‘Il sindaco del Rione Sanità’: Mario Martone tra De Filippo e Gomorra

La recensione di Il sindaco del Rione Sanità
In questi giorni il Teatro Argentina accoglie il ritorno di Mario Martone, che dopo il successo dello scorso anno per Morte di Danton, ritorna con la commedia in tre atti Il sindaco del Rione Sanità di Eduardo De Filippo.
E’ chiaramente una Napoli diversa, quella portata in scena dal gruppo NEST. Una città che, rispetto a quella dei De Filippo, pare aver abiurato quell’idea di paternalismo, di rispetto della tradizione, mettendo da parte quella decrepita saggezza che Pier Paolo Pasolini attribuiva ad esempio al Principe della Risata, Totò.
Così il Rione Sanità di oggi diventa qualcosa di più simile alla Gomorra raccontata da Roberto Saviano, o ancor più alla trasposizione televisiva di Stefano Sollima.
L’hinterland partenopeo contemporaneo è un territorio asettico, incapace di suscitare emozioni se non di rabbia nei confronti di uno Stato che non c’è.
Se si procede con questa chiave di lettura allora, non stupisce come la scena martoniana riesca a dialogare con la serie tv, innescando un effetto Doppler in cui si perde la percezione del confine tra le due fonti di rumore. Quanto la finzione influenza la realtà? E quanto invece il reale si autocompiace sullo schermo?
Palummiello e ‘O Nait allora diventano due guaglioncelli affiliati a qualche baby gang, che giocano a fare rap e si sparano per gioco.
Lo stesso protagonista, Don Antonio Barracano, non è più un uomo che, pur restando fuori dalle dinamiche del sistema, riesce ad essere un’istituzione per tutto il rione. Egli è ancora una figura salomonica, ma i suoi modi sono diventati acerrimi, istintivi, legati ad un orizzonte che è più vicino al Salvatore Conte interpretato da Marco Palvetti, nelle prime due stagioni della serie.
Soffre di insonnia questo novello Sindaco del Rione Sanità, che cammina ogni notte, che cammina sbandando. Non ha mai sonno, non chiude gli occhi e non beve caffè proprio come cantava Carosone. La sua casa è un via vai di gente che implora aiuto e poi ringrazia, un tempio in cui è custodita una morale che a fatica riesce a correre parallela rispetto a quell’ordine voluto dalla Legge con la elle maiuscola.
Il lieve pessimismo che aleggiava però nell’opera di De Filippo, col tempo è cresciuto, si è espanso ed ha iniziato a fagocitare ogni cosa. Dal Vomero a Forcella, da Poggioreale al Materdei.
Dal Rione Sanità a Gomorra.
Teatro di Roma presenta
Il sindaco del Rione Sanità
di Eduardo De Filippo
regia Mario Martone
con Francesco Di Leva, Giovanni Ludeno, Adriano Pantaleo
Giuseppe Gaudino, Daniela Ioia, Gianni Spezzano, Viviana Cangiano, Salvatore Presutto
Lucienne Perreca, Mimmo Esposito, Morena Di Leva, Ralph P, Armando De Giulio, Daniele Baselice
con la partecipazione di Massimiliano Gallo
scene Carmine Guarino
costumi Giovanna Napolitano
luci Cesare Accetta
musiche originali Ralph P
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