Intervista a Giulio Voce: “Il vostro cantautore di quartiere preferito”
Giulio Voce, cantautore romano in ascesa. Lo abbiamo intervistato per conoscere più a fondo la sua musica: lo scorso marzo è uscito il nuovo Ep “Terra Bruciata”.
Oggi vi parliamo di Giulio Voce, un cantautore emergente romano, parte dal suo quartiere, una chitarra e si fa musica. L’animo da cantautore non manca, le canzoni nemmeno: è uscito lo scorso marzo il suo nuovo EP Terra Bruciata, cinque nuove tracce per fare passo avanti nella musica italiana.
Ha già collaborato con alcuni nomi navigati del settore come Vittorio Giannelli (Nek, Il Volo e molti altri), Matteo Pezzolet (Niccolò Fabi, Alex Britti) e Paolo Fabbrocino (Simone Cristicchi, CiaoRino). E sono tante le partecipazioni a festival di musical in cui Giulio è arrivato: Sanremo Giovani, Il Cantagiro, Musicultura, Musiche Festival, La Notte Bianca del X Municipio di Roma, Assisi OveRock, Cave in Rock, MarteLive e altri.
Lo abbiamo ascoltato e apprezzato molto, per questo, vogliamo raccontarvi di Giulio Voce direttamente dalle sue parole, definito dal pubblico “il-vostro-cantautore-di-quartiere-preferito”. Ecco la nostra intervista.
Ciao Giulio,
ti presenti come il-vostro-cantautore-di-quartiere-preferito, raccontaci di questa “nomina”.
Ciao Marco e un saluto a tutti i lettori di 2duerighe.
E’ nata molto spontaneamente, quasi per scherzo, non ricordo neanche esattamente come durante uno dei tanti concerti..qualcuno mi ha “affibbiato” questa cosa del cantautore di quartiere come se fosse uno “status symbol”, come se volesse in un qualche modo identificarmi in uno dei tanti personaggi oserei dire “romanzati” che albergano nei quartieri di Roma. Come se fossi il cantastorie…e in effetti lo sono, del mio quartiere e non solo. Mi piaceva l’idea che nei quartieri della città, si trovassero appunto tante storie interessanti , che lo caratterizzavano.
E’ da Roma che partono le tue canzoni?
Forse è un po’ riduttivo. Sicuramente essendo la mia città e vivendoci mi influenza in positivo e in negativo , nel quotidiano. Ma ad esempio, nel primo album ho dedicato una canzone alla Maga Circe (Il volto della maga, da cui tratto un videoclip uscito per Vevo).
Mi influenza , come tutti penso, il vissuto in generale. Dal reale all’introspezione. In realtà sono molto legato al mare, penso che questo si avverte nelle canzoni, sia per le mie origini calabresi sia per l’influenza che suscita su di me il Circeo dove spesso mi reco. Mi piace questa dualità delle canzoni che provengono dagli istinti “più bassì” del caos cittadino e da quelle che nascono da unìispirazione quasi più mistica nel luoghi lontani dalla città.
I tuoi brani sono ricchi di influenze tra il cantautorato e il rock, da dove nasce la passione per questi due grandi universi musicali?
Ho cominciato a fare musica da quando avevo 12 anni, grazie al punk rock. Poi ovviamente c’è stata un’evoluzione musicale, la scoperta dei vecchi vinili di mio papà è stata fondamentale. Iniziare ad ascoltare tutto il rock classico, quello moderno ecc. Contemporaneamente ho iniziato a desiderare qualcosa che andasse al di la del semplice ascolto musicale, qualcosa che andava a toccare le corde più nascoste del profondo e avvicinarmi a cantautori quali De Andrè o Guccini è stato consequenziale. Queste varie influenze, volente o nolente me le sono portate sempre con me e mi hanno influenzato nel modo di scrivere e comporre.
E’ arrivato da poco “Terra Bruciata”, vede la collaborazione di Vittorio Giannelli (Nek, Il Volo e molti altri), Matteo Pezzolet (Niccolò Fabi, Alex Britti) e Paolo Fabbrocino (Simone Cristicchi, CiaoRino), come avete lavorato alla realizzazione?
E’ stata un’esperienza fantastica. Vittorio oltre a essere stato il produttore artistico è stato il mio primo maestro di chitarra quando avevo 12 anni. Poi ci siamo persi di vista e quasi molto casualmente ci siamo incontrati un annetto fa, tramite musicisti in comune. Lui si è interessato ad alcuni brani nuovi che avevo in lavorazioni e molto naturalmente è nata l’idea di collaborare insieme. Abbiamo iniziato ad arrangiare i brani insieme io e lui e poi abbiamo concluso il tutto con le registrazioni in studio, chiamando dei grandi musicisti che hanno completato l’opera. Sono tutti dei grandi professionisti, ma il bello è che in studio abbiamo creato un sanissimo clima di cazzeggio che ha portato alla naturalezza e al divertimento nel lavoro che abbiamo fatto.
