L’importanza di Taiwan nella produzione di microchip
I terremoti che recentemente hanno colpito Taiwan ha sollevato alcune preoccupazioni sulla produzione locale di microchip, fondamentali per i dispositivi elettronici. Taiwan produce circa la metà dei microchip mondiali e l’80-90% di quelli più sofisticati. Se le fabbriche dovessero fermarsi, molti dispositivi come elettrodomestici, computer, automobili e smartphone ne risentirebbero. I prezzi dei microchip potrebbero aumentare, come accaduto durante la pandemia, influenzando anche i costi dei prodotti finali. Nonostante le incertezze e i controlli svolti, la situazione nelle fabbriche di microchip sembra è risultata comunque meno grave del previsto, con molte riprese della produzione. Tuttavia, i terremoti hanno evidenziato la fragilità del mercato globale dei microchip, troppo dipendente da un solo paese.
I più recenti hanno sollevato preoccupazioni riguardo alla produzione di microchip a Taiwan. Le aziende del settore dei microchip avevano anticipato la vulnerabilità delle loro operazioni a Taiwan, una regione soggetta a frequenti terremoti. Il terremoto del 1999, di intensità simile a quello di mercoledì, aveva significativamente danneggiato le aziende tecnologiche, mettendo a rischio le loro produzioni. In risposta, negli anni successivi le aziende di microchip avevano implementato rigidi protocolli antisismici e rinforzato le infrastrutture con tecnologie avanzate per proteggere le attrezzature e garantire una ripresa rapida delle operazioni.
Molti esperti hanno sottolineato che la dipendenza globale dai microchip di Taiwan, sebbene problematica in sé, diventa particolarmente critica in situazioni di emergenza. Attualmente, quasi il 75% degli impianti di produzione di chip è concentrato in Asia, soprattutto a Taiwan, in Corea del Sud, in Cina e in Giappone. Taiwan e Giappone sono entrambi considerati ad alto rischio sismico. Dopo la grave carenza di microchip durante la pandemia, che ha causato ritardi significativi nella produzione di dispositivi elettronici, sia l’Unione Europea che gli Stati Uniti hanno cercato di ridurre la dipendenza dalle importazioni rafforzando le loro filiere di produzione di microchip. Questo ha comportato investimenti considerevoli nel potenziamento del settore a livello locale, ma la costruzione di nuove fabbriche e lo sviluppo di capacità produttive richiedono tempo e risorse considerevoli, spesso decenni.
Per questo motivo, molti paesi occidentali hanno stretto accordi con aziende taiwanesi come TSMC per costruire impianti di produzione al di fuori di Taiwan. Tuttavia, Taiwan è riluttante a condividere le tecnologie per i microchip più avanzati, che sono cruciali per la sua economia. Questi microchip rappresentano anche un elemento di deterrenza significativo contro le crescenti tensioni con la Cina, che è un acquirente fondamentale dei microchip di fascia alta da Taiwan. Nonostante sia un paese con un governo e un parlamento indipendenti, Taiwan è notoriamente rivendicato dalla Cina come parte del suo territorio.