Moldavia: il Sì all’Europa e l’ombra di Mosca

Un doppio appuntamento elettorale ha animato il weekend dei cittadini moldavi, chiamati a votare per il primo turno delle presidenziali e per il referendum sull’integrazione del Paese nell’Unione Europea. Per quest’ultimo, nonostante si attendano ancora i dati da 19 seggi e il responso della Commissione elettorale, il risultato sembra essere certo: la Moldavia ha scelto l’Europa. Con tale referendum, infatti, il Paese si impegna formalmente ad entrare nell’Unione. Tuttavia, non senza fermenti. Il voto favorevole all’Ue è risultato eccezionalmente inferiore rispetto a quello prospettato dai sondaggi. Mentre questi ultimi vedevano un ampio sostegno all’ingresso europeo (circa i due terzi della popolazione), il risultato elettorale ha rivelato una nazione profondamente divisa. Gli elettori risultano equamente divisi sulle modifiche costituzionali proposte, con l’elettorato europeista che supera di pochi decimi il 50 per cento.
Dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica nel 1991, La Moldavia è stata continuamente trascinata sia da Oriente che da Occidente e Mosca non ha tardato a mostrare il suo disappunto sull’allontanamento del Paese a favore di un’entrata nella coalizione europea. Infatti, le elezioni presidenziali e il referendum costituzionale sono stati attentamente monitorati da chi, dall’avvio dei negoziati di adesione con L’Ue a giugno, ha cercato di influenzarne l’esito. Washington e Bruxelles hanno offerto un notevole sostegno economico alla Moldavia, come il recente stanziamento di 1,8 miliardi di euro annunciati durante una visita di Ursula Von der Leyen a Chisinau. Allo stesso, modo, però, con pratiche meno trasparenti e non sempre lecite, la Russia ha giocato la sua parte. A tal proposito, domenica notte, commentando i risultati del referendum, la presidente della Moldavia, Maia Sandu, ha denunciato la presenza di «interferenze senza precedenti» di Mosca nel voto al referendum, definendolo un vero e proprio «attacco alla democrazia». La Russia sembrerebbe aver sfruttato la propaganda e operazioni di influenza politica con l’obiettivo di rovesciare il governo riformista di Sandu, contrastando l’avvicinamento della Moldavia all’Europa e, di conseguenza, all’Occidente. I funzionari moldavi e europei hanno segnalato uno sforzo «aggressivo» per condizionare il voto, con la diffusione di notizie false e un’ondata di finanziamenti illeciti mirati all’acquisto di voti. Tali operazioni potrebbero essere proseguite anche durante le stesse elezioni, giustificando in tal modo il repentino cambio di consensi verso l’integrazione europea. Dal suo canto, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov ha accusato Sandu di non aver ancora fornito delle prove delle sue accuse di interferenze da parte di gruppi criminali russi nelle elezioni in Moldavia. Nel frattempo, il movimento moldavo verso le porte dell’Unione europea ha smosso anche paesi vicini e sotto l’influenza di Mosca come la Georgia, dove migliaia di persone hanno sfilato per le strade di Tbilisi, in un corteo a sostegno dell’adesione del Paese all’Unione europea.