Amore e cinema in One Second

One Second è un film storico-drammatico cinese diretto da Zhang Yimou, che parla di un uomo in fuga da una fattoria durante la Rivoluzione Culturale.
Osteggiato dalla censura cinese, One Second era stato selezionato in concorso al Festival di Berlino 2019 ma poi improvvisamente ritirato per motivi tecnici.
Da quel momento Zhang Yimou ha lavorato due anni per aggiustarlo, rigirando alcune scene e tagliando alcuni passaggi scomodi, per poi vederlo finalmente uscire in sala in Cina (9 dicembre 2021).

La visione del film è consigliata in lingua originale, in italiano perde tutta la sua magia e la sua autenticità, come se diventasse piatto e snaturato.
In un ambiente teatrale e cupo si sussegue un’unica vicenda che vede Zhang e Liu percorrere grandi distese di territorio, che fanno parte di un deserto arido e inospitale.
L’inizio, che ricorda vagamente i film muti di Charlie Chaplin, mette in scena i due personaggi mentre si contendono una pellicola rubata in un continuo rimbalzo di padrone.
Zhang è un padre che cerca disperatemene di rivedere sua figlia, ormai lontana da anni, nel cinegiornale contenuto ad inizio pellicola; Liu, invece, è una ragazzina orfana che tenta di procurarsi una pellicola per riparare il paralume di una lampada in prestito, che il fratellino ha rotto.

Un omaggio all’amore
Il regista racconta due storie attraversate da uno stesso fil rouge: l’amore.
Entrambi i protagonisti sono spinti da un amore puro verso i propri familiari e si contendono l’oggetto che può portarli a soddisfare il loro sentimento, la pellicola.
L’attaccamento di un padre verso sua figlia è così forte da fargli guardare in modo compulsivo il secondo, l’istante che racchiude un fotogramma in cui è presente la sua bambina.
Zhang rivede il cinegiornale in modo ripetitivo, non riesce a staccarsi dal suo affetto anche se quest’ultimo rimarrà, purtroppo, solo un ricordo lontano.

Liu dall’altra parte, si prende cura di suo fratello ed è la sola a farlo, perché i suoi genitori non ci sono e non ha una famiglia.
Fa di tutto per rendere serena la vita del bambino ma è anche lei una bambina, forse maturata un po’ troppo in fretta.
Il motore del film è quindi la devozione emotiva che muove i personaggi a compiere qualsiasi atto pur di non vedere sgretolarsi, davanti agli occhi, quel che rimane delle loro famiglie.
La catarsi del cinema
In One second è centrale anche il tema del cinema, che diventa un terzo protagonista, come accade in Nuovo cinema paradiso.
Qui al posto di Alfredo troviamo il Signor Cinema, ossia il proiezionista che viene considerato da tutti come un illusionista, capace di azionare veri e propri sogni ad occhi aperti.
I film sono una grande attrazione per le persone che vivono nella Cina di Mao, sono un momento di svago e di ritrovo.
In una realtà grigia e limitata nella libertà diventano un modo per evadere, per riappropriarsi dei desideri e delle aspirazioni soppresse.
Il cinema rappresenta, in quegli anni, un catalizzatore e aggregatore sociale, ma soprattutto uno strumento di propaganda politica per lo stato.

Come lo si deduce dal film proiettato a cui tutti assistono lobotomizzati, dal titolo Heroic Sons and Daughters, in cui i soldai raffigurati cantano con pathos “Muori da eroe”.
Non viene mostrato tanto l’agire del movimento rivoluzionario maoista, quanto le difficoltà dei rapporti tra le persone, obbligate a vivere separate tra diversi distretti e ad assecondare il partito.
Nonostante le tematiche interessanti il film risulta sbiadito, vago e poco appassionante, non mette a fuoco nessuna delle questioni citate.
Poteva dare di più visto il periodo storico in cui è ambientato e sicuramente poteva approfondire l’animo umano con più intensità.
In ogni caso sarà nelle sale italiane a partire dal 16 dicembre 2021. Gli darete una possibilità?
Amore e cinema in One Second