Cgia: 7 miliardi di tasse in più se cade il Governo
Se dovesse cadere il governo Letta, gli italiani sarebbero costretti a pagare 7 miliardi di tasse in più. È la Cgia di Mestre a lanciare questo preoccupante monito: “Nella malaugurata ipotesi che il presidente del Consiglio Enrico Letta fosse costretto a rassegnare le dimissioni – afferma il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi – gli italiani subirebbero una vera e propria stangata concentrata soprattutto nell’ultimo quadrimestre dell’anno in corso. Tra il pagamento dell’Imu sulla prima casa, l’aumento dell’Iva e l’applicazione della Tares, gli italiani si troverebbero a pagare oltre 7 miliardi di euro in più di tasse. In una fase economica così delicata e con il tasso di disoccupazione destinato a crescere ulteriormente, molte famiglie non sarebbero in grado di reggere questo choc fiscale”.
La Cgia ricorda che entro la fine dell’estate il governo Letta deve definire l’applicazione di Imu, Iva e Tares, e un’eventuale crisi governativa non permetterebbe di rimodulare queste tre importantissime imposte, con notevoli conseguenze per le tasche degli italiani.
Questi i possibili scenari che si prospetterebbero in caso di caduta del governo
IMU: i proprietari di un’abitazione “prima casa” saranno chiamati a versare entro il 16 settembre la prima rata e a dicembre il saldo. Inoltre, l’imposta sarebbe dovuta anche dai proprietari di terreni, fabbricati rurali e le unità immobiliari appartenenti alle cooperative a proprietà indivisa adibite ad abitazione principale. Di conseguenza, ai 4 miliardi di euro relativi all’abitazione principale si vanno a sommare altri 770,6 milioni.
IVA: dal 1 ottobre di quest’anno è previsto l’aumento dell’aliquota ordinaria, la quale salirà di un punto percentuale, passando dal 21 al 22%. Per i soli tre mesi di quest’anno, il surplus di pagamento relativo all’Iva peserà per le tasche degli italiani in misura pari a un miliardo di euro.
TARES: secondo le previsioni, la nuova imposta sull’asporto rifiuti (che, si ricorda, deve assicurare l’integrale copertura del costo di asporto e smaltimento dei rifiuti, obbligo che la Tarsu non prevedeva) dovrebbe dare un maggior gettito, rispetto al 2012, di 1,94 miliardi di euro. Di questa somma considerevole, un miliardo è dovuto dalla maggiorazione prevista per la copertura dei servizi indivisibili dei Comuni, per i quali i contribuenti pagheranno 0,3 euro al metro quadrato; mentre i restanti 943 milioni di euro sono stimati quale aggravio minimo corrispondente alla differenza tra il costo del servizio di smaltimento rifiuti e il gettito Tia/Tarsu contabilizzato nel 2012.
Giuseppe Ferrara
10 agosto 2013