Storia del Mausoleo di Augusto

Una delle più grandi riapertura di Roma dopo la fine della pandemia, di cui si è parlato troppo poco, è il mausoleo di Augusto. Si tratta del monumento più importante per celebrare la maestosità secolare dell’impero romano. Se un monumento potesse riassumerne la sua storia questo non sarebbe il Colosseo, tanto meno il circo Massimo o i fori. Ma l’ Augusteo. Questo grande occhio che osserva Roma da secoli. Consapevole della sua storia. Gigante paziente. La storia del progetto di recupero e riqualificazione per il Mausoleo è stato diretto da Luca Josi, consigliere di amministrazione della Fondazione TIM, ideatore del progetto coadiuvato anche dagli studi archeologici della Sovrintendenza del Comune di Roma.
Il mausoleo venne iniziato da Augusto nel 28 a.C. al suo ritorno da Alessandria d’Egitto (durante il suo sesto consolato), dopo aver conquistato l’Egitto tolemaico e aver sconfitto Marco Antonio nella battaglia di Azio del 31 a.C.. Fu proprio durante la visita ad Alessandria che ebbe modo di vedere la tomba in stile ellenistico di Alessandro Magno, probabilmente a pianta circolare, da cui trasse ispirazione per la costruzione del proprio mausoleo. I riferimenti all’ellenismo, oltre alle scelte politiche di Ottaviano, trovano conferma nella decisione di erigere una sepoltura dinastica simile sia a quella di Alessandro Magno che al mausoleo di Alicarnasso, costruito attorno al 350 a.C. in onore del re Mausolo e annoverato tra le sette meraviglie del mondo antico.
Il primo ad essere seppellito nel mausoleo di famiglia fu Marco Claudio Marcello, il nipote prediletto ed erede designato di Augusto, morto improvvisamente nel 23 a.C., seguito dalla madre di Augusto, Azia maggiore.
Vi furono tumulati poi il genero di Augusto, Marco Vipsanio Agrippa, il figlio adottivo Druso maggiore e i nipoti Lucio e Gaio Cesare. Lo stesso Augusto vi fu sepolto nel 14. Svetonio racconta che il corpo di Augusto venne trasportato da Nola (dove era morto) a Bovillae e poi a Roma. Ebbe due orazioni funebri: una di Tiberio davanti al tempio del Divo Giulio, l’altra di Druso minore, il figlio di Tiberio, dall’alto dei rostri antichi. Subito dopo i senatori lo portarono a spalla fino al Campo Marzio dove venne cremato. Un vecchio pretoriano giurò di aver visto salire al cielo il fantasma di Augusto, subito dopo la sua cremazione. I personaggi più influenti dell’ordine equestre, in tunica, senza cintura, a piedi nudi, deposero i suoi resti nel mausoleo a lui dedicato, fatto costruire tra la via Flaminia e la riva del Tevere durante il suo sesto consolato, avendo poi aperto al pubblico i boschetti e le passeggiate da cui era circondato. In seguito le ceneri dei suoi successori, della dinastia giulio-claudia, vennero qui deposte. Dopo Augusto vi furono seppelliti i nipoti Druso minore e Germanico, la moglie Livia Drusilla e il figlio adottivo e successivo imperatore Tiberio.
Nella sua Geografia, il geografo greco antico Strabone fornì una preziosa descrizione dell’edificio:
«Il più notevole [tra i monumenti] è il cosiddetto Mausoleo, un grande tumulo di terra, innalzato presso il fiume [Tevere] sopra un’alta base rotonda di marmo bianco, tutto ombreggiato da alberi sempre verdi, fino alla cima, sulla quale era la statua di Cesare Augusto, in bronzo dorato. E sotto quel tumulo vi erano le celle sepolcrali di lui, dei suoi parenti e degli amici più intimi. Dietro c’è un grande bosco sacro che offre splendide passeggiate. Nel mezzo del campo c’è un recinto, sempre di marmo bianco, costruito intorno al crematorio di Augusto, che ha una balaustra circolare in ferro ed all’interno ci sono dei pioppi.»
Caligola vi posò le ceneri della madre Agrippina e dei fratelli Nerone Cesare e Druso Cesare; in seguito vi furono portati i resti dell’altra sorella, Giulia Livilla, di Drusilla e, forse, di Caligola stesso. Nerone, come in precedenza la figlia di Augusto, Giulia maggiore, venne escluso dalla tomba dinastica e messo nel mausoleo della famiglia paterna, i Domizi Enobarbi.
Non è chiaro dove siano stati sepolti Vespasiano e Claudio ma è certo che l’ultimo tumulato nel mausoleo augusteo fu Nerva, nel 98. Il suo successore, Traiano, venne infatti cremato e le sue ceneri vennero poste in un’urna d’oro ai piedi della Colonna Traiana, mentre Adriano costruì un nuovo mausoleo, ciò che oggi è Castel Sant’Angelo, dove verranno poste le ceneri degli imperatori del II secolo.
Un amico tempo fa prima della sua riapertura mi ha portato in questo posto sorprendente, presentandomelo come l’Augusteo. Augusto, mi disse immediatamente lo costruì per seppellirvici i resti suoi e dei suoi cari ma poi quando arrivarono i barbari lo distrussero come tutto il resto. Augusto il primo grande imperatore, scelto ancora ragazzo da Giulio Cesare per comandare su Roma, come avrebbe potuto immaginare che un giorno il suo grande regno sarebbe stato un cumulo di rovine. Durante il medioevo qualcuno rubò le sue ceneri, nel XII secolo divenne la fortezza della famiglia Colonna, poi un’arena e dopo ancora ci immagazzinarono fuochi d’artificio. L’augusteo ha subito così tanti mutamenti, soprusi, caos, trasformazioni, depredazioni mentre la città gli cresceva attorno trasformandosi nei secoli abbellita dai papi , restando un gigante in silenzio . Ma il caos che ha sopportato lo ha riportato infine ad essere se stesso ricordandoci che le rovine sono un dono e che solo attraverso la distruzione la trasformazione, e la rovina si può concepire una rinascita. Il mausoleo, alto circa 45 metri di altezza con un diametro più o meno di un campo da calcio guarda la sua città a due passi dalle vie più importanti come via del Corso, e con enorme pazienza è riuscito a tornare quel che è. Abbandonato per secoli e sprofondato nell’oblio della memoria è il luogo che maggiormente celebra Roma, anche se totalmente dimenticato dalla memoria collettiva dei cittadini. Questo monumento rappresenta per eccellenza lo splendore e la massima potenza di cosa è stata la città nella storia. Fu progettato personalmente da Augusto e nel quattordicesimo secolo dopo Cristo ne vennero depositate le ceneri. Si parla dell’imperatore che fece splendere Roma e il suo impero dai suoi successori per oltre quattrocento anni ed è questo il luogo che dovrebbe rappresentarla maggiormente. Oggi l’Augusteo è visitabile bonificato ed aperto. A tutti i turisti è consigliato prenotare il biglietto perché tornarlo a visitare è divenuta una delle attività più popolari da turisti e non. La sua passeggiata al suo interno è cosparsa di sacralità e rispetto, vi è anche un atto meditativo nella sua visita. Il mausoleo si riprende così nonostante le angherie dei secoli la sua dignità; E rinasce. Processo naturale dopo le distruzioni.