Il vertice di Bruxelles rappresenta il bivio nelle future relazioni Ue-Stati Uniti?
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Si è inaugurato ieri il vertice informale dei Capi di Stato e leader dei paesi dell’Unione europea che tratteggerà i futuri scenari di cooperazione e relazioni tra l’Unione e quello che dovrebbe essere il suo più fidato alleato, ovvero gli Stati Uniti.
A Bruxelles è iniziato il primo ritiro informale dei leader dell’Unione europea sulla Difesa, con focus su spese militari, autonomia strategica e industria della difesa, con i paesi europei che dovranno decidere come e in che modo investire e dare forma alla difesa europea.
Le posizioni ufficiali dei 27 paesi dell’Unione in seno al Vertice vede la Francia contro quasi tutti gli altri paesi dell’Unione, visto che Parigi sta mantenendo ferma la sua posizione secondo cui il denaro dei contribuenti europei dovrebbe essere speso per sistemi militari progettati e realizzati in Europa. Una posizione netta e decisa del presidente Macron che, tuttavia, trova le resistenze in primis del Segretario generale della NATO, Marko Rutte, che ha sottolineato a più riprese come una difesa europea non può fare a meno degli Stati Uniti e dei suoi armamenti.
C’è da sottolineare altresì la posizione cauta dei maggiori paesi europei rispetto alla posizione francese, che, nel frattempo, ha annunciato l’impegno a raddoppiare la propria spesa militare nazionale, nel non voler ulteriormente deteriorare i rapporti con l’Amministrazione Trump, visti i proclami e la sempre più probabile applicazione dei dazi sulle merci europee.
I temi del Vertice
Il vertice informale ha lo scopo di affrontare la politica di difesa dell’UE in reazione alla crescente minaccia proveniente dalla Russia, comprese questioni come la finanza e la produzione di armi, e di fornire indicazioni alla Commissione europea mentre lavora su una proposta di politica di difesa a lungo termine.
In un contesto geopolitico sempre più incerto, i Capi di Stato e di governo si incontreranno, attraverso la formula del ritiro voluta dal presidente del Consiglio europeo Costa, sancendo una novità rispetto al passato per non porre limiti temporali alla discussione i cui obiettivi rimangono quelli di far emergere delle linee guida condivise in materia di difesa europea sul lungo termine.
Pertanto, uno dei principali temi è quello di trovare un terreno comune sulle attrezzature militari da sviluppare congiuntamente con i fondi dell’UE, analizzando al tempo stesso quanto impegnare l’Unione nell’acquisto di armamenti di Washington e delle aziende americane nella difesa dell’Europa incomberà.
Il vertice ha l’obiettivo di trovare una posizione comune tra i paesi europei in quanto, attualmente, alcuni paesi, in particolare quelli geograficamente vicini alla Russia, vogliono acquistare armi pronte all’uso per costruire le loro forze armate per affrontare il Cremlino; mentre altri paesi, la Francia su tutti, vuole svincolarsi da Washington per poter dar vita ad un’autentica difesa europea e produzione di armamenti europei.
“Siamo interessati alle migliori attrezzature che possono essere fornite il più rapidamente possibile”, ha detto il ministro della Difesa polacco Władysław Kosiniak-Kamysz che ha stimato come la Polonia abbia speso 60 miliardi di dollari per armamenti degli Stati Uniti, un chiaro segnale che le posizioni riguardo la difesa europea all’interno dell’Unione sono tutt’altro che coerenti.
Al fine di rafforzare la loro posizione in seno al Vertice, la Polonia e i paesi baltici hanno diffuso un documento prima del vertice che chiede all’UE di spendere almeno 100 miliardi di euro per la difesa entro il 2027, anche acquistando armi da alleati della NATO non appartenenti all’UE.
Al momento, gli Stati Uniti sono il partner principale per il rafforzamento militare dell’Europa, infatti, tra la metà del 2022 e la metà del 2023, il 63% di tutti gli ordini di difesa dell’UE è stato effettuato con aziende statunitensi e un ulteriore 15% con altri fornitori non UE.
Le difficoltà di trovare una posizione unitaria europea
Visto l’impatto degli Stati uniti e delle imprese statunitensi sull’approvvigionamento di munizioni e armamenti per i paesi europei è chiaro quindi che trovare per il presidente Costa una sintesi tra le posizioni dei paesi europei sarà molto complicato ma non impossibile.
“L’Europa deve assumersi una maggiore responsabilità per la propria difesa. Deve diventare più resiliente, più efficiente, più autonomo e un attore di sicurezza e difesa più affidabile”. ha dichiarato Costa, segnale chiaro, netto e diretto al richiamo alla responsabilità e all’unità di tutti i paesi europei in un contesto geopolitico sul continente europeo che vede nell’aggressività della Federazione Russa la minaccia concreta ai paesi europei confinanti con essa e dalla quale bisogna difendersi ad ogni costo.
Il cammino verso una difesa europea rimane complesso, ma questo Vertice potrebbe rappresentare l’inizio di un nuovo capitolo per l’Unione, chiamata a rispondere a sfide “vitali” che richiedono visione e lungimiranza. Sebbene le posizioni degli Stati membri paiono distanti, i leader europei sono chiamati a prendere decisioni concrete per la tutela “fisica” dell’Unione, fornendo una posizione chiara che possa guidare la Commissione europea verso la definizione di un Libro bianco per la Difesa innescando definitivamente la convergenza su una difesa comune europea in grado di emancipare l’Unione europea a rango di potenza internazionale, ruolo che ora più che mai, è chiamata a ricoprire diventando quel vaso di ferro in mezzo ad altri vasi di ferro .