Luci sull’Iran: intervista esclusiva al Direttore dell’Istituto Culturale iraniano

Tra i territori più affascinanti e ricchi di una storia millenaria non si può non menzionare l’Iran. Al centro spesso di semplificazioni giornalistiche e di analisi prive di reale profondità storica, la Repubblica Islamica dell’Iran è la culla della tradizione culturale persiana a trecentosessanta gradi ed oggi abbiamo modo di parlarne con il Dott. Mohammad Taghi Amini, responsabile dell’Istituto Culturale dell’Iran con base a Roma.
Salve Mohammad e benvenuto su 2duerighe.com, iniziamo con qualche domanda di rito, quale attività svolge l’Istituto e quali sono i suoi obiettivi?
Innanzitutto, vorrei ringraziare la redazione del quotidiano 2duerighe per avermi concesso questa opportunità. Sono Amini, Consigliere Culturale e direttore dell’Istituto Culturale della Rep. Isl. Dell’Iran a Roma.
Cerco di presentare il mio Paese in modo sintetico. L’Iran ovvero la Repubblica Islamica dell’Iran, l’erede dell’antica Persia, posizionata nel sud ovest del continente asiatico e nel territorio di Medio Oriente, con una superfice pari a 1648195 km2 è il sedicesimo Paese del mondo come grandezza. I Paesi confinanti a nord sono Turkmenistan, Repubblica Azerbaijan, Armenia e il mar Caspio, ad ovest sono Turchia e Iraq, ad est sono Pakistan e Afghanistan e al sud abbiamo il Golfo Persico e il mare Oman. È indipendente da sempre, ha capitale Teheran ed è l’unico Paese nel Medio Oriente che con la sua numerosa popolazione possiede importanti risorse di energia, come idrocarburi.
L’istituto culturale dell’Iran opera in Italia in virtù dell’accordo culturale firmato tra i due Paesi il 29 novembre 1958. L’accordo firmato è un documento quadro che prevede una vasta collaborazione culturale tra due Paesi.
Il nostro Istituto si impegna su un’ampia serie di iniziative. Cerchiamo di facilitare accordi tra università iraniane e italiane, allo stesso tempo collaboriamo con case editrici contando all’attivo la pubblicazione di più di 160 titoli. Siamo impegnati in progetti di restauro come quello della statua di Ferdowsi [Fidursi] sita in Villa Borghese a Roma, in collaborazione con il comune di Roma. Dal punto di vista culturale e linguistico sosteniamo corsi di islamistica ed iranistica e lingua persiana presso le università di Bologna, Roma, Venezia, Napoli e Palermo. Come Istituto siamo promotori per la diffusione di lingua persiana attraverso corsi di lingua che ormai dopo la pandemia si svolgono online. Abbiamo avuto un grande successo. Inoltre, organizziamo mostre artistiche, rassegne cinematografiche, conferenze e tutto ciò che ci aiuta per far conoscere e presentare la cultura millenaria persiana al pubblico italiano.
Uno dei punti chiave della cultura persiana, a mio parere, è quello di saper fondere perfettamente elementi culturali tradizionali senza tralasciare le esigenze di un Paese moderno, è d’accordo? In quale ambiti in particolare, secondo lei, troviamo questo tipo di equilibrio?
Il contrasto tra la modernità e la tradizione è al centro dell’attenzione del mondo d’oggi. I diversi Paesi orientali nell’impatto con la modernità occidentale hanno resistito per qualche anno ma alla fine hanno ceduto e si sono rassegnati alla modernità occidentale.
Ma l’Iran è un paese diverso. In realtà l’Iran è un paese in costante movimento tra la modernità e la tradizione; non ha lasciato la sua tradizione e né si è arreso davanti alla modernità. Bisogna precisare che con il passare del tempo anche l’Iran piano piano si allontana, purtroppo, dalle sue tradizioni e si avvicina alla modernità ma questo non è solo un problema dell’Iran. Nel mondo d’oggi e con le informazioni che circolano, la situazione cambia ogni secondo e non c’è via di fuga per nessun Paese. Nonostante tutto, l’Iran è un Paese che ha un forte legame con la fede e la religione, quest’ultima ha delle radici profonde nella società e questo legame tra il popolo e la fede impedisce l’ingresso selvaggio del modernismo nella società, preservando così la tradizione.
