Poldi Pezzoli: L’Arte di essere fragile, la porcellana di Meissen

Il Museo Poldi Pezzoli è tra i più amati dai milanesi per la generosità con cui il suo proprietario, Gian Giacomo Poldi Pezzoli, lo ha offerto alla sua città, ( Dispongo che la mia casa e tutte le opere in essa contenute divengano una Fondazione Artistica ad uso e beneficio pubblico, in perpetuo).
In occasione del Salone del Mobile 2018 ospita al suo interno un progetto esclusivo di collaborazione con Meissen la Manifattura storica tedesca di porcellana, la più antica in Europa, fondata nel 1710 da Augusto il Forte. Dopo l’invenzione della prima porcellana europea nel 1708, sotto la guida di Johann Friedrich Boettger a Dresda, l’ “oro bianco” fu prodotto nel castello Albrecht a Meißen.
Il titolo del progetto è già evocativo: L’arte di essere fragile. In mostra, dal 19 aprile al 14 maggio 2018, porcellane d’epoca del Museo della Fondazione Meissen, opere d’arte, nuovi design ed eleganti servizi da tavola che hanno un che di principesco. Oltre tre secoli della sua produzione sono esposti nei sontuosi spazi del Museo Poldi Pezzoli e aggiungono testimonianze di vita di altri luoghi e altri tempi.
In mostra la famosa “Affenkapelle” (Orchestra delle scimmie). Prodotta nel 1753 dal più importante modellatore di Meissen, Johann Joachim Kaendler, è considerata una vera sintesi dell’artigianato artistico: le ventuno scimmiette dai colori vivaci che suonano con entusiasmo sono capolavori di scultura di piccolo formato del Rococò tedesco.
Il vaso “Fishes” a disegni blu di Otto Eduard Voigt e il piatto “Ocean Fish” illustrano le possibilità aperte alla manifattura dalla pittura sotto vernice. Il servizio settecentesco “Swan Service” che comprende più di 2200 pezzi modellati in rilievo con un paio di cigni che nuotano tra le canne è sicuramente qualcosa di principesco.
Sono presenti anche opere dell’artista contemporanea americana Chris Antemann, che interpreta con umorismo le figurine di porcellana del Settecento: personaggi, motivi e scenari si fondono l’uno con l’altro, dando vita a un linguaggio quasi burlesque che racconta di riti, modi e tabù domestici.