La nuova dialettica giudaica in Europa, Revue K. l’editoriale di successo
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L’attacco di Hamas ha riportato la questione ebraica al centro del dibattito. Volevamo fare una rivista contemporanea, ma non avremmo mai immaginato di essere raggiunti così rapidamente dall’attualità” sostiene Bruno Karsenti, filosofo e fondatore di Revue K, l’editoriale, che cavalcando l’onda mediatica che ha riportato gli occhi del mondo sulla striscia di Gaza, si è affermato come nuova corda vocale dell’ebraismo in Europa.
Riscontro che arriva anche dalla terra promessa, non mancano all’appello media televisivi e giornalisti israeliti che riportano, con una certa frequenza, il quotidiano nato in Francia.
Solo dopo 18 mesi dalla fondazione nel 2021 il boom d’iscrizioni alla newsletter settimanale tocca quota 10 mila, oggi conta tra i 20 e i 30 mila lettori mensili, conquistando lettori internazionali grazie al bilinguismo francese e inglese.
Nata su iniziativa di personalità accademiche, filosofi e intellettuali, la rivista ha il cuore sedimentato nell’ambiente universitario: vanta collaborazione accademiche con l’università parigina EHESS o l’università ebrea di Losanna, ogni settimana escono tre nuovi testi dove compaiono le firme di scrittori e ricercatori noti.
Revue K. conserva e preserva con rigore l’idea propositiva che da 4 anni muove i suoi ingranaggi: in questo forum intellettuale non manca l’impronta liberale e sionista; Revue K porta, dunque, in auge la necessità di dialogo che si apre a opinioni e sfumature multidisciplinari, con l’obiettivo di far comprendere ai lettori le crescenti sfide che la comunità ebraica sostiene, ad oggi, nel Vecchio Continente.
“Bisogna portare avanti una battaglia, soprattutto dal punto di vista intellettuale e culturale, come predicava Gramsci. E lavorare sulla riarticolazione di un giudaismo profondamente europeo, umanista, liberale e sionista sul piano politico-filosofico” afferma David Khalfa, condirettore dell’Osservatorio del Medio Oriente alla Fondation Jean-Jaurès, dopo aver riportato ai media quella che secondo lui è un’ondata di antisemitismo che ha visto coinvolgere e abbattersi su molti ebrei europei. Se ne evince quindi che pur accostandosi a una visione politica tipicamente di sinistra, trattando temi come la difesa dei diritti umani, la promozione della tolleranza, e il crescente odio europeo verso il giudaismo con le relative implicazioni sociali, la vera forza di questo giornale è l’essersi riuscito ad affermare come principale ponte di scambio di opinioni con il mondo sionista dei nostri giorni.