Giorgetti ammonisce le banche mentre il tabellone del Risiko s’infiamma

Continua imperterrito il terremoto di operazioni bancarie che attraversa l’Italia e l’Unione Europea: nell’ultima settimana si sono rafforzate diverse strategie d’azione, mentre la politica ha finalmente preso posizione sul tema tramite un intervento del Ministro Giorgetti.
UniCredit continua a dominare il palcoscenico, da questa settimana anche con il placet della Banca Centrale Europea, che infatti ha autorizzato l’istituto sia a salire nelle partecipazioni di Commerzabank, incrementando la quota fino al 29,9%, sia a modificare lo statuto per poter andare a dama con Banco BPM.
Eventuali modifiche
Le modifiche statutarie sarebbero relative alla facoltà per il Consiglio di amministrazione di deliberare un aumento di capitale – in questo caso ad hoc per servire l’offerta definitiva a Banco BPM – che, stante il via libera della Bce, dovranno essere approvate nell’assemblea straordinaria degli azionisti convocata per il 27 marzo.
Per quanto riguarda invece l’investimento tedesco, UniCredit ha accolto con gioia la possibilità di rafforzamento nelle quote di Commerzbank assecondata da Francoforte: tuttavia l’istituto meneghino ha fatto sapere che, pur rimanendo l’operazione un obiettivo importante per il piano strategico della banca, “non è probabile” che l’operazione si concluderà entro il 2025, rimandando così l’avanzata internazionale almeno al 2026.
Nel frattempo, martedì scorso è arrivato il tanto atteso via libera di IVASS per l’Ops lanciata da Banco BPM su Anima, e, trattandosi dell’ultima autorità di vigilanza chiamata ancora a pronunciarsi sul tema, ora sembra che nulla osti ulteriormente alla conclusione dell’operazione.
Chiaramente il destino di quest’operazione, voluta dall’istituto e accordata ormai da tutte le autorità competenti, non può comunque ignorare il filo che la intreccia all’eventuale operazione tra UniCredit e lo stesso Banco BPM, anche se qualcuno maligna si tratti in realtà solo di una tattica targata Orcel, il quale sarebbe solito tenere calde 3-4 posizioni insieme per poi virare tutto all’ultimo sul vero obiettivo, che sarebbe Generali.
Ancora, sullo scenario italiano il destino di Mediobanca sembra sarà deciso il 17 aprile, quando si svolgerà l’assemblea di MPS per decidere sull’operazione, anche se è già chiara da tempo la volontà di procedere dei principali azionisti, Delfin e Caltagirone, per cui sembra lecito attendersi dalla convocazione di metà aprile un semplice passaggio formale.
L’offerta
Intanto l’offerta non concordata recapitata da BPER Banca a Banca Popolare di Sondrio sta vedendo la reazione orgogliosa dell’istituto valtellinese, che sembra deciso a non cedere e a voler mantenere la propria autonomia.
In questo tormentato panorama, la politica ricomincia a fare il proprio lavoro, con Giancarlo Giorgetti che si è pronunciato senza mezzi termini sul tema del risiko bancario, ricordando agli istituti come sarebbero in realtà chiamati ad assistere le imprese e, dunque, la crescita economica del Paese, e non solo i loro grandi azionisti proprietari di dividendi miliardari.
“Parliamo del credito ai piccoli e medi imprenditori, non può uno che fa politica nella Lega non considerare che tutto quello che è venuto avanti, in base a delle regole scritte nelle tavole della legge, e cioè che il sistema bancario deve essere fatto soltanto da grandi banche, che queste grandi banche fanno grandissimi profitti, però forse si dimenticano di fare quello per cui sono nate e cioè fare credito alle imprese e soprattutto alle piccole e medie imprese.
E quindi se io devo prendere una decisione devo fare in qualche modo che continui a sopravvivere quella che qualcuno ha chiamato la biodiversità bancaria” ha detto il Ministro in veste di uomo politico, alla kermesse leghista tenutasi ad Ancona, lasciando forse presagire le prossime posizioni del governo chiamato a decidere sul tema.
Europa
Sul piano europeo intanto sembra rispondere ai colpi italiani, seppur con una linea politica di capitalismo aggressivo-democratico, solo il presidente di BBVA, Carlos Torres Vila, che al forum annuale dell’Associazione Spagnola di Banca ha sottolineato la necessità di avanzare nell’integrazione finanziaria europea per creare entità di maggior scala, sostenendo che “il ritorno delle fusioni e acquisizioni in Europa è positivo” ma che “è importante che siano gli azionisti a decidere sui processi di consolidamento in corso in Europa”, ammonendo le politiche sociali alla Giorgetti, perché, ha ribadito, “la regolamentazione deve essere un facilitatore della crescita”.
Resta allora da capire, oltre agli esiti delle molte operazioni in piedi, legate tra loro in un inevitabile effetto domino, come intenderà muoversi la politica europea, se in linea con l’approccio italiano o al servizio del soldo come auspicato da Carlos Torres Vila.