Le 5 televendite più incisive in Italia: tra trash e arte di coinvolgere

Ci sono voluti anni per ricavare un proprio spazio di azione ma le televendite, con il tempo, sono riuscite ad affermarsi e a coinvolgere il pubblico nella spirale dello shopping. Una sottocategoria televisiva a sé, che rende le stesse telepromozioni le protagoniste del piccolo schermo, dove l’intuito per il marketing è l’arma principale. Vari i contributi su diversi canali, ma alcuni sono rimasti indimenticati: quando la capacità di coinvolgere lo spettatore si interseca, divenendo un’unica cosa, con il trash e le risate…d’altronde è proprio l’ilarità che tiene alta l’attenzione.
Roberto Da Crema, il “Baffo” presenta gli “Watch che scimmiottavano gli Swatch”
Roberto Da Crema, detto il “Baffo”, in virtù dei folti baffi che lo contraddistinguono, può essere considerato come il “re” delle televendite. Si può dire che l’attività pubblicitaria fosse proprio il suo mondo, la sua casa, infatti, era dotato delle più grandi capacità e doti nell’ammaliare il pubblico e nel convincerlo ad acquistare qualunque tipo di cianfrusaglia, carriera che gli ha consentito, poi, l’ingresso in reality e programmi di tv generalista. Uno stile forte e divertente, con un tono di voce alto accompagnato sempre dalla sua mano che sbatteva l’oggetto con veemenza sul tavolo. Improvvisazione e rantolo asmatico lo rendevano unico nel suo genere, caratteristiche che lo hanno condotto a divenire il leader indiscusso delle televendite per oltre quarant’anni. Il coinvolgimento degli spettatori, ormai, era solamente una conseguenza diretta.
«L’oggetto che ho venduto di più? – racconta in un’intervista al Corriere – I Watch che scimmiottavano gli Swatch: un milione e 750 mila pezzi»
Tre orologi, nero, bianco e blu, dell’Italia Watch Collection edizione del 2011, che il “Baffo” invitava ad acquistare con un’enfasi unica e indiscutibile, dove il “Sono tuoi” era accompagnato sempre da vigore, energia e il suo rantolo asmatico caratteristico.
Il “Re” dei materassi: l’estrema professionalità di Giorgio Mastrota
Dai materassi ai fornelli, ma le televendite di “Eminflex” non verranno dimenticate facilmente. Immortali come lo stesso Beautiful, che gli riservava uno spazio pubblicitario, Giorgio Mastrota entrò nel mondo delle televendite e dei materassi non per una vocazione pubblicitaria che lo governasse, ma più che altro per usufruire di tale mansione come un vero e proprio ripiego, beh un ripiego di 850.000 euro l’anno.
Una presentazione di pochi minuti, la divulgazione di prezzi e di vari prodotti da camera, dal materasso, ai cuscini, alla semplice trapunta. Un’attitudine unica quella di Mastrota, in una manciata di minuti riusciva a bombardare lo spettatore con un’infinità di informazioni, probabilmente confondendolo e rendendo, allo stesso tempo, allettante l’offerta.
Giorgio Mastrota si è spostato alle tele-promozioni per prodotti da cucina dove, comunque, la sua professionalità lo ha condotto ad avere successo e ha reso possibile una vendita cospicua anche in altri settori, ma, nonostante la sua nuova realtà, verrà sempre ricordato come il “Re” dei materassi.
Chef Tony e Miracle Blade III, la serie perfetta
Non in tutte le televendite la professionalità è data dall’utilizzo della voce, di un determinato tono o di parole ben precise, a volte bisogna solo essere in grado di ipnotizzare lo spettatore.
Per questo motivo si può parlare di Miracle Blade III, la serie perfetta di coltelli presentata da Chef Tony. Una televendita dove le parole sono sprecate, perchè, in realtà, è il magnetismo delle azioni la chiave del successo; non si ascolta ciò che lo Chef dice, ma ci si perde nelle sue mani che tagliano ogni tipo di alimento, nel coltello che maneggia con una semplicità tale da convincere chiunque di poter replicare tali azioni.
L’essere magnetici è un’altra strategia di marketing, significa andare oltre le ovvie frasi di indottrinamento, superare un limite ed entrare in contatto con un altro senso, coinvolgendo la vista e creando una platea differente, quella formata da gente incollata sul divano incapace di distogliere lo sguardo dalla televisione.
Una crema miracolosa, lo “scioglipancia” di Wanna Marchi
Un prodotto differente, rivolto ad un altro tipo di pubblico dove le donne sono al centro della scena, motivo per cui era proprio una donna a rivolgersi alle sue spettatrici. Wanna Marchi conduceva un marketing differente basato su promesse e miracoli, dove il dimagrimento era possibile solamente “facendo il bagno un giorno sì, e un giorno no”, utilizzando lo scioglipancia.
La realtà presentata dalla Marchi, e che vedeva grandi proseliti, era priva di fatiche e di rinunce, per cui l’obiettivo comune di questo pubblico, ovvero dimagrire e avere un bel corpo, sarebbe stato possibile senza alcuno sforzo.
Regina indiscussa dei prodotti dimagranti, Wanna Marchi, in collaborazione con sua figlia Stefania, ha venduto quantità di creme, fanghi e impacchi dichiarando una vera e propria guerra al grasso, d’altro canto ci troviamo nel contesto televisivo degli anni ‘80, dove l’ossessione per la linea era perfino malsana, infatti non mirava al benessere ma all’essere belli.
«Fate schifo!», «Come fate ad andare in giro in quelle condizioni!», «Lardosi! Dovete fare qualcosa per migliorarvi».
Parole forti, ma adatte al contesto storico e che ancora oggi hanno lasciato un segno essendo state, inoltre, riportate alla memoria dalla docu-serie di Netflix firmata da Alessandro Garramone, portando alla luce gli eventi che hanno condotto la televenditrice al processo per truffa.
Una televendita sulla scia circense: tra sfarzo e urla di Sergio Baracco
Un personaggio difficile da dimenticare quello di Sergio Baracco, che si cimentava nella vendita di gioielli tramite il BancOro di Valenza, sfruttando dei momenti di silenzio, susseguiti da urla per mantenere alta l’attenzione dello spettatore. Un impegno che mirava alla creazione di un rapporto più “intimo” con il pubblico, basti pensare, infatti, al modo di Baracco di rivolgersi, dove il termine “Amici” era presente in ogni frase come incipit per coinvolgere maggiormente la platea e presentare, in seguito, quegli sconti enormi, che non gli era concesso proporre e che avrebbero permesso l’Affare del secolo.
Diverso prodotto, differente settore, nuova strategia di marketing. Uno stile quasi proprio del circo, visto lo sfarzo e il rotacismo che veniva enfatizzato, rendendo il tutto quasi fastidioso, esagerato, ma che, in qualche modo, catturava il pubblico in un vortice circense.
L’oggetto di vendita di Baracco erano i gioielli, solitamente molto pacchiani e di dubbio gusto, ma che venivano spacciati per gioielli di lusso, con una forza tale da condurre il pubblico ad osservare il prodotto e vederlo dello stesso valore con cui lo presentava il televenditore.
Ad oggi Sergio Baracco prosegue il suo operato nelle tv private, ma le urla, l’enfasi e lo sfarzo appartengono al passato, solamente la “R” moscia continua ad accompagnarlo nelle sue presentazioni.