Francia: oggi il voto sulla sfiducia al premier Barnier
È prevista oggi la discussione della motion de censure, ovvero la mozione di sfiducia, al governo repubblicano di Michel Barnier.
La mozione potrebbe passare, in quanto è stata depositata sia dalla sinistra (il Nouveau Front Populaire) sia dall’estrema destra di Marine Le Pen (Rassemblement National).
Il governo Barnier in bilico
Il governo Bernier rischia di cadere, dopo lo scalpore generato dal suo progetto di bilancio per il 2025, incentrato sul welfare, che non è piaciuto alle opposizioni.
Non solo, ieri il premier Barnier ha invocato l’articolo 49.3 della Costituzione francese, che consente di varare una legge senza il passaggio per il voto in aula, per adottare la propria manovra. La motion de censure è però arrivata a meno di 24 ore dal provvedimento, troncandolo sul nascere, insieme all’abbandono dell’aula da parte della sinistra radicale di Mélenchon.
Inutili concessioni
Barnier è al potere da soli due mesi. Diverse sono state le concessioni del suo governo repubblicano, specialmente per quanto riguarda le tasse sull’elettricità, gli aiuti medici di Stato agli stranieri e l’indicizzazione di tutte le pensioni (richiesta da Le Pen).
Ma questi passi indietro rispetto alla propria linea non sono serviti a molto. La mozione della sinistra potrebbe infatti raggiungere oltre 300 voti e ne bastano solo 288 per far passare il provvedimento.
Se il governo Barnier cadesse, sarebbe la prima volta dal governo Pompidou, caduto nel 1962. Quello del leader repubblicano sarebbe poi il governo più breve della Quinta Repubblica.
Paura per il debito francese
Barnier aveva il compito di ridurre il pesante debito pubblico francese, visto il rischio di una crisi finanziaria, ma non è riuscito nell’intento.
Alcuni esponenti politici rimangono però dalla sua parte: il ministro del Bilancio Laurent Saint-Martin ha affermato che, senza la manovra Bernier, il deficit potrebbe raggiungere i 30 miliardi di euro; l’ex premier macroniano Gabriel Attal ha invitato le opposizioni a non votare la sfiducia, per evitare che accada il peggio.
Mentre il timore per l’economia francese — sia per il quadro generale che per il mondo delle imprese — sale, Barnier è in visita di Stato in Arabia Saudita. Quale sarà la situazione al suo ritorno?