Moldavia. Elezioni presidenziali e referendum

Oggi la Moldavia è al centro di un doppio appuntamento elettorale molto importante: il 20 ottobre 2024 si svolgeranno sia le elezioni presidenziali sia un referendum costituzionale. Quest’ultimo si focalizza sull’adesione del Paese all’Unione Europea. I cittadini saranno chiamati a decidere se modificare la Costituzione per sancire l’integrazione europea come obiettivo strategico della Moldavia, un tema che ha polarizzato l’opinione pubblica.
Da un lato, il Partito Azione e Solidarietà (PAS) della presidente Maia Sandu sostiene con forza sia le elezioni che il referendum pro-UE. Sandu punta a consolidare il percorso di integrazione europea del Paese. Dall’altro, l’opposizione filo-russa, rappresentata principalmente da candidati legati a figure come Igor Dodon e Alexandr Stoianoglu, è contraria a questo orientamento e cerca di riavvicinare la Moldavia alla Russia, chiedendo anche il boicottaggio del referendum.
Per quanto riguarda le elezioni presidenziali, i candidati alla Presidenza del paese saranno ben 17. Tra di essi, la stessa Maia Sandu, Presidente in carica dal 2020, che cercherà la riconferma. A differenza delle scorse elezioni, questa volta gareggerà da indipendente, ricevendo comunque il supporto del PAS (Partito di Azione e Solidarietà).
Dall’altra parte, i candidati anti-Sandu saranno tanti, molto diversi tra loro ma tutti pronti a contendersi lo stesso elettorato, quello euro-scettico e filo-russo; tutti, inoltre, accomunati da un controverso passato politico. C’è l’ex primo ministro Vlad Filat, che oltre all’esperienza politica vanta quella carceraria, a causa di una condanna quadriennale per corruzione e abuso d’ufficio. Il deputato Vasile Bolea, appoggiato dal più noto Ilian Shor, condannato a 15 anni ed oggi residente in Russia. Irina Vlah, ex governatrice dell’auto-proclamata Repubblica di Gaugazia, da sempre vicina alle istanze di Mosca. Alexandr Stoianoglu, ex Procuratore Generale della Moldavia accusato nel 2022 di concussione e abuso d’ufficio.
Secondo gli Stati Uniti, la Russia starebbe cercando di influenzare il processo elettorale per minare sia le elezioni che il referendum, una preoccupazione che riflette la tensione geopolitica della regione. Tra chi propone il referendum, e chi ne chiede il boicottaggio, tra chi parla da Bruxelles, e chi invece da Mosca, il voto di ottobre sarà fondamentale per il futuro della Moldavia.