Storia di una festa nazionale in cui è vietato brindare
Il 15 marzo, in Ungheria, è festa nazionale. In questo giorno si commemora, infatti, l’inizio della rivoluzione ungherese del 1848, nata in seguito alla sua dichiarazione di indipendenza.
Il Quarantotto ungherese
Il 1848 è un anno dalla rilevante valenza storica. Attraversato da moti e agitazioni rivoluzionarie contro i regimi assolutistici dell’epoca, ha riguardato quasi interamente il continente europeo. Ancor oggi, per sottintendere uno stato di improvvisa confusione si ricorre all’espressione “fare un Quarantotto”. La rivoluzione ungherese, nel marzo del 1848, fu pertanto strettamente legata alle altre che iniziarono a levarsi contro le oppressioni e le ingerenze dell’Impero asburgico. Essa fu guidata da Lajos Kossuth, a capo dell’ala democratico-radicale dei nazionalisti ungheresi, la quale domandava l’ampliamento del diritto di voto e il trasferimento da Presburgo a Pest della Dieta ungherese (un’istituzione legislativa nel regno medievale dell’Ungheria). Infatti, durante la dominazione asburgica il Paese rimase in parte autonomo, ma il vento stava cambiando e i nuovi ideali nazional-liberali del popolo magiaro iniziarono a fiorire nelle menti indipendentiste di personalità come Kossuth. Quest’ultimo ricopriva la posizione di ministro delle finanze e guidò la rivoluzione ungherese in seguito all’emanazione della costituzione di Felix Schwarzenberg, che sottraeva antichi privilegi agli ungheresi. In poco tempo, in Ungheria venne creato un governo, diversi organi amministrativi e un esercito regolare di 30.000 uomini. L’esercito riportò qualche vittoria, ma la posizione di centralità del Paese all’interno del Vecchio Continente finì per non lasciare indifferenti i Paesi circostanti, come l’impero russo. Quest’ultimo, infatti, in quanto membro della Santa Alleanza, intervenne a fianco dell’Austria imperiale, infliggendo dure sconfitte alle truppe magiare.
Si festeggia, ma con la birra non si brinda
Una particolarità della festa ungherese, che ogni anno viene festeggiata a Budapest con mercatini e concerti, riguarda un episodio accaduto al culmine delle sconfitte ricevute dall’impero russo, che portarono alla resa il generale dell’esercito ungherese Artúr Görgei, il 13 agosto 1849. La rivolta ungherese culminò nell’ottobre del 1849, con le impiccagioni di dodici generali e un colonnello dell’esercito ungherese ad Arad (attualmente in Romania), che divennero noti come i “Martiri di Arad”. Leggenda narra che, durante l’esecuzione, i soldati austriaci brindarono alla loro morte con boccali ricolmi di birra. Da quel giorno, gli ungheresi decisero di non brindare mai più con boccali di birra per almeno 150 anni, in onore dei patrioti repubblicani uccisi. Tuttavia, tra i nazionalisti magiari più intransigenti, ancora oggi, a 175 anni dalla sconfitta dei rivoluzionari è ancora possibile trovare alcuni ungheresi prolungare il giuramento e rifiutare un brindisi con la birra.