Stati Uniti: Bradley Manning coinvolto nel caso Wikileaks racconta la sua detenzione

Testimone per la prima volta di fronte alla giustizia militare, il soldato americano Bradley Manning, 24 anni, ha raccontato nella giornata di giovedì 29 novembre il regime carcerario al quale è stato sopposto. Ha dichiarato di essere stato detenuto in una “gabbia” dopo il suo arresto avvenuto nel 2010, giorno in cui ha seriamente creduto che i suoi giorni erano finiti.
Bradley Manning, l’analista dei servizi di sicurezza americana che comunicò a Wikileaks centinaia di migliaia di note assolutamente confidenziali dell’esercito americano, ha testimoniato per la prima volta di fronte alla giustizia militare, dopo 900 giorni di detenzione. E accusato di aver fornito al sito internet centinaia di migliaia di dati diplomatici americani e giornali di guerra segreti sull’Afghanistan e l’Iraq, nel periodo in cui si trovava a Bagdad. Se verrà giudicato colpevole, il giovane ragazzo rischia la detenzione a vita. Il giudice Denise Lind ha indicato che ha accettato i termini di otto dei 22 capi di accusa ai quali lo stesso Bradley dovrà rispondere.
Quest’ultimo ha dichiarato: “Mi ricordo di aver pensato, sto per morire !”, ricordando i primi giorni di detenzione in una cella minuscola all’interno di una base militare in Kuwait nell’estate del 2010, primo del suo trasferimento negli Stati Uniti. Gli avvocati della difesa sperano di convincere il giudice di respingere la maggior parte o la totalità delle accuse, facendo perno sul fatto che la detenzione di 9 mesi a Quantico, nello Stato della Virginia è una pena di natura illegale.
Nel corso della detenzione il giovane Manning è stato privato dei suoi indumenti, costretto a dormire nudo per diverse notti. L’ex comandante della prigione, il colonello Daniel Choike, interrogato nel luglio 2010, ha affermato di essere stato informato dell’importanza del caso ed ha ammesso che il prigioniero aveva diritto a “un ora di sole al giorno”, ma vide soltanto concedersi 20 minuti al giorno.
I procuratori militari dovrebbero far valere il fatto che la divulgazione di queste informazioni Top Secret hanno minato alla sicurezza nazionale, anche se i medici militari coinvolti hanno già dichiarato che Bradley Manning era in uno stato di fragilità mentale.
Manuel Giannantonio
1 dicembre 2012