L’Iran, nonostante la sua ricchezza culturale, sembra spesso essere raccontato dai media con uno sguardo eccessivamente semplificato e non in grado di cogliere le sfumature molteplici della sua storia. È d’accordo? Secondo lei perché avviene ciò?
L’Iran è la terra della storia e cultura sia per attrazioni come Pasargade, sito archeologico Unesco, e Persepoli, le bellissime città di Isfahan e Yazd, sia per il suo ricco patrimonio di umanità, sia per la sua civiltà millenaria e la sua ricca storia e le diversità culturali che possiede e sono presenti ancora.
Gli autori persiani ormai sono conosciuti in tutto il mondo, possiamo citare poeti come Rumi, Nizami e Hafez o grandi scienziati come Avicenna e Omar Khayam.
Il potere mediatico degli Stati Uniti e dell’Occidente influenza facilmente l’opinione pubblica attraverso i Mass media, facendo emergere un’immagine spesso poco veritiera dell’Iran, fortunatamente attraverso la nostra cultura riusciamo a sconfiggere l’errata informazione che circola.
Il fenomeno iranofobia ormai è conosciuto a tutti. I media occidentali cercano di presentare un’immagine camuffata dall’Iran come un Paese in cerca di tensioni e guerra. Vorrebbero, in qualche modo, giustificare le sanzioni non giuste imposte contro l’Iran e il suo popolo. A mio parere, il dovere nostro come ente che rappresenta la cultura persiana, è di essere presenti in maniera significativa nell’ambito internazionale per presentare la vera immagine dell’Iran.
Siete promotori di cultura anche attraverso collaborazioni con case editrici, “Il cerchio” ad esempio. Tali progetti mostrano come grazie alla cultura sia possibile scacciare luoghi comuni e paure. Nel libro di Mohammad Ali Shoamali, “Maria, Gesù e il cristianesimo nella visione islamica” (Ed. Il Cerchio) vengono portati alla luce, anche attraverso estratti di discorsi di Giovanni Paolo II, alcuni punti di incontro tra le tre religioni abramitiche, un esempio potrebbe essere l’importanza di figure quali Maria e Gesù sia nel Corano sia nella Bibbia. Tralasciando l’argomento religione, quali punti di incontro culturali potrebbero intercorrere tra la cultura italiana e quella iraniana?
Le affinità culturali tra l’Iran e l’Italia hanno radici nella loro storia. Essere ospitali, il valore della famiglia e il ruolo della fede sono alcuni fattori che sono in comune tra i nostri Paesi. Siamo due Paesi geograficamente lontani e nello stesso tempo siamo molto vicini: dai colori della bandiera, alla letteratura, all’arte, all’architettura. Bisogna puntare sulle affinità per allontanare guerre e tensioni.
Dal punto di vista delle relazioni tra i due Paesi devo dire che le nostre relazioni hanno una storia abbastanza lunga. Siamo tra le civiltà più antiche del mondo che hanno avuto un ruolo fondamentale nell’evoluzione della civiltà dell’uomo. Le relazioni tra i due Paesi continuano ancora, sono molto forti in particolare nell’ambito scientifico, culturale e archeologico.
I nostri Paesi anche nell’ambito della fede hanno dato tanto al mondo. L’Italia come il centro del cattolicesimo e Iran come il centro dell’Islam sciita hanno contributo tanto nell’espansione della fede tra i popoli.
Come Istituto siete promotori anche di importanti eventi culturali, avete in calendario iniziative nel prossimo futuro?
Come ho accennato prima, le nostre attività rientrano nell’accordo culturale tra i due Paesi, le attività di maggiore importanza si realizzano in collaborazione con le istituzioni culturali più importanti d’Italia.
Esempi:
- La catalogazione delle opere museali persiane conservate nei musei italiani.
Sono diverse le opere persiane che sono conservate nei musei italiani, in particolare presso i musei vaticani, l’ex museo dell’arte orientale ed il Museo dell’arte orientale di Torino. Considerando che nessuna delle opere è catalogata in un unico volume e non esiste nessuna banca dati, abbiamo iniziato la catalogazione di queste opere in collaborazione con la prestigiosa Associazione ISMEO (Associazione Internazionale di Studi sul Mediterraneo e l’Oriente) per poter creare un punto di riferimento per studiosi e ricercatori.
