Sognando Londra: nuova immigrazione a punti, giocare d’anticipo per battere la Brexit

Gennaio 2021 segna il confine tra l’Inghilterra liberale che conosciamo e la nuova realtà, più chiusa e regolamentata, che presumibilmente ci attende nel post Brexit.
La vittoria del fronte del Leave sul Remain, che ha portato a decretare la volontà del popolo britannico di recedere dall’unione europea nel referendum sulla Brexit, ha avuto infatti tra i suoi capisaldi l’idea di chiudere i confini del Regno.
L’immigrazione è stata una costante della campagna elettorale, ed in linea con tale ritrovata volontà di protezionismo ed isolamento, dal prossimo anno il governo ha già annunciato che la Gran Bretagna tornerà ad essere un’isola in mezzo al mare, ed i suoi confini inespugnabili aperti solo alle menti “migliori e più brillanti”.
Da gennaio 2021 verrà infatti introdotto un sistema a punti in base al quale la possibilità di trasferirsi per vivere o lavorare in Regno Unito verrà accordata solo a chi possiede determinati requisiti, tra cui un livello di istruzione almeno equivalente al diploma di scuola superiore, privilegiando chi ha competenze in materie scientifiche ed un salario minimo di almeno 25.600 sterline. Indispensabile anche conoscere la lingua inglese ed arrivare nel Paese grazie all’offerta di lavoro da parte di uno “sponsor” accreditato, cioè una società che abbia richiesto ed ottenuto una sponsor licence da parte dell’Home Office e sia disposta a pagare una tassa per ogni lavoratore non britannico che intende impiegare, oltre a tutta un’altra serie di formalità di fatto volte ad incoraggiare l’assunzione di manodopera locale. Una previsione analoga sarà introdotta anche per gli studenti, i quali potranno trasferirsi per frequentare le prestigiose università britanniche solo dopo aver ricevuto l’offerta di un posto da parte di un istituto d’istruzione riconosciuto.
Un sistema analogo, sia per gli studenti che per i lavoratori, di fatto già esiste per i cittadini non comunitari, ed infatti con la fine del free movement delle persone gli europei saranno equiparati ai cittadini provenienti dai Paesi terzi.
Ancora 9 mesi dunque per poter battere la Brexit e cristallizzare i propri diritti di cittadini dell’Unione anche a partire dal 2021. Ma come? Sicuramente il modo più semplice, se davvero ci si vuole stabilire in Regno Unito, è quello di considerare di farlo prima del 31 dicembre 2020. L’accordo di recesso siglato tra il Regno Unito e l’Unione europea, prevede infatti che vengano tutelati i diritti dei cittadini europei già residenti in Regno Unito prima dello scadere del periodo transitorio; tradotto in termini estremamente semplicistici, questo significa che coloro i quali risiedono in UK entro tale data non saranno soggetti alle norme più restrittive appena evidenziate, e potranno qui continuare a vivere e lavorare come già fanno (o potranno fare) allo stato attuale e fino al 31 dicembre 2020. Questo, a condizione che provvedano a registrarsi al EU Settlement Scheme ed ottengano conferma del loro status di cittadini europei residenti in Regno Unito.
Chi pertanto ha già deciso di trasferirsi qui dal prossimo anno, forse farebbe bene a considerare di attraversare la Manica in anticipo, e così blindare i propri diritti in terra britannica, forse non proprio battendo la Brexit, ma sicuramente arginandone le conseguenze.
MANUELA TRAVAGLINI, avvocato, consulente di Belluzzo International Partners ed esperto legale di The Italian Community