Elezioni Germania. Candidati e partiti politici

Il 23 febbraio 2025 si terranno le elezioni federali in Germania, un evento cruciale non solo per la politica tedesca ma anche per il futuro dell’Europa. Dopo la caduta del governo di Olaf Scholz, causata dalla sua incapacità di ottenere il sostegno del suo partner di coalizione più critico riguardo a un pacchetto di aiuti da 15 miliardi di euro per l’Ucraina, la Germania si prepara a scegliere un nuovo governo. Questo voto arriva in un contesto economico difficile, con l’economia tedesca che, seppur tradizionalmente forte, ha subito un rallentamento a causa di diversi fattori, tra cui la crisi del mercato automobilistico, in particolare in Cina.
I quattro candidati cancelliere della Germania sono Friedrich Merz per l’Unione Cdu-Csu (formata dai partiti gemelli Unione Cristiano-Democratica di Germania (Cdu) e Unione Cristiano-Sociale in Baviera (Csu), appartenenti all’area di centro-destra); il cancelliere uscente Olaf Scholz per il Partito Socialdemocratico (Spd); Alice Weidel per il partito di estrema destra Alternative für Deutschland; Robert Habeck dei Verdi. Scholz è cancelliere federale della Germania dall’8 dicembre 2021. Vice cancelliere e ministro delle finanze dal 2018 al 2021 nel governo Merkel IV, in precedenza era stato per sette anni sindaco di Amburgo. E prima ancora, sempre con Merkel cancelliera, ministro del Lavoro e degli affari sociali.

La CDU, il principale partito di centrodestra, è al momento in vantaggio nei sondaggi, con il suo candidato cancelliere, Friedrich Merz, che sembra il favorito per la guida del paese. Merz, 69 anni, è stato membro del Parlamento europeo dal 1989 al 1994 e poi deputato del Bundestag nel fino al 2009. Iscritto alla Cdu da quando aveva 17 anni, è presidente dell’Unione Cristiano-Democratica di Germania dal 2022: viene considerato un rappresentante delle tradizionali ali conservatrici dell’establishment e pro-business del partito.

Tuttavia, l’ascesa dell’AfD (Alternative für Deutschland), un partito di estrema destra che si è distinto per posizioni dure su immigrazione, politica estera e diritti civili, rappresenta una minaccia significativa per la stabilità del paese. L’AfD sta crescendo rapidamente, con il suo programma che prevede misure come l’espulsione dei migranti, il ritorno a rapporti più stretti con Vladimir Putin e una forte opposizione alla transizione energetica verso l’elettrico. La leader del partito, Alice Weidel, ha anche preso una posizione decisamente conservatrice sui diritti civili, pur essendo una donna che vive con un partner dello stesso sesso. In termini economici, l’AfD propone un programma liberista con un forte accento sul taglio delle tasse, ma la sua retorica estremista sta sollevando preoccupazioni tra gli osservatori.

Per quanto riguarda i Verdi, nel 2021 gli ecologisti erano in fase di grazia. La loro candidata cancelliera Annalena Baerbock sembrava un candidato da prendere sul serio e il trend era più che positivo, tanto che con quasi il 15 per cento dei consensi, il partito ha portato a casa il miglior risultato di sempre. Nel corso della legislatura, i Verdi sono stati sempre più percepiti però come il «partito dei divieti», motivo per cui col tempo nei sondaggi i livelli di gradimento sono scesi pericolosamente. Due sono gli aspetti più controversi: da un lato, il tentativo di Robert Habeck, che è stato ministro del Clima, di far installare le pompe di calore (per altro sovvenzionate dallo stato) ai cittadini per renderli più indipendenti da altri sistemi di riscaldamento, dall’altro, il sostegno indiscutibile all’Ucraina, anche con aiuti militari. Nelle imminenti elezioni, Robert Habeck torna come candidato per i Verdi.

Le elezioni si svolgono in un contesto economico difficile, con la Germania che affronta una recessione per il secondo anno consecutivo. Nel 2024, il Pil è calato dello 0,2%, dopo una contrazione dello 0,3% nel 2023. La causa principale è la crisi dell’export, settore che ha da sempre rappresentato il motore dell’economia tedesca. Un esempio lampante è la difficoltà dell’industria automobilistica, che sta lottando contro la crescente concorrenza delle case automobilistiche cinesi, specialmente nel mercato dell’elettrico. Questo scenario ha spinto alcuni partiti, come la CDU, a sostenere un rallentamento della transizione energetica, in contrasto con le politiche ecologiste dell’Unione Europea.
Le dinamiche politiche tedesche non offrono una soluzione semplice per formare un governo stabile. Il sistema elettorale tedesco, che prevede una doppia votazione per individuare i membri del Bundestag, non consente una vittoria chiara per nessun partito. Al momento, la CDU sembra destinata a essere il principale attore nella prossima coalizione, ma dovrà allearsi con uno dei partiti minori, come i socialdemocratici o i Verdi. Tuttavia, le posizioni divergenti tra i partiti potrebbero rendere difficile la formazione di un governo stabile.
Con l’ascesa di partiti come l’AfD, che rifiutano la cooperazione europea e promuovono un’agenda più nazionalista, l’Unione Europea potrebbe trovarsi ad affrontare nuove sfide. In un momento in cui il continente è già alle prese con la guerra in Ucraina, la crisi energetica e l’instabilità economica, le prossime elezioni in Germania potrebbero determinare la direzione politica ed economica non solo del paese, ma anche dell’intera Europa.