Wikileaks smentisce la pubblicazione di notizie segrete come vendetta per l’arresto di Assange
Il sito WikiLeaks ha smentito le voci secondo cui il suo fondatore, Julian Assange, avrebbe pubblicato documenti segreti per vendicare il suo arresto a Londra
LONDRA – Diversi messaggi postati sui social network che indicano che il fondatore del sito WikiLeaks, Julian Assange, incarcerato dall’11 aprile a Londra, ha pubblicato documenti confidenziali in risposta al suo arresto presso l’Ambasciata dell’Ecuador, sono falsi, come conferma Wikileaks su Twitter che ha puntualmente smentito. Informazioni secondo le quali Assange ha mantenuto la sua promessa aprendo l’accesso a tutti i documenti segreti di Wikileaks per vendicare il suo arresto. L’11 aprile, l’Ecuador che dal 2012 aveva ospitato Assange nella sua ambasciata londinese, ha privato il fondatore di Wikileaks del suo diritto di asilo diplomatico. La polizia britannica ha annunciato che Julian Assange è stato arrestato in conformità con un mandato emesso nel 2012 per non comparire in tribunale.
This is madness. It is the end of national security journalism and the first amendment. https://t.co/wlhsmsenFw
— WikiLeaks (@wikileaks) 23 maggio 2019
COS’È WIKILEAKS?
Wikileaks è un‘associazione non a scopo di lucro, il cui sito pubblica documenti, analisi politiche e societarie che hanno gettato nell’imbarazzo la diplomazia internazionale. La sua ragion d’essere è quella di alimentare la distribuzione di notizie che non sono di dominio pubblico. L’intera azione del sito tuttavia è retta dal principio interno dell’organizzazione di non rendere mai pubbliche le proprie fonti. Nel novembre del 2010, il sito afferma che “i principi generali sul quale il sito è fondato sono la libertà di espressione e della diffusione da parte dei media, il miglioramento della nostra storia comune e il diritto di ogni singola persona di creare la storia. Questi principi derivano dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Il nostro lavoro è in particolar modo influenzato dall’articolo 19 che ispira il lavoro dei nostri giornalisti e dei nostri volontari”. Il sito neanche a dirlo suscita ovviamente un’ondata di reazioni divergenti tra loro. La maggior parte delle pubblicazioni innescano violente proteste e polemiche nei propri confronti. Tra i problemi che il sito ha dovuto affrontare nella fase iniziale del progetto c’è da aggiungere la molteplicità di problemi tecnici e finanziari che minacciavano seriamente di compromettere l’esistenza del sito stesso.
Nonostante le problematiche iniziali il progetto di Julian Assange trova alcuni sostenitori, in particolar modo a venirgli incontro sostenendo la sua causa sono i paesi francofoni. In Svezia infatti, il Partito pirata che si offrì di ospitare il sito, Reporters senza frontiere, nel 2010 denunciò la censura imposta a Wikileaks limitandone e minacciando seriamente una delle tematiche fondamentali che compongono la sua ragion d’essere: la libertà di espressione. Wikileaks dunque è stato in grado di farsi puntare gli occhi addosso in maniera lampo. In qualche modo la sua fama lo ha davvero preceduto e così finisce nelle principali testate giornalistiche mondiali come l’autorevolissimo The New York Times, The Guardian, Der Spiegel, El Pais e Le Monde. Successivamente altri media hanno accesso alle informazioni Top Secret diffuse da Assange & Co. In questa maniera grazie all’applicazione di alcuni filtri giornalistici si conferisce alle notizie uno stile giornalistico più semplice evitando di menzionare alcuni particolari che potrebbero rivelarsi scomodi. Nonostante il suo nome Wikileaks non rientra più nella famiglia dei Wiki, quella appartenente all’attuale più grande enciclopedia on line Wikipedia. Non ha dunque rapporti editoriali o di natura organizzativa con la Wikimedia Foundation. Il 24 ottobre 2011 Wikileaks sospende ufficialmente la propria attività per fronteggiare un blocco finanziario abilmente orchestrato da colossi del calibro di Master Card, Visa, Western Union, Pay Pal e la Bank of America. Come se non bastasse il sito subisce un attacco, più precisamente un attacco chiamato “DDOS attack”, che impedisce a qualsiasi utente della rete di collegarsi al sito che tornerà accessibile il 14 agosto di quell’anno. L’evoluzione storica del sito più temuto dalla diplomazia internazionale trova le sue origini nella registrazione del dominio wikileaks.org da parte di John Young, nonché co-fondatore di Wikileaks e fondatore di cryptome.org, un altro sito che divulga materiale confidenziale.
