Crollo a Firenze, un bilancio disastroso: omicidio plurimo e sicurezza sul lavoro
Un resoconto catastrofico scaturito dalla costruzione del supermercato Esselunga a Firenze che, nella giornata del 16 febbraio, ha visto il crollo del cantiere. Le ipotesi del cedimento sono ancora sconosciute, per quanto siano state presentate supposizioni riguardanti travi e piloni, piuttosto la verità è da ricercare all’interno della stessa progettazione degli ingegneri e nelle misurazioni attuate nel cantiere. Le indagini proseguiranno per poter comprendere quali sviste tecniche abbiano comportato una tale tragedia.
Sono quattro le salme recuperate e si procede con la ricerca del quinto, per ora disperso, Bouzekri Rachimi, 56enne di origine marocchina, nonostante le difficoltà per i vigili del fuoco visti i timori di un nuovo cedimento. Anche altri tre magrebini come lui, come Mohamed Toukabri, tunisino di 54 anni, Mohamed El Ferhane 24 anni e Taoufik Haidar, 45 anni, entrambi connazionali marocchini; l’ultima vittima è l’autotrasportatore Luigi Coclite. Uno scenario straziante che ha visto l’inizio di indagini per il non possesso di documenti regolari per i lavoratori, motivo per cui si ipotizza che questi non detenessero permessi di soggiorno, ma anche il delinearsi di un’inchiesta per omicidio plurimo.
Abolizione del settore “Prevenzione e Sicurezza” e subappalto a cascata: un risparmio e un intervento di poca tutela
Una situazione compromessa quella della Toscana che nel 2017 andò ad abolire il settore “Prevenzione e Sicurezza sul lavoro” su decisione della giunta regionale PD, facendo confluire, così, le varie competenze nel settore della veterinaria, dell’igiene pubblica e dei vaccini, un reparto definito in maniera generica come di “Prevenzione collettiva”. L’erogazione di una sfera d’azione unica genera, inoltre, un taglio di risorse e di personale, per cui degradazione e depotenziamento della manodopera sono all’ordine del giorno, non contrastando incidenti e infortuni sul lavoro, ma incentivandoli. Una decisione presa dall’allora Presidente della giunta Enrico Rossi, ma oggi non ancora messa in discussione dall’attuale Presidente della regione Toscana Eugenio Giani, che, invece, nega che sia mai avvenuto tale accorpamento di competenze in unico settore di riferimento.
Un provvedimento, però, attuato, che ha provocato una mescolanza di abilità, non agendo positivamente sulla sicurezza sul lavoro, piuttosto comportando semplicemente un risparmio.
Una condizione che è andata peggiorando con la reintroduzione del subappalto a cascata voluto dal Governo Meloni e che è stato definito da Laura Scalia, responsabile della CGIL, come un meccanismo che “porta alla formazione di cooperative cosiddette spurie, formate esclusivamente per l’ottenimento di un subappalto”. Il ripristino di tale iniziativa potrebbe anche condurre alla noncuranza di questioni di base come anche la semplice traduzione della normativa sulla sicurezza, aggravando ulteriormente una situazione già alquanto precaria.
In attesa di modifiche giuridiche: l’intervento di Marina Calderone
Il Ministro del Lavoro, Marina Calderone, si è recata a Firenze in seguito all’accaduto e ha evidenziato le sue intenzioni nel voler proporre l’inserimento della voce “omicidio sul lavoro” nel Codice penale.
“Noi valutiamo tutto quello che serve per rendere ancora più incisiva l’azione nei confronti del contrasto a quelle che sono le forme di irregolarità nella gestione dei rapporti di lavoro. Noi abbiamo già una normativa che prevede un sistema di sanzioni che attengono anche alla fattispecie dell’omicidio colposo, dell’omicidio colposo plurimo, ma in questo caso, se sul tema della sicurezza è necessaria anche un’ulteriore riflessione, noi non abbiamo assolutamente una preclusione, però bisogna anche tener conto che uno dei temi che resta sullo sfondo è quello della prevenzione e soprattutto della sicurezza”, le parole di Marina Calderone.
La sicurezza sul lavoro nelle aule
Una vicenda che segna ulteriormente l’importanza e l’incisività di una normativa che non viene insegnata nelle scuole, ma che deve essere necessariamente inserita. Questo è il pensiero del Ministro del Lavoro, che ritiene che non ci si debba sottrarre ad un tragico evento come questo, ma affrontarlo, impartendo ai giovani nozioni concernenti tale disciplina. Non si tratta di uno strumento di contrapposizione politica, ma del bisogno di instaurare un dialogo che consenta, poi, a tutti di operare nel migliore dei modi.