L’Italia ha un nuovo governo. Renzi e i ministri giurano davanti a Napolitano

“Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costitizione le leggi e di esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della nazione”. La formula prevista dalla cerimonia era stata preceduta in mattinata dalla velocità dei tweet con cui il neo premier aveva scritto: “Grazie per i messaggi. Compito tosto e difficile. Ma siamo l’Italia, ce la faremo. Un impegno: rimanere noi stessi, liberi e semplici”.
Poi alle 11 e 35 il governo formato ieri da Matteo Renzi ha giurato davanti al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Assente il ministro dell’Economia, che sarà di rientro da Sidney soltanto domattina.
Facce sorridenti e clima sereno. Molti i ministri arrivati al Colle con le famiglie, come lo stesso Matteo Renzi, accompagnato dai figli e dalla moglie Agnese Landini, che ha già annunciato di rimanere a Firenze “per far attutire il colpo del cambiamento ai bambini”.
Una formazione di governo nuova, tranne i tre del nuovo centro destra con Angelino Alfano agli Interni, Maurizio Lupi alle Infrastrutture e Beatrice Lorenzin alla Salute. Non nuovo anche Andrea Orlando, magistrato a cui va il Ministero della Giustizia, ma che nel governo Letta aveva ricoperto la carica di ministro dell’Ambiente.
In merito alla scelta di mettere Orlando alla giustizia si fanno avanti alcune polemiche, in quanto per prassi i magistrati nel pieno delle proprie funzioni (come Orlando) non dovrebbero andare in via Arenula.
L’altra polemica che va avanti in queste ore riguarda l’ex ministro degli esteri Emma Bonino che irritata ha dichiarato: “non mi hanno nemmeno chiamato, ma oggi ringrazierò comunque tutti quelli che mi hanno sostenuta”.
Subito dopo il giuramento i ministri si sono recati a Palazzo Chigi per assistere alla cerimonia del passaggio di testimone, il classico passaggio della campanella, tra Enrico Letta e Matteo Renzi. Poi subito a lavoro –come aveva annunciato ieri lo stesso Renzi- per il primo consiglio dei ministri.
I primi commenti sono stati quelli di Stefano Fassina: “Buon lavoro al Governo Renzi – commenta – la sfida è ambiziosa per tutti e tutti saremo impegnati. Tuttavia, il salto di qualità atteso rispetto al governo Letta è difficile da riconoscere”. Nutro –dice Fassina- “grande preoccupazione” soprattutto “per la scuola pubblica e per lo sviluppo economico”, affidati a Stefania Giannini (Scelta civica) e Federica Guidi, ex presidente dei giovani di Confindustria.
Anche secondo Niki Vendola non c’è nessun salto di qualità rispetto al precedente governo: “Immaginavamo di essere stupiti da ciò in cui Renzi è maestro: gli effetti speciali. Ma non ci sono. Sono impressionato, tanto rumore per nulla: la montagna ha partorito il topolino. C’è, invece, un tratto – e nel dirlo non c’è in me prevalente il giudizio sui singoli – legato alla natura compromissoria e mediocre del governo, sul deficit clamoroso di proposta politica”.
Ironico e pungente il commento di Pippo Civati “Non sapevo nulla della nomina del ministro Lanzetta. Renzi si dimostra molto disinvolto, ma non è una novità. Del resto, è il suo metodo, già sperimentato. Maria Carmela Lanzetta aveva votato contro il governo in direzione nazionale. Ora entra nel nuovo esecutivo come ministro. Le faccio gli auguri, ma non ne sapevo nulla. Né da Renzi né da lei. Nessuno – aggiunge Civati sul suo blog – ha ovviamente inteso avvisare me o i componenti della delegazione ‘civatiana’ in direzione nazionale. Renzi sta facendo di tutto per farsi votare contro. P.S.: Per il resto, non sapevo che dopo Gianni ed Enrico ci fosse anche un Matteo Letta. Il rimpasto – conclude citando Renzi – mi fa venire le bolle”.
Sempre ironico ma con di altri toni è il commento di Daniela Santanchè che scrive su Twitter: “Ncd: non cedono divani: Alfano sdraiato all’Interno Lorenzin sdraiata alla sanità, Lupi sdraiato alle infrastrutture”.
Da Forza Italia parla il capogruppo alla Camera, Renato Brunetta: “Nessun giudizio, aspettiamosolamente il governo alla prova dei fatti – dice. Noi saremo all’opposizione, ma seremo pronti a votare insieme la nuova legge elettorale e le riforme costituzionali. Per il resto valuteremo di volta in volta, dalla parte degli italiani”.
di Luigi Carnevale
22 febbraio 2014