Giorgio Gatto: un Mare di Plastica allo Spazio Liquido
Tre ghirlande intrecciate, a significare il tutt’uno delle discipline di Pittura Scultura e Architettura sono il simbolo ideato da Michelangelo Buonarroti, primo accademico per l’Accademia delle Arti del Disegno, la più antica d’Europa, creata da Cosimo I e fortemente voluta da Giorgio Vasari.
L’interdipendenza sancita allora tra questi tre campi è però sempre più disattesa al giorno d’oggi, giorni in cui a prevalere è la specificità di un argomento, dimenticandone cosi i prodromi. Tutto il contrario quindi dell’eclettismo che ha contraddistinto per secoli gli artisti in Italia, dote primaria di chi è attento e percettivo.
Gli artisti del passato passavano spesso e volentieri da un campo ad un altro perché tale era la preparazione. Solo con le recenti riforme risalenti ai primi del novecento, si è iniziato un depauperamento sistematico ed inesorabile incanalando il sapere e chi ne dovrebbe usufruire in canali sempre più asfittici.
Per nostra fortuna l’animo dell’uomo è curioso per natura e comunque tende a travalicare i confini di spazi sempre più angusti. Per questo vi invito a vedere, mutatis mutandis la mostra con installazioni e opere di sperimentazione, di Giorgio Gatto ancora e per fortuna alfiere di questa mentalità.
Nasce architetto ma la sua vita professionale è stata impressa sui saperi antichi e si esprime quindi spaziando nei campi della mitica ghirlanda, facendo incursioni anche tra le installazioni. E come tutti gli artisti della tradizione è pronto a trovare soluzioni da ciò che si presenta anche come un problema.
Di necessità virtù quindi, emulando illustri esempi del passato. Artista emblematico di ARTOUR-O il MUST grazie alla sua formazione progettuale realizza opere, anche di dimensioni notevoli, su incarichi professionali dei suoi committenti, opere pronte però “a scomparire” per riapparire nella loro completezza in qualche parte del mondo. Così percorre il mappamondo da Shanghai a Yiwu, da Roma a Portofino, o Montecarlo Londra Praga Barcellona Merida o Madeira ed è in vista Malta. Gatto ha sviluppato, per la gioia dei suoi Committenti opere dalla tecnica ingegnosa, che permettono la scomposizione tra cavetti e bulloni, tela, fili di acciaio, tappezzerie, sono sovrapponibili o a scomparsa per stupire una volta arrivate a destinazione ricomponendo con facilità il loro intrinseco messaggio.
Molto sensibile alla salute del pianeta che ha indubbiamente bisogno di tutta la nostra attenzione ha presentato in anteprima a Firenze, con Construire srl, la sua installazione “Una ballata del mare plasticato” che già nel titolo presenta un che di respingente per puntare l’indice sullo scempio cui viene quotidianamente sottoposto il pianeta liquido, il mare a cui per certi versi la natura intelligente ha già individuato e facilitato la soluzione al degrado, creando grazie al gioco delle correnti un continente, una sorta di miniera d’oro pronta ad essere sfruttata. Piacevoli legende scritte da Gatto stesso accompagnano la mostra presso Spazio Liquido, che si compone di alcune opere della sua nuova ricerca oltre alla “Ballata” che a Firenze con ARTOUR-O il MUSeo Temporaneo a Firenze creava un grande sipario nelle splendide Cantine della Fondazione Conservatorio S.M. degli Angeli.
La mostra arricchita da interessanti incontri è aperta fino al 2 maggio.
Spazio Liquido
Info 010 2511361.
Laura Palazzini Miria Uras Monica Palazzini Architetti
Vico alla Chiesa della Maddalena 9/2
16124 Genova