USA: un’inchiesta smonta la versione di Washington sulla morte di Bin Laden mentre Snowden spiega che è ancora vivo

Nell’ultimo numero della rivista London Review of Books, il giornalista investigativo americano Seymoure Hersh, ha publicato un’inchiesta sul raid che è costato la vita ad Osama Bin Laden, ucciso ad Abbottabad in Pakistan nel 2011. L’inchiesta, demolisce la versione dei fatti della Casa Bianca
Washington D.C – L’inchiesta di Seymoure Hersh ha provocato una notevole reazione negli Stati Uniti. Il suo lavoro rivela: “L’esecuzione di Osama Bin Laden è stato uno dei punti di orgoglio del primo mandato di Obama e un fattore decisivo per la sua rielezione nel 2012. La Casa Bianca continua a difendere la versione secondo la quale l’operazione era 100% americana e né l’esercito americano né i servizi segreti pachistani erano al corrente dell’intervento”. Per Seymour Hersh, questa versione non regge. Attraverso la sua lunga inchiesta, dimostra che non solo i servizi segreti pachistani erano al corrente del raid, ma che Bin Laden era verosimilmente prigioniero della stessa agenzia già dal 2006, proprio nella sua residenza di Abbottabad. Inoltre, la meticolosa ricerca del giornalista, dimostra come l’abitazione dell’ex numero uno di Al Qaeda, fosse vicina a una base militare dell’esercito pachistano. Questi dettagli, sarebbero stati rivelati da un ex agente dei servizi segreti pachistani che avrebbe divulgato queste informazioni top secret alla CIA – per intascarsi la ricompensa di 25 milioni di dollari promessi per la cattura dell’allora nemico pubblico numero uno dagli Stati Uniti. La versione ufficiale di Washington, invece, individua l’origine di questa informazione da un’estorsione nei confronti dell’autista di Bin Laden.

Hersh, analizza ugualmente come gli Stati Uniti abbiano trovato un accordo con i servizi segreti pachistani per permettere agli elicotteri Black Hawk, che trasportavano i Navy Seals americani, di volare liberamente nello spazio aereo pachistano. L’ultimo aspetto sul quale questa inchiesta punta l’attenzione è il corpo di Bin Laden. I media hanno rivelato al mondo che il corpo del terrorista è stato buttato a mare. Il giornalista americano, al contrario, spiega che i suoi resti sono stati dispersi in volo, sopra la catena montuosa dell’Asia Centrale nella zona di Hindu Kush.
Tuttavia, il punto focale dell’inchiesta resta la divulgazione dell’accaduto al mondo da parte dei media e della Casa Bianca. L’opinione pubblica americana sarebbe stata oggetto dell’ennesima manipolazione. Perché la Casa Bianca avrebbe coperto il raid? Perché i più alti ranghi dell’esercito a stelle e strisce (CIA compresa), continuavano a sostenere che Bin Laden fosse morto sotto i colpi di un drone? Perché continuavano a sostenere che le informazioni essenziali alla cattura dell’allora capo di Al Qaeda, fossero giunte tramite l’estorsione nei confronti dei prigionieri di guerra? Probabilmente per giustificare le degradanti torture proliferate nelle carceri americane come Guantanamo. L’inchiesta si conclude con queste parole: “La menzogna al più alto livello resta il modus operandi della politica americana, così come i prigionieri segreti, i colpi dei droni, i raid notturni delle forze speciali, il tutto passando sopra allegramente alla catena di comando di coloro che avrebbero potuto dire no”.
Il video di “Shooter”, il resoconto del soldato che ha ucciso Bin Laden. Un film prodotto nel 2013 dal Center of Investigation Reporting
Come se non bastasse, la versione ufficiale della morte di Bin Laden è stata nelle ultime ore nel bersaglio della talpa del “Datagate”, Edward Snowden. L’ex analista americano, che collaborava con la Cia e con Booz Hallen Hamilton, ha dichiarato che Bin Laden sarebbe ancora vivo e che percepisce “100.000 mila dollari al mese conducendo una vita lussuosa”. Intervistato dal Moscow Tribute, Snowden ha rivelato: “Ho documenti che dimostrano che Bin Laden è ancora sul libro paga della CIA”. Un’affermazione incredibile che giustifica spiegando che: “Lui continua a ricevere più di $ 100.000 al mese, che vengono trasferiti attraverso alcune aziende direttamente sul suo conto in banca di Nassau. Io non sono certo dove si trova ora, ma nel 2013, viveva tranquillamente nella sua villa con cinque delle sue mogli e molti figli”. Lo stesso Eward afferma, inoltre, che la sua morte sarebbe stata abilmente orchestrata dagli Stati Uniti mentre il terrorista veniva trasportato in un luogo segretissimo alle Bahamas.
Di Manuel Giannantonio
(Twitter@ManuManuelg85)
30 Agosto 2015
Fonti: Center of Investigating Reporting, London Review of Books, Wikileaks Italia