Il regno di Oz compie settanta anni. Ma riesce ancora a camuffarsi tra i bambini

Dorothy e il suo cagnolino vengono catapultati da un ciclone nel fantastico mondo di Oz. Con l’aiuto di uno spaventapasseri, dell’uomo di latta e di un leone, la giovane dovrà affrontare una strega cattiva nel tentativo di tornare nella sua casa nell’Arkansas. Capolavoro del 1939 dall’immutato fascino, tra il fantasy e il musical, ricco di poesia e significato, l’opera di Baum non è affatto un libro per bambini. E se pure le avventure di Dorothy sono un efficace diversivo per tenere i più piccoli con il fiato sospeso fino all’ultima pagina, è agli adulti che lo scrittore si rivolge, proponendo spunti di riflessione sui temi più cari : i sentimenti, la ragione, la consapevolezza di sé, l’ amicizia, la forza del gruppo nel superare insieme le difficoltà. Amarsi con tutte le differenze del caso. Forse pellicola da mettere il loop oggi a scuola.
Per essere stato il 1938 l’incasso di 59 mila dollari al botteghino fu un vero e proprio successo senza pari. Negli anni furono fatti diverse versioni dalla tecnologia più avanzata. A. Arnold Gillespie era, negli anni trenta, il mago degli effetti speciali a Hollywood. Venne ingaggiato da LeRoy per realizzare scene mai viste prima. Gillespie doveva riuscire a creare per quella pellicola effetti mai visti prima di allora: scimmie volanti, palle di fuoco, una strega che si scioglie e vola con la scopa, e, soprattutto, una casa trascinata via da un tornado.
Per rendere l’effetto della fattoria che cade dall’alto per poi finire nel mondo di Oz, Gillespie utilizzò un metodo tanto semplice quanto ingegnoso: fece dipingere il pavimento dello studio come il cielo del Kansas, dopodiché gettò dall’alto un modellino della casetta di Dorothy e poi riprese la scena al contrario. In questa maniera nella scena sembra quasi che sia la casa a cadere dal cielo sulla terra mentre, in realtà, è solo un abile trucco. Per rendere inoltre l’idea del tornado in lontananza, Gillespie fece costruire un enorme oggetto di stoffa a forma di imbuto, lungo circa 10 metri, la cui parte superiore era legata ad un porta lampada che si spostava per l’intera lunghezza del set, seguendo un percorso ad S. A mio avviso gli scarsi strumenti a disposizione dei tempi hanno a loro vantaggio quello del sogno. Obbligarci a farci sognare, rendere in un paesaggio possibile tutto questo.
Altra ingegnosa soluzione venne trovata per la morte della strega. Sotto i piedi di Margaret Hamilton venne posta una botola: nel momento in cui Judy Garland gettava l’acqua sul volto della strega, questa iniziava a scendere lentamente dentro la botola, dalla quale fuoriusciva un fumo biancastro. In questa maniera lei scendeva verso il basso, mentre l’abito rimaneva sul pavimento, dando così l’idea di essersi davvero liquefatta.
Il bianco e nero sono alternati dai suoi indimenticabili colori che hanno la funzione di accenderci dentro. Il verde del castello sembra appena maggiorenne ed esso è un colore emblematico, smeraldo, il colore dei dollari. La colonna sonora non ha età. E sembra impossibile che questo sogno è pronto a compiere settanta anni. Judy Garland volto diventato iconico per l’interpretazione di questo personaggio assunse per la linea svariati farmaci da cui resterà dipendente per sempre. La fine dei suoi giorni mal di sposa l’idea di Favola o Fiaba. Sembra che dietro ogni storia così meravigliosa ci sia una sempre una tragedia tale. Oltre che ha mantenere gli standard della favola perfetta: castelli, corvi, streghe, la storia del mago di Oz è per gli adulti. Il ruolo delle figure femminile è centrale, non ci sono salvataggi romantici, solo Glinda ha il ruolo di un ipotetica salvatrice. E in fine la presenza a se stessa delle protagonista che dopo tanto muoversi vuole tornare al vero sé. Tratto dal libro :
[ ….]è stato molto bello…come un sogno, ma sapessi come sono felice di essere di nuovo a casa”.]
(Dorothy alla zia di ritorno dal regno di Oz)
“Siete ricchissimi…possedete la qualità più preziosa che esista: sapete essere contenti di ciò che siete e di ciò che avete” (Ozma al boscaiolo di latta e allo spaventapasseri).
Solo una cosa sarebbe da domandare a Baum, e tutti i reali lettori se lo staranno domandando ancora.
Perché nel libro le scarpette sono d’agento e nella pellicola appaiono di quel iconico rosso traslucido rubino?
Una risposta non l’ abbiamo trovata, ma se siete informati sui fatti contattateci senza esitazioni.
Buon compleanno Oz. Ti trovo in splendida forma.