Renzi: “Bisogna togliere l’Italia ai soliti noti”
«Dobbiamo togliere il paese dalle mani dei soliti noti, coloro i quali vanno in tutti i salotti buoni a concludere gli affari di un capitalismo di relazione ormai trito e ritrito. Questa è la rivoluzione culturale che serve all’Italia. È necessario aprire le finestre e fare entrare aria nuova». Sono queste le parole del premier Matteo Renzi, pronunciate in occasione di un’intervista concessa al settimanale “Tempi”, di cui sono state diffuse alcune anticipazioni.
Il Premier ha toccato diverse questioni calde, come quella dei “famosi” 80 euro: «Vedo che ancora c’è chi ritiene che gli 80 euro mensili e per sempre a 11 milioni di persone non siano utili. Così come chi dice che tagliare l’Irap del 10 per cento alle imprese è troppo poco. Il solito vizio italiano. Certo, si può sempre fare di più, ma noi siamo i primi ad aver fatto il più imponente taglio strutturale delle tasse e la più grande operazione di redistribuzione della ricchezza, che sarà confermata, e spero allargata, anche negli anni a venire».
Renzi ha poi confermato l’impegno dell’Italia a mantenere i propri conti in linea con i dettami europei: «Noi manteniamo l’obiettivo del 3 per cento. E ciò accadrà anche se altri fossero costretti ad allontanarvisi. Tutto il resto mi pare forzato e prematuro. Quando poi sento parlare di aiuto esterno mi viene da ridere. L’Italia dà all’Europa più soldi di quelli che l’Europa dà all’Italia».
E sul futuro ruolo italiano all’interno dell’Ue: «Ci vuole lo spirito del maratoneta. Chiarezza sull’obiettivo finale e passo dopo passo si va avanti a viso aperto. Alla fine di questo percorso sono certo che l’Italia, grazie alle straordinarie qualità dei suoi cittadini, tornerà ad essere la guida, non il problema, dell’Europa».
Infine, il Presidente del Consiglio si è concentrato su un altro importante nodo da sciogliere, la riforma della scuola: «Sulla scuola stiamo lavorando, in maniera seria, con il ministro Giannini. Il 29 agosto presenteremo una riforma complessiva che, al contrario di altre occasioni, intende andare in direzione dei ragazzi, delle famiglie e del personale docente, che è la negletta spina dorsale del nostro sistema educativo». Secondo Renzi, l’istruzione non può essere considerata un problema, ma «un asset strategico del nostro Paese, che va valorizzato e messo in sicurezza. In ogni caso – ha aggiunto – la sfida educativa è la mia priorità. Tra dieci anni l’Italia non sarà come l’avranno fatta i funzionari degli uffici delle banche o i politici di Montecitorio; l’Italia sarà come l’avranno fatta le maestre, i maestri, gli insegnanti».
Giuseppe Ferrara
23 agosto 2014