La creazione del sito è datata dicembre 2006 dall’azione di nove persone. Soltanto un anno dopo la sua creazione qualcosa come circa 1,2 milioni di documenti sono stati aggiunti all’archivio del sito. L’Advisory Board, concepito come il gruppo di persone che hanno dato vita al progetto è la dimensione alla quale Julian Assange dichiara di appartenere. Il gruppo è composto da Wang Dan, Philipp Adams, Ben Laurie, Tashi Namgyal Khamsitsang, Xiao Qiang, Chico Withtaker, C.J Heinke e Wang Youcai. Nonostante queste persone siano state dichiarate e individuate da Assange come collaboratori nella realizzazione di Wikileaks, alcuni di loro continuano a sostenere il contrario. Dal 2010 infatti i loro nomi non fanno più parte dell’elenco presente nel sito. Wikileaks si ritrova gestito dal 2010 da una società di diritto islandese, la Sunshine Press Production. Alcuni giornalisti hanno individuato alcune analogie con l’impresa di Daniel Ellsberg che nel 1971 divulgava i Pentagon Papers.
La filosofia e il modus operandi di Wikileaks in effetti hanno alcuni aspetti paragonabili ad Anonymous, anche loro agiscono sotto la copertura dell’anonimato per quanto riguarda la gestione interna del sito che rimane non identificabile e pubblica un insieme di documenti politici, militari e incentrati sulla realtà sociale che altrimenti rimarrebbero nascosti nell’ombra. Il fine quindi è quello di garantire una trasparenza planetaria. Prima di essere pubblicati i documenti vengono sottoposti ad una attenta analisi da parte di un personale rigorosamente inquadrato come una comunità globale di editori specializzati e ben informati ovviamente. Il fondatore si auspica che la sua creatura possa diventare il più grande organo di informazione del pianeta. Per quanto concerne il funzionamento invece la struttura del sito è ben diversa da quella dei siti appartenenti alla Wiki Foudation. I lettori in questo caso non possiedono la facoltà di interagire apportando modifiche laddove fosse necessario. La sicurezza del sito è garantita dall’impiego di tecnologie crittografiche. A questo scopo sono stati realizzati complessi sistemi e processi matematici e di decifrazione estremamente sofisticate per assumere il carattere privato del sito, il suo anonimato e l’impossibilità di identificazione.
https://t.co/NsivwHyHMk pic.twitter.com/EuqfmzkN1F
— WikiLeaks (@wikileaks) 25 maggio 2019
L’obiettivo in questo senso è quello di essere immuni alla censura e agli attacchi politici o legali nei propri confronti. D’altronde pubblicando con visibilità mondiale materiale imbarazzante nei confronti di istituzioni politiche, dell’esercito o della diplomazia internazionale è lecito aspettarsi una risposta. Per gli internauti esiste la possibilità di agganciarsi al sito con una semplice connessione digitando il sito nella barra degli indirizzi del Bronswer oppure farlo in maniera anonima. Per rinforzarsi ulteriormente nel 2010 la posta elettronica usata per ricevere rivelazioni tramite appositi telegrammi della diplomazia americana è stato provvisoriamente sospeso. Il sistema di distribuzione delle informazioni prevede di divulgare le informazioni stesse direttamente su Wikileaks , o criptandole direttamente ai media che attraverso un‘accurata analisi giornalistica permetteranno di renderle più accessibili al grande pubblico.
Un’altra questione delicata di Wikileaks è stata quella dello spazio web per il sito. In termine strettamente informatico si chiama Hosting ovvero un servizio di rete che alloca su un server web le pagine di un sito ed infine il sito web stesso nel suo insieme rendendolo accessibile agli utenti della rete. Dynadot ospita il sito ma l’url (l’indirizzo internet), wikileaks.org riconduce sistematicamente gli utenti verso un indirizzo con estensione .info. In seguito a questo episodio la legittimità e la sicurezza del sito sono messe in dubbio da un progetto denominato The Spamhaus Project. In seguito a diversi problemi Julian Assange dichiara di voler sollecitare l’asilo politico in Svizzera. Successivamente il sito si ritroverà distribuito su diversi hosting particolari chiamati “specchio”, conferendo dunque una molteplicità di domini.
Accusato di aver cospirato con l’ex militare Chelsea Manning per ottenere documenti riservati, Assange rischia cinque anni di prigione negli Stati Uniti, secondo il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti. Secondo un tribunale di Londra, Washington deve fornire i documenti sull’estradizione di Mr Assange entro il 12 giugno. Il fondatore di WikiLeaks si trova di fronte alla pena capitale negli Stati Uniti per l’accusa di spionaggio.