Verdun: un appuntamento con la storia

Nel febbraio del 1916 le ostilità tra Francia e Germania sfociò in una delle battaglie più sanguinose della storia moderna. Una guerra nella guerra prolungatasi per ben dieci infernali mesi, nel corso dei quali persero la vita più di trecentomila uomini. Con Verdun, gioco sviluppato da M2H, vengono ripresentate in maniera estremamente fedele le circostanze e le contingenze che hanno caratterizzato quella battaglia, attraverso un’attenta riproduzione delle dinamiche della guerra di trincea e dei suoi letali strumenti di morte.
Coerenza storica e rispondenza alla realtà
Gli sviluppatori si sono cimentati in un progetto avente l’ambizione di proiettare il videogiocatore in una situazione quanto più realistica possibile, uscendo dai canoni dei recenti giochi di guerra. M2H, conscia dell’impossibilità di duellare dal punto di vista grafico con i propri concorrenti, ha puntato tutte le sue fiches sulla coerenza con la storia. Nessun nemico invincibile, nessuna pioggia di proiettili, nessun colpo ben sferrato che non vada a segno, nessuno scenario lontano dalla realtà storica della guerra. Solo elementi bellici e campi di battaglia fedelmente riprodotti.
Ma la precisa rispondenza alla realtà storica non è l’unico punto di forza del gioco. Verdun si avvicina alla verità anche per il tramite delle sue meccaniche di gioco. Movimenti lenti, armi letali ma non sempre precise (esattamente come quelle che caratterizzarono le battaglie della Prima guerra mondiale) e totale assenza di veicoli o strumenti lontani dagli scontri bellici del periodo in considerazione. Nessuna frenesia tipica dei titoli di guerra più blasonati, ma solo la necessità di un’oculata valutazione dell’arma da usare e di speditezza nel modificare il proprio atteggiamento da offensivo a difensivo e viceversa.
Modalità di gioco
Verdun è uno sparatutto principalmente multiplayer, in cui è possibile giocare offline solo alla “Difesa del plotone”, modalità di gioco, molto simile a quella che in altri giochi viene denominata “Orda”, in cui bisogna difendersi da ondate sempre più nutrite di soldati.
Il gioco è imperniato su una modalità da 32 giocatori chiamata “Frontlines”, in cui quattro giocatori per quattro squadre organizzate per schieramento si danno battaglia alla ricerca della conquista di grandi sezioni di un grosso campo di battaglia che si distribuisce su sei diverse regioni. L’obiettivo è quello di avanzare il più possibile durante le offensive e, allo stesso tempo, difendere le proprie trincee in occasione delle spinte offensive avversarie. Ogni schieramento dispone di tre minuti prima di dover ritirarsi in difesa, creando una fisarmonica di movimenti in cui il tempismo rappresenta l’elemento decisivo. A vincere è chi riesce a conquistare più trincee allo scadere del tempo a disposizione.
In definitiva
Di Verdun si può dire, senza pericolo di essere mentiti, che sia un gioco fuori dagli schemi, nel senso positivo che a ciò si possa attribuire. Un gioco che fa della rispondenza alla realtà il suo più significativo punto di forza, nel tentativo di differenziarsi dagli altri, più conosciuti, giochi di guerra, e di farsi apprezzare per carattere e originalità, più che per divertimento allo stato puro.