Russia: la morte di un giornalista continua a non convincere
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Il sito di attualità di San Pietroburgo Fontanka.ru riportava giovedì 31 marzo, l’omicidio del giornalista Dmitri Tsilikine, il cui corpo è stato trovato nel suo appartamento. La notizia che circolava nelle prime ore era priva di informazioni precise sulle circostanze delle morte: il giornalista molto conosciuto in Russia, è stato pugnalato più volte. Gli investigatori non hanno assolutamente rilevato nessun segno di infrazione
SAN PIETROBURGO – L’arresto del presunto killer, Sergueï Kozyrev, avvenuto sabato 8 aprile, ha rilanciato la discussione nella stampa russa. Masha Gessen, giornalista del “The New York Times” di origini russe ma anche attivista, ha denunciato l’omertà dei media sulle reali cause di questo omicidio. “In un paese dove la violenza è frequente e si giustifica con varie ragioni, questo crimine era di tutt’altra natura. Un omicidio che non chiamiamo con il suo nome”, ha scritto nel quotidiano della grande mela, prima di aggiungere:
“Tra gli anni ottanta e gli anni novanta, quando un giornale americano riportava la notizia della morte di un uomo giovane senza precisare le cause del decesso[…], questo lasciava supporre che l’uomo fosse morte per colpa dell’HIV. In Russia oggi, l’equivalente è un necrologio che indica che un uomo è stato pugnalato nel suo appartamento e che nessun segno di infrazione sia stato rilevato. I necrologi non parlano di omicidio ma di ‘morte tragica’. Quello che si dice è che la vittima fosse gay e che sia stata uccisa da un uomo che è stato lasciato entrare”.
Masha Gessen, ricorda altri casi precedenti, tra i quali quelli concernenti gli attori Viatsheslav Titov e Alexei Devochenko, ritrovati morti rispettivamente nel 2011 e nel 2014, in circostanze del tutto simili. La giornalista di origine russa, emigrata negli Stati Uniti dal 2013, stima che catalogare questo omicidio come una lite tra gay culminata nel disastro, faccia parte della politica omofoba del Cremlino guidato dal presidente Putin.
Il presunto assassino di Tsikiline, uno studente 21enne, ha dichiarato che condivide idee di estrema destra e che militava contro un certo gruppo sociale. Ha chiesto agli agenti di polizia che interloquivano con lui di chiamarlo il “ripulitore”, come ha spiegato il “The Moscow Times”.
GLI ALTRI CASI
La notizia della morte misteriosa di Vladimir Pribylovski fu pubblicata dal quotidiano Moskovski Komsomolets che riportava come sia stato ritrovato il suo corpo privo di vita. La data esatta e le cause del decesso restano, almeno per ora, ignote. Specialista di storia bizantina, Pribylovski è successivamente diventato “uno dei migliori conoscitori della scena politica russa”, scrive il suo ex collega Alexandre Verkhovski nel giornale Novaïa Gazeta. Presidente del centro di informazione di ricerca politica Panorama, ha ugualmente fondato il sito Anticompromat.ru, una mina di informazione sulla corruzione dell’élite politica russa, da poco inaccessibile agli utilizzatori del paese. Oltre che grande critico del Cremlino, è stato anche autore del libro “Corporazione: la Russia e il KGB sotto la presidenza Putin” (non tradotto). Grigori Belonoushkine, suo collega del centro Panorama ha dichiarato al giornale Moskovski Komsomolets: “Era fastidioso per il potere, soprattutto perché rappresentava una delle principali fonti d’informazione sui giovani anni di Putin, dei quali abbiamo sentito parlare molto ultimamente”.
In 20 anni sono morti assassinati 315 giornalisti in Russia
– Dal 1993 al 2013 il tasso di omicidi in Russia è di circa 500 per 100 000 abitanti
– La Russia ha circa 145 milioni di abitanti in quel periodo
– Ci sono stati dunque 725 00 omicidi in Russia in 20 anni
– Dei quali 315 erano giornalisti , ossia il 0,045%
Un’altra morte sospetta fu quella del politico Boris Nemtsov ucciso in pieno centro a Mosca nella notte del 27 febbraio 2015 a pochi passi dal Cremlino. “Un assassinio che sa di provocazione”, dichiarò Putin citato dal suo portavoce. Boris Nemtsov, stando ai media, passeggiava con una giovane donna (che avrebbe avuto un ruolo chiave nella vicenda) sul grande ponte di pietra, vicinissimo al Cremlino “verso le 23H15 una macchina si è avvicinata, qualcuno ha sparato colpi di arma da fuoco, dei quali quattro l’hanno colpito alla schiena, causando la sua morte”, dichiarò un portavoce dell’Interno russo. Boris Nemtsov, 55 anni, governatore di Nizhni Novgorod è stato il primo vice ministro del Presidente Boris Eltsin nella fine degli anni novanta. Dopo l’arrivo al potere di Putin nel 2000, è diventato uno dei principali oppositori al Cremlino.
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Altro caso di portata internazionale in questo senso è stata la morte di Alexandre Litvinenko, ex spia del KGB esiliato a Londra. Il britannico “The Guardian” pubblicava un’inchiesta prima ancora che lo stesso Litvinenko ne conducesse una proprio sul suo caso. Fu avvelenato con il polonio-210 (un milligrammo di questo metalloide emette lo stesso numero di particelle alfa di 5 grammi di radio ed è mortale).
(Twitter@ManuManuelg85)