USA e Indonesia: il nuovo accordo per la conservazione delle barriere coralline

Il 3 luglio, gli Stati Uniti, l’Indonesia e le principali organizzazioni non governative ambientali (ONG) hanno firmato un innovativo accordo di “debt-for-nature swap” con l’obiettivo di proteggere i preziosi ecosistemi di barriera corallina dell’Indonesia, reindirizzando 35 milioni di dollari del debito indonesiano verso investimenti nella conservazione delle barriere coralline.
L’accordo si inserisce nell’ambito del Tropical Forest and Coral Reef Restoration Act (TFCCA), che consente ai paesi di ridurre il loro debito verso gli Stati Uniti in cambio di impegni per la conservazione delle foreste e delle barriere coralline. Nei 25 anni dalla sua adozione, l’atto ha supportato scambi in 14 paesi e ha sbloccato oltre 415 milioni di dollari per proteggere le foreste tropicali e gli ecosistemi di barriera corallina.
Quarto accordo con l’Indonesia e primo focalizzato principalmente sugli ecosistemi corallini, il nuovo “debt-for-nature swap” segna un passo fondamentale nella conservazione della biodiversità di uno degli ambienti marini più vibranti del mondo.
Barriere coralline: la minaccia della crisi climatica
Le barriere coralline sono ecosistemi essenziali per la vita marina e, di conseguenza, per la sopravvivenza umana. Esse rappresentano un vero e proprio “hotspot” di biodiversità, ospitando circa il 25% delle specie marine conosciute. Inoltre, offrono protezione dall’erosione costiera e sostengono l’economia di diverse comunità attraverso la pesca e il turismo.
Tuttavia, il riscaldamento degli oceani provocato dalla crisi climatica rappresenta una seria minaccia per le barriere coralline. L’aumento delle temperature, infatti, causa il “coral bleaching” (sbiancamento dei coralli), in cui i polipi corallini, stressati dal calore, espellono le alghe simbionti (zooxantelle) essenziali per la loro sopravvivenza. Queste alghe, oltre a dare colore ai coralli, forniscono ossigeno e nutrienti tramite la fotosintesi. Senza di esse, i coralli perdono energia e colore, esponendo il loro scheletro bianco di carbonato di calcio.
Sebbene i coralli possano riprendersi da uno stress temporaneo, uno stress persistente potrebbe invece impedire il loro recupero, minacciando la loro sopravvivenza e aggravando il degrado dell’ecosistema corallino.
La rapidità di questi cambiamenti, senza precedenti nella storia recente, sta ostacolando la capacità degli ecosistemi marini e della biodiversità di rispondere e adattarsi, potenzialmente portando molte specie marine all’estinzione.
Il ruolo dell’Indonesia
Il territorio dell’Indonesia è fondamentale nella lotta per salvare le barriere coralline: esso, infatti, ne ospita circa 5,1 milioni di ettari, pari al 18% del totale mondiale.
In particolare, l’accordo finanzierà il restauro degli ecosistemi corallini in due aree chiave del “Coral Triangle”: i paesaggi marini di Bird’s Head e Lesser Sunda-Banda, che ospitano tre quarti delle specie coralline mondiali e oltre 3.000 tipi di pesci, tartarughe, squali, balene e delfini.
Con il rafforzarsi degli impegni globali per proteggere e ripristinare gli ecosistemi naturali, i fondi generati dai “debt-for-nature swap” rappresentano uno strumento prezioso per colmare il persistente divario di finanziamenti, fondamentali per un’implementazione efficace di questi progetti.