Lo definisci “un album ad alto tasso di cantabilità”, in che senso?
Inteso, probabilmente, che le canzoni sono abbastanza orecchiabili e mi capita spesso a fine concerto che il pubblico mi dice che quel ritornello o quell’altro gli sono entrati in testa , che la canzone era molto orecchiabile ecc. Mi piace l’idea di trasmettere qualcosa che abbia contenuti, anche profondi, ma senza necessariamente dover essere di difficile ascolto. Oppure camuffare con una melodia, un arrangiamento molto solare, qualcosa che sotto sotto nasconde una critica, un disagio, una riflessione o semplicemente un’incazzatura.
Sono cinque tracce, ancora molto presente Roma, cosa troviamo in questi brani?
Ci sono delle storie in cui ci si può ritrovare chiunque. Basti pensare al “barista”, canzone che nasce in maniera ironica, come denuncia sullo status di tanti studenti italiani, costretti una volta laureati a fare altro per sbarcare il lunario o ad emigrare all’estero. Il tutto sempre affrontato in maniera apparentemente molto leggera. Ci sono storie di mare e di città, riflessioni, insonnie, critiche a tanti ambienti, ad esempio quello musicale romano (5 di mattina), storie di flirt quotidiani (sguardo proibito) e ovviamente Terra Bruciata che è un po’ la sintesi. Un mix tra autoironia, cazzeggio e denuncia.
Qual è il tipo di cantautore che vorresti diventare?
Vorrei continuare a fare quello che sto facendo, cercando di crescere di canzone in canzone. Mi piace sperimentare, provare nuove strade, senza mai tradire quello che sono o che sento. Vorrei arrivare alle persone in maniera genuina e sincera, che è quello che poi penso mi riesca meglio, visto che la maggior parte del pubblico apprezza moltissimo i live dove puoi sentire i brani cosi, nudi e crudi, sudati.
Il nome di un artista che ti ha influenzato maggiormente e perchè.
Ovviamente ce ne sono tantissimi, cantautori e non. Se ne devo trovare uno ti dico Francesco Guccini. Per me uno dei mostri sacri. Trovo che Guccini sia un cantautore ma abbia un approccio molto rock come attitudine. Mi piace il dualismo tra canzoni di “pancia” e poesie in musica. Riesce ad esprimere dei sentimenti, che delle volte dico….ah ecco…questo lo avrei voluto scrivere io…ecco come mi sento in questo momento. E’ geniale, è beone, è romantico. Ho avuto il piacere di vederlo diverse volte dal vivo ed è stata sempre una grande emozione.
Hai partecipato a numerosi festival e competizioni musicali, quale idea ti sei fatto della musica emergente in Italia?
Eh bella domanda…Ultimamente se non esci da un talent o cose di questo tipo è davvero difficile emergere, soprattutto per un cantautore. In un’epoca in cui il rap va per la maggiore, l’indie pop va negli ambienti alternativi, il cantautore è una figura un po’ di mezzo…direi quasi che sta li..al di là del tempo e dello spazio. Personalmente non amo (per usare un eufemismo) la proposta italiana che ci viene propinata tutti i giorni. Ma del resto questo è. A noi non resta altro che rimboccarci le maniche e continuare quello che ci piace fare …”far canzoni e bere vino” per citare Guccini appunto. E come va va.
Dopo il tuo album, hai in progetto una tournée e dei live? Come li affronti e cosa sentiremo dal vivo?
Si certamente. Ovviamente è la cosa che amo di più del mio “lavoro”. Il live è la massima espressione, è come mettersi a nudo. E il teatro dove poter mettere in scena la propria vita, tramite quello che hai scritto una notte che non riuscivi a dormire , tramite un’espressione facciale, un gesto, un urlo. E’ passione e il contatto con il pubblico è fantastico. E’ uno dei motivi per cui continuo a fare il cantautore nonostante le mille difficoltà. Ho già presentato “Terra Bruciata” in contesti anche importanti come il festival “Lievito” a Latina con artisti come Calcutta, Neri Marcorè o la Guzzanti. Abbiamo fatto e ci saranno una serie di concerti in giro per l’Italia, tra le piazze del sud Italia, festival e locali. Mi godrò pèrciò l’estate cosi. Spero di vedervi in giro, a un mio concerto . Un saluto a tutti!
GIULIO VOCE – IL VOLTO DELLA MAGA