Un resoconto della 78ª edizione del Premio Strega
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Femminicidi, disagio psicologico da pandemia e ambiente: sono i tre temi che sostengono la trama del romanzo che ha vinto la 78ª edizione del Premio Strega, L’età fragile di Donatella Pierantonio.
L’autrice abruzzese prevale con il romanzo Einaudi (al 16° trionfo). Al secondo posto Invernale di Voltolini. Chiara Valerio terza, poi Romagnolo, Di Paolo, Giartosio.
“Prometto che userò la mia voce scritta e orale in difesa di diritti per cui la mia generazione di donne ha molto lottato e che oggi mi ritrovo a verificare non più scontati” sono state le prime parole di ringraziamento dell’autrice. Attraverso la vicenda di due ragazze uccise in un bosco, la scrittrice si avventura verso il tema della precarietà e fragilità umana.
Ricordando che siamo tutti nudi e soli nel mondo, sottoposti a ingiuste punizioni quasi fossimo un cartone animato. Pronto a rialzarsi e vivere ancora. L’autrice si sofferma sull’accettazione e la conoscenza della nostra fragilità. Quest’ultima è un punto di partenza per essere una collettività forte. La fragilità connota il mondo e non fa distinzioni d’età. La scrittrice scrive il suo primo romanzo a 49 anni e da lì non si ferma più. L’età fragile è ogni età che si vive, come la più bella, per citare Dino Risi ne Il Sorpasso (1962).
Seguono nella classifica definita dal voto di 644 aventi diritto (su 700, il 92%), Raffaella Romagnolo con Aggiustare l’universo (Mondadori), 83 voti; Paolo Di Paolo con Romanzo senza umani (Feltrinelli), 66 voti; e Tommaso Giartosio con Autobiogrammatica (Minimum Fax), 25 voti.
Quest’ultimo è un libro bellissimo, un vocabolario dell’anima, ci narra come tutti noi siamo fatti di parole, spesso neologismi assorbiti o inventati in determinate relazioni, età o circostanze. L’Autobiogrammatica: il silenzio da cui risaliamo, le parole chiuse nel lessico famigliare, la metamorfosi dei versi animali in una voce, i nostri primi e nuovi alfabeti. Siamo nati non assieme ma tra le parole ascoltate. Ugualmente cresciuti. Una lettura da fare assolutamente per poi magari provare a scrivere il nostro libro di parole . Parole che ci lasciano i nostri cari e i nostri amori che vanno via. Tutti i libri arrivati in finale sono bellissime letture. Era qualche anno che in finale non arrivavano tutti libri degni di essere vincitori.
La serata si è svolta nel meraviglioso giardino del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma. Serata condotta da Geppi Cucciari e Pino Strabioli che è possibile rivedere su Raiplay.
“Domani morirà. Morirà e il suo linguaggio resterà solo in chi la ricorda. Non ho mai avuto intenzione di salvarlo, non ce n’era bisogno: ce l’ho dentro”. Tommaso Giartosio, da: Autobiogrammatica.