Cari fottutissimi The Zen Circus
The Zen Circus e i loro fottutissimi amici
Ad averne, di fottutissimi amici, del calibro delle personalità musicali che hanno impreziosito il nuovo album del gruppo The Zen Circus: dieci artisti per dieci brani che rispecchiano le trasversali e multiformi personalità di queste collaborazioni eclettiche, ma che mantengono l’originale marchio di fabbrica dell’immortale gruppo di origini toscane. Cari fottutissimi amici è uscito da pochi giorni (il 27 maggio 2022, ndr): questo il titolo della nuova opera musicale, che peraltro sembra ispirarsi direttamente all’omonimo film di Mario Monicelli del 1994, e che conserva il taglio punk rock alternativo, caro agli Zen Circus, senza rinunciare a qualche moderna incursione nelle atmosfere pop (forse le meno convincenti) e indie.
Solo per citare alcuni dei prestigiosi nomi che hanno accompagnato in ogni traccia l’inconfondibile voce di Andrea Appino: Brunori Sas, Management, Claudio Santamaria, Luca Carboni, Ditonellapiaga. La lista è ancora lunga, ma ce n’è davvero per accontentare i gusti di tutte le orecchie, dai millennials ai boomers.
Dai boomers ai millennials
E proprio alle generazioni più anziane, di cui ormai anche loro si sentono integralmente parte, è dedicato l’inno di apertura dell’album: il brano Ok Boomer, che vede la collaborazione di Brunori Sas, nel suo ritorno più splendente, è una ballad nostalgica e profonda, che non lascia alcuno spazio alle sbavature grammaticali o musicali.
Il testo, come del resto tutti gli altri che compongono la decade della tracklist, è pulito, riflettuto e riflessivo, corretto e fluido nel suo scorrere lento e scandito dalla voce penetrante di Appino e del suo primo fottutissimo amico Brunori.
Così come il brano che dona il nome all’intero album, ma declinato al singolare (Caro fottutissimo amico), vede la partecipazione di Motta, la cui voce si fonde perfettamente e armoniosamente con quella del frontman, in un’ovattata atmosfera quasi unplugged e musicalmente “fantascientifica”.
La morte e la resurrezione
Tutta da ballare, e che non può non rimanere in testa con il suo capoverso “Sono morto alle 18/ cinque minuti dopo/ al bar ero risorto”, 118: il brano, il primo ad essere pubblicato in avant-première nell’attesa dell’uscita ufficiale del disco, vede la brillante partecipazione dell’ospite eccellente Claudio Santamaria, di cui, oltre all’abilità attoriale, si conosce ormai da tempo l’impegno musicale e la collaborazione con numerosi musicisti (dagli Equ ai Marlene Kuntz).
Altrettanto potente, nel suo classico rock indie, Voglio invecchiare male, che vede la collaborazione del gruppo abruzzese (per la precisione di Lanciano) Management; e durissima, nei suoi battiti che accarezzano il rap, Figli della guerra, con la partecipazione del rapper italo-francese Speranza, nuova stella del rap di Caserta, assolutamente imperdibile nella sua accattivante, cupa sonorità.
Completamente antitetiche, quasi contraddittorie – o forse meno convincenti- Il diavolo è un bambino, con la collaborazione di Emma Nolde, e Johnny, featuring Fast Animals and Slow Kids: forse, musicalmente, troppo pop, in rapporto alle atmosfere incalzanti dei brani di cui si è parlato in precedenza. Così come l’inaspettata Meravigliosa, cantata in compagnia di Ditonellapiaga, che forse inaugura uno stile diverso, strizzando l’occhio ai millennials.
Ma, nel complesso, Cari fottutissimi amici è un album scorrevole, piacevole, da ascoltare quasi tutto d’un fiato.