Istat, economia italiana in decelerazione
L’economia italiana continua a mostrare elementi di incertezza dal punto di vista della crescita dell’offerta di beni e servizi, sebbene dal lato della domanda resti stabile la crescita dei consumi e aumentino lievemente gli investimenti. Ad affermarlo è l’Istituto nazionale di statistica, il quale, pur confermando la previsione del recupero dell’attività economica anche per il primo trimestre dell’anno, ha sottolineato come si tratti in realtà di una crescita moderata, che sta continuando nonostante a gennaio ci sia stata una “decisa decelerazione dell’indicatore composito anticipatore dell’economia nazionale“.
Negli ultimi mesi, infatti, la produzione del settore manifatturiero ha rivelato “alcuni segnali incerti”. A gennaio si è registrato un significativo aumento dell’attività industriale (+1,9% rispetto a dicembre 2015), alimentato in via principale da beni strumentali e intermedi. L’incremento, tuttavia, “appare decisamente più contenuto” (+0,2%) se si considera la media degli ultimi tre mesi (novembre-gennaio) rispetto al trimestre precedente. Inoltre, sempre a gennaio le esportazioni in valore sono risultate in diminuzione nel confronto con il mese precedente (-2,2%), a causa soprattutto della contrazione sui mercati extra Ue (-6,3%).
I dati destagionalizzati delle forze di lavoro, riferiti al mese di febbraio, fanno segnare una diminuzione dell’occupazione (-0,4%, -97 mila unità), dopo il salto di gennaio (+73 mila unità, rispetto a dicembre). “Tuttavia, segnali moderatamente positivi per l’evolversi nei prossimi mesi provengono dalle attese formulate dagli imprenditori a marzo (per il successivo trimestre), in miglioramento nel settore manifatturiero e nel commercio, stabili nelle costruzioni e nei servizi”, sostiene l’Istituto nazionale di statistica.
“Le aspettative degli operatori economici sull’evoluzione dei prezzi – aggiunge l’Istat – mostrano in marzo un deterioramento, segnalando il possibile proseguimento dell’attuale fase deflativa. La correzione al ribasso appare molto pronunciata per i consumatori, con quasi i due terzi che prevedono prezzi stabili o in riduzione. Anche le valutazioni delle imprese sull’andamento dei listini nei prossimi mesi appaiono caute: il saldo dei giudizi dei produttori di beni di consumo è tornato negativo nei dati destagional