un Europa che ha fallito.
La mappa olfattiva scritta dalla giornalista Valentina Pigmei tocca nella sua narrazione due meravigliose terre di confine: la Spagna e il Marocco. Sul pontile di Tarifa nell’ Andalusia del sud si incontrano due mari: uno è il verde e placido mediterraneo, l’ altro è il potente, azzurro, freddo e dai profondi fondali, l’oceano Atlantico.
Lo scontro dei due mari è visibile e gli odori si mescolano assieme ai colori.
Spaccandosi prima in un’onda bianca.
Poi il verde entra nel Blue, che più forte lo domina.
Leggendo il suo racconto ho potuto ricordare perfettamente quella sensazione che provai anche io in quel esatto luogo.
In fondo il Mediterraneo altro non è che una storia di terre di confine di odori che si mescolano, dello stesso liquore al sambuco chiamato in modo differente in decine di paesi ma il cui odore è sempre stesso.
Mediterraneo di Iperborea non è una guida che traccia le vie da percorrere al viaggiatore, è più un racconto di un popolo, la storia di una storia, un libro da sfogliare sotto le note di: “Stelle sull’Egeo” di Giancarlo Bigazzi e Marco Falagiani.
È un reportage corale di cuore.
Un pomeriggio al tramonto su una spiaggia di Tarifa, un ragazzo di zona raccontava al suo migliore amico di come il sole in Marocco fosse più caldo e il cibo più buono e la vita meno cara. L’ amico, spagnolo anch’egli, appena tornato dalla Turchia e parlando di quanto fosse un regalo per gli occhi l’entrata ad Istanbul tramite il Bosforo, rispose che si sentiva turco ormai dal suo ritorno. E che per niente al mondo a breve non avrebbe nuovamente raggiunto ancora la Turchia.
Ma ascoltava con piacere l’idea di ripartire per la nuova meta propostagli…meta che poteva vedere da seduto su quella spiaggia.
Al tramonto di quello stesso sole l’amico avendo sentito parlare così tanto di Tangeri era pronto per il nuovo viaggio.
Era già marocchino.