Francesco Bianconi compie gli anni. Auguri al frontman dei Baustelle
Il 25 maggio è il compleanno di Francesco Bianconi, scrivere di lui moderatamente e senza eccessivi panegirici sarà complicato perché, a nostro avviso, è indubbiamente uno dei migliori artisti del panorama italiano da ormai quasi vent’anni. Figura eclettica, fine compositore, attento osservatore e narratore della nostra società, è stato in grado di indagare lati oscuri e al tempo stesso languidi e malinconici con testi sempre intensi e toccanti.
Dal 2000, anno di debutto dei Baustelle, ha realizzato una serie di capolavori discografici. Opere concettuali e innovative che a pieno diritto occupano il posto che spetta a una musica dal gusto – concedeteci il termine squisitamente letterario – “decadente”.
Chi ascolta Francesco Bianconi, avrà di certo notato una sua somiglianza metaforica con un Edgar Allan Poe 2.0, o ancor meglio, un Baudelaire del 2000. Se L’amore e la violenza, titolo della penultima opera della band, riassume in un’apparente e fallace antitesi l’universo di Bianconi stesso, l’ultimo capolavoro – Elvis – ha un sound tutto nuovo per testi marcatamente caratteristici. Da qui vogliamo partire, con un breve viaggio a ritroso nel tempo, per tornare agli albori della sua musica e ringraziarlo.
Contro il mondo, Elvis, 2023
Atteso per più di sei anni, il nuovo album dei Baustelle si annuncia così, con un singolo che, malgrado tutto, inneggia alla vita che disprezziamo. Il fallimento di chi aveva giurato di restare uguale e non cambiare mai.
Betty, L’amore e la violenza, 2017
Il ritratto di una disperazione senza tregua, occultata da sorrisi e da una normale quotidianità, il preludio al folle gesto del suicidio non è mai plateale. L’incomunicabilità è fatta anche di lunghi discorsi vuoti, Betty lo sa e gioca con l’amore e la violenza, fino all’epilogo.
Che cos’è la vita senza
Una dose di qualcosa
Una dipendenza
Radioattività, Fantasma, 2013
Forse l’album di minor successo, ma allo stesso tempo l’opera più organica e monografica che sia stata realizzata dal cantautore toscano, l’ascolto dovrebbe avvenire rigorosamente dalla prima all’ultima canzone, come la dinamica del vinile impone, solo per questa volta skippiamo a Radioattività per perderci nel suo spazio siderale.
Bisogna avere fede
Esplorare ogni spazio siderale
Abolire l’aldilà
Così ti stringo forte, grido amore
Cerco il bene nell’orrore
E l’eterno nell’età.
Il sottoscritto, I mistici dell’Occidente, 2010
Il lustro 2005/2010 è stato costellato di grandi successi. Non più di tre anni da un album all’altro e abbiamo avuto: Un romantico a Milano, La guerra è finita, Charlie fa surf, Le rane, e davvero potrei continuare fino a esaurire la discografia. Ma tra storie di provinciali, spietati banditi e donne vampiro, c’è una traccia che proprio non vuole restare nel cassetto. Meno conosciuta, forse per la sua natura intima e confessionale, è la storia di un anti-eroe, il nostro io perdente che nella sua auto-narrazione raggiunge vette patetiche e commoventi.
Cin Cin, La moda del lento, 2003
Anche se La moda del lento andrebbe definito come l’album maggiormente sperimentale, più tendente a un elettro pop in seguito abbandonato – si pensi ad Arriva lo ye-ye – è con questo Cin Cin, da lui scritto ormai più di 15 anni fa che vogliamo salutare e ringraziare Francesco per tutta la musica che ci ha regalato. Per averci fatto piangere e commuovere, ma anche ballare e ridere, ricordandoci che la musica creata così, è un gesto rivoluzionario pieno di amore e (non) violenza.
Alla nostra grazia nello scrivere
Versi senza forza al non vivere
Al nostro per sempre e ai nostri mai.
Salute e auguri di cuore!