Chi è Tamim Al Thani, l’uomo che ha permesso la mediazione tra Hamas e Israele

Mohammed Bin Abdulrahman Al Thani è il primo ministro e ministro degli esteri del Qatar e l’uomo chiave della trattativa tra Stati Uniti, Egitto, Israele e Hamas per la tregua ormai imminente. Il patto prevede lo scambio di prigionieri e la liberazione di diversi ostaggi, inoltre, è prevista anche l’entrata di numerosi aiuti umanitari all’interno della Striscia monitorati dall’esercito Israeliano. Un passo importante, di cui ha parlato anche il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e che pone un primo tassello verso quella che può sembrare una tregua duratura.
L’emiro, la sua città e il Qatar nonostante le diverse critiche, hanno avuto un ruolo fondamentale in questo ritaglio di storia.
L’emiro mediatore
Tamim bin Hamad è nato il 3 giugno 1980 a Doha, capitale del Qatar. È il quarto figlio dello sceicco Hamad bin Khalifa Al Thani e il secondo figlio di Mozah bint Nasser al-Missned, seconda moglie di Hamad. Tamim ha ricevuto la sua formazione presso la britannica Sherborne School nel Dorset, dove ha conseguito gli “A Levels” nel 1997. Ha poi frequentato la Royal Military Academy Sandhurst, laureandosi nel 1998.
Tamim è stato impiegato come sottotenente nelle forze armate qatariote dopo la laurea. È diventato l’erede al trono del Qatar il 5 agosto 2003, quando suo fratello maggiore Jasim rinunciò al proprio diritto al titolo. Da allora è stato istruito per assumere l’incarico, lavorando in massima sicurezza nel campo dell’economia e della mediazione. Lavorando in un incarico di sicurezza nel governo, ha promosso forti legami con l’Arabia Saudita, vicino e rivale spesso polemico del Qatar. Si pensa che possa aver giocato un ruolo chiave nel sostegno del Qatar ai ribelli libici che hanno spodestato Muʿammar Gheddafi. Nel 2009 è stato nominato vice comandante in capo delle forze armate del Qatar. Tamim ha anche promosso lo sport come componente dell’offerta del Qatar per elevare il suo profilo internazionale.
Il ruolo di Doha
“Se non c’è Doha, non si può fare”, detto che vale sia in Medio Oriente ma anche nel resto del mondo. Da questa città che passano gli affari e gli scambi più importanti della regione. Andando a ritroso negli anni, da qui, la diplomazia qatariota ha contribuito ad un cessate il fuoco in Yemen, a un accordo politico in Libano, ad una tregua in Sudan durante la guerra civile. Oltre ad Hamas, nonostante le critiche feroci di Al Jaazera, l’emirato ha ospitato anche i talebani durante l’occupazione statunitense ed è stato qui che nel 2020, Washigton e i Talebani hanno firmato lo storico accordo sul ritiro delle truppe americane tanto che Joe Biden ha nominato il Qatar, nel 2022, come fondamentale alleato per la Nato.
La mediazione di Al Thani è stata fondamentale anche per raggiungere un accordo tra Russia e Ucraina per lo scambio dei minori rapiti negoziati diretti tra Mosca e Kiev. Nell’attesa, quindi, di capire come si svilupperà questa tregua, chi prenderà il comando in Palestina, quali saranno le mosse di Hamas e di Israele e quando verranno rivelati e trasferiti gli osteggi resta la certezza che il Qatar, Doha e Al Thani si siano resi protagonisti ancora una volta offrendo un tavolo per poter discutere.