Essere fuori dagli schemi: Salvator Rosa
Tra le figure “ribelli” e controcorrente del Barocco ci sono nomi che meriterebbero più attenzione Salvator Rosa è sicuramente uno di questi. Edizioni Mondo Nuovo con il suo Demoni, streghe e battaglie. L’avventurosa vita di Salvator Rosa, opera firmata dall’attenta penna di Dalmazio Frau, prova a dare luce ad una delle personalità più interessanti del 600.
Nato ad Arenella, cresciuto in convento il suo destino poteva essere quello da prete o d’avvocato ma fin dai primissimi anni la sua vocazione è tutta verso quello che sarà il suo segnato destino: l’arte.
Rosa si sposta a Roma per approdare nella Scuola dei Bamboccianti, la tecnica si affina e tornato a Napoli si dedica, nei dipinti, al difficile rapporto uomo-natura; la natura nei dipinti dell’artista domina e sovrasta l’uomo un mix tra timore e fascino massimizzando un’atmosfera drammatica.
Nel 1638 il pittore partenopeo torna nella Capitale, frequenta la Curia e l’aristocrazia romana e allo stesso tempo i bassifondi dell’Urbe immortale armato di spada e coltello.
Salvator Rosa, carattere forte e probabilmente irrequietezza d’animo…gli attacchi alla Roma papalina e a Gian Lorenzo Bernini; artista a trecentosessanta gradi Rosa intraprenderà una carriera d’attore satirico e le sue battute verteranno in gran parte verso Bernini…Rosa è ostile al mecenatismo che regola il mondo del Barocco romano mentre Bernini ci sguazza, l’intesa tra i due non potrà mai esistere.
Nel Carnevale romano nel 1639, poco lontano da Porta del Popolo, Rosa attaccherà ancora una volta Bernini per le scenografie ideate per la festa, a causa delle frequenti frecciatine l’Accademia di San Luca decise di non annoverarlo tra le sue fila.
Ribelle e sicuramente anticonvenzionale intorno alla figura del pittore ruotano numerose leggende, dal brigantaggio calabro alle pratiche di stregoneria passando per chi lo vuole protagonista e partecipe alla sommossa napoletana di Masaniello.
Trasferitosi a Volterra, Rosa si dedica alle atmosfere tra orrido e macabro, il retrogusto dell’occulto è evidente nelle sue Magherie.
Soprannominato “Salvator delle Battaglie” per una vita intera, tra un dipinto e l’altro, Rosa non ha mai fatto un passo indietro nell’ingaggiare battaglie contro i vizi degli aristocratici, dei nobili e soprattutto degli uomini di Chiesa.
Tornato a Roma, Salvator smette di accettare richieste e ordini, lavora solo, decide lui dimensioni, prezzo e soggetto delle sue opere, morirà da artista libero il 15 marzo del 1673.
L’opera di Dalmazio Frau è importante non solo a ripercorrere la vita del pittore, Frau è abile nel descrivere tutto il contesto storico che ruota attorno a Salvator Rosa, dalla stregoneria alla magia, dai Rosacroce all’alchimia rendendo il libro una vera e propria guida allo spirito dell’uomo Salvator Rosa e non solo dell’artista.