Sette miliardi di dollari per provare a salvare il Pakistan
Nella notte italiana tra il 25 e il 26 settembre è arrivato il via libera definitivo del Fondo Monetario Internazionale (FMI) a un consistente piano di aiuti economici per il Pakistan.
L’accordo, già raggiunto a luglio 2024, sarebbe dovuto entrare in azione a partire dalla fine del mese di agosto, ma alcuni dubbi da parte del FMI lo hanno ritardato fino a questa notte: così, per il quinto paese più popoloso al mondo, inizia adesso l’erogazione di una misura ausiliaria pari a 7 miliardi di dollari in 37 mesi, per un equivalente di circa 6,4 miliardi di euro.
I fondi stanziati dal Fondo Monetario Internazionale per i Paesi bisognosi sono, a livello programmatico, volti a rafforzare l’economia e a creare le condizioni per una crescita solida e inclusiva: questo avviene concordando delle riforme strutturali da attuare per lo sviluppo della realtà locale, che spesso però consiste in delle vere e proprie politiche di austerità.
Il Pakistan vive una condizione economica estrema, già nel 2023 la sua economia ha solo sfiorato il default grazie all’intervento dei fondi di Washington, che ineriscono a un più ampio programma di salvataggio nato nel 2019 con un insieme di prestiti del Fondo Monetario Internazionale subordinati ad alcune riforme: allargando ancor più la veduta però, questo diventa il ventiquattresimo aiuto ricevuto dal Pakistan in circa 70 anni da parte dell’organizzazione di Bretton Woods.
La repubblica asiatica si è dimostrata da subito conscia di cosa l’aspetterà nei prossimi tre anni, “ci sarà una transizione dolorosa, ma se vogliamo che questo programma sia l’ultimo, allora dovremo realizzare riforme strutturali”, ha avvertito il ministro delle Finanze pakistano, Muhammad Aurangzeb, parlando alla televisione locale.
Non è la prima volta che il Pakistan promette di ricevere “l’ultimo” aiuto dalla comunità internazionale, purtroppo però questo si inserisce in un sistema economico con un’inflazione da anni stabilmente sopra il 20%, con punte che sfiorano addirittura i 30 punti percentuali; questo porta a un grande cortocircuito, infatti è inscindibile il binomio tra valute forti ed economie forti, e la Rupia Pakistana, equivalente a circa 0,003€ , è ormai in disuso nel Paese.
In questo quadro molto spesso la valuta locale non viene accettata in favore di un grande utilizzo del dollaro, legandosi così la vita del sistema alle dipendenze della moneta statunitense, nonché al continuo scacco del FMI che ingerisce sul sinodo del terzo millennio tra politica di sviluppo e quadro economico: così facendo, il quinto Paese per popolazione, non riesce ancora ad affermarsi, o almeno a trovare una stabilità politica ed economica.
Articolo a cura di Francesco Di Filippo