Bar Mediterraneo, il ritrovo musicale dei Nu Genea
La nuova generazione musicale italiana della metà degli anni Duemila si colora di inediti e originali progetti musicali. È il caso dei C’mon Tigre (di cui abbiamo parlato in questo articolo, ndr), e lo è ancora di più quello dei Nu Genea. Il duo, tutto partenopeo, costituito dai musicisti e dj Massimo Di Lena e Lucio Aquilina, esplora con una particolare sensibilità sonora l’ambiente interculturale e intermusicale che ruota intorno alla scena disco.
Da pochi giorni, per la precisione il 13 maggio e dopo quattro anni di distanza dall’ultimo lavoro musicale, i Nu Genea (ex Nu Guinea) hanno dato vita a Bar Mediterraneo.
Dal 2015, anno dell’uscita del loro album World, seguito da una prolifica collaborazione (per Afrobeat Makers, vol. 3, del 2016 e, ancor prima) con il batterista di Fela Kuti, Tony Allen, scomparso nel 2020, i Nu Genea hanno proseguito nella loro inarrestabile indagine storica e antropologica sulle radici della dance music.
Da World a Napoli
Finché, nel 2018, le loro radici musicali si sono fermate nella loro Napoli, che è stata punto di ispirazione e di partenza per il loro album Nuova Napoli; il viaggio sonoro intrapreso per questo lavoro musicale, che tocca le vette più impensabili della musicalità afro degli anni Settanta (come nel brano Je Vulesse), delle atmosfere più delicate degli Zero7 (come per l’eponibo brano di apertura Nuova Napoli), del sound di Pino Daniele di Nero a metà (soprattutto nel brano Ddoje Facce), è incredibilmente vasto e denso di ispirazioni.
Il funk disco sprigionato dal’icastico singolo Marechià (2021), frutto della collaborazione con l’artista francese Célia Kameni, conferma la volontà di creare una fusione originale, senza dimenticare la considerazione per l’udito degli ascoltatori, sempre avvolti da un ritmo gradevole, che preaanuncia l’arrivo di un’estate musicalmente calda.
Bar Mediterraneo
Bar Mediterraneo non è certo meno intenso: anticipato dal singolo Tienaté, una sorprendente fusione sonora che potrebbe potenzialmente diventare un elegante tormentone estivo, memore dei più nostalgici brani dei Montefiori Cocktail, l’album si compone di otto brani che invitano a ballare, con un sinuoso e leggero movimento.
Come il brano Gelbi, che conferma la volontà dei Nu Genea di dare vita a proficue collaborazioni, in questo caso con Marzouk Mejri: tra atmosfere arabeggianti e un ritmo disco degno di una colonna sonora degli anni Settanta, che strizza l’occhio al già citato Fela Kuti, il brano è intriso di eleganti sonorità mediterranee.
Vulcanico, ed è proprio il caso di sottolinearlo, il brano Vesuvio, da ascoltare a volume alto, con un ritmo ipnotico di percussioni afro beat e un dolcissimo coro di voci giovanili.
La raffinatezza della ricerca musicale e collaborativa del duo raggiunge l’apoteosi nel brano di chiusura La crisi, rimeditazione sulla composizione poetica degli anni Trenta di Raffaele Viviani, sublimato dalla voce sognante e nostalgica di Fabiana Martone.
Tra sintetizzatori, cori, percussioni e archi che compongono Bar Mediterraneo, i Nu Genea aprono le porte del loro vasto universo musicale a nuove orecchie, pronte ad accogliere con allegria ed intelligenza emozionale il loro nuovo figlio sonoro.