Intervista a Graham Candy, il successo di “Back into it” e la sindrome dei papaveri alti

Camicia a fiori, capelli spettinati, un sorriso contagioso, è Graham Candy, 25 anni, neozelandese, lo incontriamo il giorno d’uscita del suo primo album in studio: Plan A.
Sto cercano di trattenermi dal saltare di qua e di là dalla gioia! Ora inizia la parte più divertente del lavoro. Ho cercato di non crearmi troppe aspettative, è un album che non si può inscrivere in un genere, a chi piacerà è una cosa che non possiamo sapere. Ora il baby (così chiama il disco) è uscito, vediamo dove ci porterà.
Graham Candy è uno che non ha piani di riserva, fin da bambino il solo sogno è stato quello di vivere di musica. Dal 2013, dopo essere stato notato in un pub di Auckland dal suo futuro manager, parte per Berlino dove il successo non si fa attendere: si chiama “She moves” la canzone con Alle Farben, disco d’oro in Germania che scala fino in vetta alle classifiche europee.
La copertina dell’album se spiegata diventa un lunghissimo poster che raffigura un torciglio di mille oggetti come orologi (ci confessa di odiare il tempo), vulcani in eruzione, piante, chitarre e mongolfiere.
Fin dall’inizio mi sono chiesto a che tipo di immagine potesse essere associato questo disco. Dentro sono contenuti molti aspetti di me: il me in Nuova Zelanda, me a Berlino, me incazzato e anche il me ballerino. Il disegno ha richiesto moltissimo tempo ma ci tenevo a dare qualcosa di fisico a chi comprerà l’album, come una sorta di dono, una piccola opera d’arte che si possa toccare.
Il singolo di lancio del disco è “Back into it”, co-prodotto da Kenneth Harris, chitarrista dei Panic!At the Disco. La canzone è un inno al lavorare sodo per raggiungere i propri obiettivi.
A me non serve un piano B, tutto quello che voglio è realizzare il piano A. A scuola non andavo a lezione e più volte sono stato ripreso da insegnanti ma io rispondevo che quelle cose non mi servivano per realizzare il mio sogno. È stato il preside stesso a mandarmi a New York in una scuola di musical. Questo lavoro è anche un grazie a lui e un f**k you a chi non mi credeva.
Oggi Graham è un esempio per tanti giovani connazionali che devono combattere contro la sindrome dei papaveri alti.
In Nuova Zelanda abbiamo la cosiddetta “tall poppy syndrome”: i papaveri del campo cercano di tirare in basso quelli più alti per portarli al loro livello ed impedirgli di distinguersi. Ciononostante le cose stanno cambiando sia nella musica che nello sport, ma non bisogna mai dimenticare che il talento da solo non serve a nulla senza la tenacia.
Da quando vivo a Berlino sono molto più concentrato, posso dire di aver lasciato a casa il ragazzo ed essere diventato un uomo.
Il salto da un paese in mezzo al Pacifico alla vecchia Europa è stato enorme, non appena sceso dall’aereo ci racconta di aver iniziato a respirare la musica e la cultura europea.
A Berlino ho cominciato ad ascoltare la techno, sono stato per la prima volta in un techno club (e deve essergli piaciuto visto che ancora oggi vice a Friedrichshain). A casa pensavo si trattasse solo di cliccare qualche bottone, è stata una rivelazione.
Ma se la Germania è diventata la sua seconda casa, l’amore per l’Italia ha radici nella sua infanzia.
Da bambino dicevo alla gente di essere il nipote di un signore italiano di nome Salvatore che aveva un ristorante sulla spiaggia. Mi piaceva far credere alla gente che fossi italiano! Amo la cultura e le persone, gli italiani sembra ti accolgano sempre con un grande abbraccio generale. Sto spingendo il mio manager ad organizzare più concerti possibile nel vostro paese.
Graham Candy ha una voce facilmente riconoscibile capace di raggiungere note molto alte, ma non lo è altrettanto il suo genere che non vuole etichettare in alcun modo.
Ho una voce facile da identificare ma mi è già capitato di essere confuso con Asaf Avidan! La cosa che non mi piace è la gente che cerca sempre di metterti in una scatola, penso che la vita sia troppo breve per perdere tempo ad etichettare tutto.
Graham Candy sarà in tour in Europa fino a fine 2016.
Ho un sacco di idee in mente per dopo tra cui scrivere un musical e anche un altro album. Esco da una delusione d’amore, è stata una cosa incredibile e coinvolgente che mi ha lasciato moltissimo materiale da elaborare.
Il cantante neozelandese sarà il 3 giugno al Kimm di Merano per la rassegna Unloadsounds e il 19 ottobre alla Salumeria della Musica di Milano.
I live saranno in due parti, la prima parte con la band e la seconda in versione acustica, solo io e la chitarra. Voglio portare la mia stanza sul palco e ricreare un’atmosfera intima che mi porti ad un contatto vero con il pubblico.