Breve storia dei film musicali agli Oscar
Novantaquattro edizioni per poco più di dieci premi
In novantaquattro edizioni della notte più internazionalmente attesa dagli appassionati di cinema e da coloro che lo fanno, i film musicali che hanno trionfato alla notte degli Oscar, e che fanno parte di un genere assolutamente peculiare, si possono effettivamente contare sulle dita delle due mani, scomodando forse qualche dito del piede. Partendo dalla recentissima edizione, di qualche notte fa (e di cui si parla in questo articolo, ndr), il tanto acclamato West Side Story, remake di Steven Spielberg e che aveva sbancato ai Golden Globes, ha conquistato invece una sola statuetta, quella per la migliore interpretazione dell’attrice non protagonista Adriana De Bose.
West Side Story: originale vs remake
Il suo predecessore, nonché versione originale del noto musical, aveva invece battuto tutti i record (e tutt’oggi rimane imbattuto) per aver letteralmente “sbancato” alla notte degli Oscar del 1962: aggiudicandosi ben dieci premi su undici nominations, quello che è considerato il capolavoro incontestato di Robert Wise e Jerome Robbins rimane ancora oggi negli annali del cinema musicale mondiale.
Nel 2019, il clamoroso successo destato dalla straordinaria quanto impensabile coppia Bradley Cooper e Lady Gaga è stato universalmente riconosciuto e ricompensato, tra i tanti premi, dell’Oscar come miglior film. Anche A star is born faceva parte della sequela dei remake che, in questo caso specifico, hanno ottenuto un enorme successo di botteghino e di critica, riuscendo nell’impresa di superare, almeno in riconoscimenti, le versioni del 1937 e del 1976.
Una delusione di genere
Grande delusione, invece, nel recente passato cinematografico del 2017, per il controverso La la land di Daniel Chazelle; odiato e amato dal pubblico e dagli addetti ai lavori manichei, sembrava destinato a vincere il premio più ambito come miglior film. Uscì dalla notte degli Oscar con sei premi (non magra ricompensa), ma non con quello come migliore pellicola dell’anno, conferito invece a Moonlight.
È necessario invece rimontare al 2002 per incontrare di nuovo un film musicale che ha colpito, soprattutto gli amanti del genere, per la sua straordinaria maestria: si tratta del famoso quanto inflazionato Moulin Rouge, successo planetario di Baz Luhrmann, ma che alla cerimonia degli Oscar non riuscì ad ottenere il premio come miglior film, ottenuto invece l’anno successivo da Chicago.
La stagione d’oro dei film musicali
Sicuramente la stagione più fortunata per le commedie musicali agli Oscar fu tra gli anni Trenta e gli anni Sessanta, trentennio considerato di enorme rivoluzione del cinema, soprattutto con l’avvento delle nuove tecnologie e la sincronizzazione tra parlato, cantato e musica. L’abbandono, già dalla metà degli anni Venti, delle didascalie in favore del veritiero dialogo tra i personaggi aveva letteralmente sovvertito le regole e i canoni cinematografici. E la musica aggiungeva da sempre quel tocco di magica illusione che rendeva la pellicola avvincente e dinamica.
Fu proprio un film musicale, La canzone di Broadway del 1930 (Harry Beaumont), a conquistare una delle prime, ambite, statuette come miglior film musicale. Da quel giorno fino agli anni Sessanta il passo è breve: da Un americano a Parigi, a My Fair Lady, da Tutti insieme appassionatamente, a Hello! Dolly, i film musicali hanno da sempre appassionato il pubblico e accesso infuocati dibattiti generazionali sulla loro presenza e pertinenza nelle grandi manifestazioni dedicate al cinema.