Agrifood a gonfie vele: il successo dell’export agroalimentare Italiano

Sono i beni di consumo non durevoli che con +9,2% trascinano in positivo l’andamento complessivo dell’export italiano extra UE27 nel primo trimestre 2023 di 1,3% (dati Istat) e in questo scenario tra i comparti che continuano a evidenziare buone performance si inserisce indubbiamente quello dell’agroalimentare. Nel primo trimestre di quest’anno si prevedono per questo settore dati di export in crescita, anche sulla scia dei risultati record 2022, quando il nostro export era cresciuto del +17% sul 2021, attestandosi intorno ai 61 miliardi di euro in valore, anche se spesso il dato è da ricollegarsi ad un aumento dei prezzi e non, almeno per tutte le categorie di prodotti, dei volumi venduti.
L’UE si conferma il più importante cliente dei prodotti agroalimentari italiani con 35 miliardi di euro pari a circa il 57% dell’export; in termini di paesi mondali Germania, Stati Uniti e Francia rimangono i partner di maggior rilievo, con una quota complessiva del 37% e tassi di crescita a doppia cifra sul 2021. Altri paesi come Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Regno Unito hanno fatto registrare, sempre nel 2022, un deciso incremento sia in volume sia in valore. In controtendenza, invece, le forniture verso Giappone, e Russia.
Andando ad analizzare le categorie, in generale una performance positiva è da registrare per tutti i principali comparti, con le uniche eccezioni, tra i primi 20 prodotti esportati, di mele e uva da tavola. I vini in bottiglia, sicuramente un fiore all’occhiello del nostro Made in Italy, raggiungono 5,2 miliardi di euro di export (+6,6%), da ricondurre all’aumento dei prezzi che compensa largamente la riduzione dei volumi (-2,3%); le esportazioni in valore delle paste alimentari aumentano del 38,4% rispetto al 2021 e quelle dei vini spumanti del 19,4%; crescono in misura consistente anche le esportazioni di caffè torrefatto e di prodotti da forno.
Anche dal lato delle importazioni di F&B, l’UE si conferma il principale partner commerciale dell’Italia con una quota del 69% sul nostro import pari a un valore di 43 miliardi di euro nel 2022. Francia, Spagna, Germania e Paesi Bassi sono i principali fornitori, ma spicca al quinto posto il ruolo del Brasile dal quale l’Italia ha aumentato di oltre il 50% le sue importazioni.
Negli ultimi dieci anni il valore delle esportazioni di cibi e bevande è quasi raddoppiato (+81%), passando dai 33,5 miliardi del 2013 a 60,7 miliardi del 2022. In pratica, come si evince da una recente analisi di ISMEA, le spedizioni di prodotti agroalimentari sono aumentate in valore al ritmo di quasi il 7% all’anno, a fronte di un incremento più contenuto delle esportazioni complessive (+5,4%).
È questo lo scenario in cui si è inserita l’inaugurazione l’8 maggio di Tuttofood 2023, la manifestazione di riferimento in Italia per l’eccellenza e l’innovazione sostenibile in tutta la filiera agroalimentare, che vedrà fino all’11 maggio riunirsi a Milano i professionisti internazionali del settore per parlare di business, ma confrontarsi anche su temi quali la sostenibilità e l’innovazione e per scambi di conoscenze, soluzioni e buone pratiche al fine si tracciare la roadmap futura del comparto.