- La storia della fotografia in Iran e i fotografi italiani.
Subito dopo l’invenzione della macchina fotografica, questa grande scoperta viene portata in Iran nella corte del Re Naser Din Shah di Qajar e i fotografi italiani nella corte del re hanno lasciato dei capolavori che sono ancora conservati in Iran. Abbiamo pensato di portare la riproduzione di queste opere in Italia che potrebbero interessare al pubblico italiano.
- La presentazione dei vestiti tradizionali delle donne iraniane .
Un altro progetto che abbiamo intenzione di realizzare è la presentazione dei vestiti tradizionali delle donne iraniane delle varie etnie. In Iran vi sono varie etnie che vivono insieme: curdi, arabi, lori, beluci, turchi e i turkmeni. Non dimentichiamoci delle varie religioni che vivono in una convivenza pacifica come ebrei, cristiani e zoroastriani. Ogni etnia e religione ha il suo costume e noi vogliamo portare all’attenzione dei visitatori italiani la bellezza dei vestiti iraniani.
- Sono in corso anche lavori di traduzione e pubblicazione del libro dei proverbi persiani
- La quinta edizione del dialogo interculturale tra l’Iran e l’Italia è un altro progetto da realizzare entro il primo trimestre del 2023.
- La pubblicazione di una selezione della poesia contemporanea persiana è un altro progetto editoriale in corso.
Il ruolo delle donne nella società iraniana è spesso al centro di discussioni confusionarie nel dibattito pubblico europeo. Potrebbe delinearci con maggiore precisione lo status delle donne nella Repubblica Islamica dell’Iran?
Indubbiamente il ruolo della donna nel periodo della rivoluzione e nel periodo della guerra imposta dall’Iraq contro l’Iran è evidente a tutti e non è possibile negare il loro ruolo fondamentale. I diritti delle donne sono previsti anche nella costituzione iraniana e la loro presenza nella società in tutti settori e campi è evidente. Le donne partecipano alla costruzione della società, sono presenti nel parlamento, abbiamo delle donne ministri e la presenza femminile nelle università è molto più forte degli uomini. Le donne costituiscono la metà di ogni società e hanno gli stessi diritti dell’uomo, sono inoltre colonne portanti della famiglia.
Attualmente le donne in Iran non hanno nessun ostacolo per essere presenti nella società iraniana a 360 gradi come gli uomini, il problema nasce quando l’Occidente cerca di imporre il suo modello ad altri paesi come l’Iran.
Per dimostrare la posizione della donna in Iran basti accennare alcuni numeri:
40 % medici donne, 34% dei docenti donne universitari, 56% della popolazione universitaria.
Nell’ambito dello sport le donne iraniane negli ultimi eventi hanno vinto diversi premi tra cui 3302 medaglie vinte.
La presenza di 1121 giudici donne. La presenza delle donne nel parlamento. La presenza di registe e attrici iraniane nei festival internazionali che hanno vinto dei diversi premi.
Gli attuali processi geopolitici sembrano delineare la fine di una gestione delle dinamiche globali su base unipolare, aprendo ad una dialettica multipolare della politica internazionale. Come si posiziona l’Iran davanti a questa nuova prospettiva?
Dopo la Seconda Guerra Mondiale la base del dominio delle Super potenze per raggiungere gli obbiettivi della loro politica estera è stata fondata sul potere militare e la modalità della sicurezza regionale. Gli Stati Uniti, in linea con la loro posizione di politica ostile alla Rep. Isl. dell’Iran fa di tutto per distruggere la nostra immagine, come dichiarare che la nostra nazione sostiene il terrorismo oppure che l’Iran vorrebbe avere le armi di distruzione di massa o ingerenza negli affari dei Paesi della regione.
La posizione dell’Iran contro l’unilateralismo degli Stati Uniti è diventata una grande sfida contro la globalizzazione.
In un sistema post unilateralismo, tutti i Paesi vogliono delle riforme in questo sistema e nessuno può garantire il mondo unipolare quando il mondo diventa multipolare.
Attuali processi sia al livello mondiale che regionale sono indirizzati verso un mondo multipolare ma va considerato che provvedere alla sicurezza e all’ordine in un sistema multipolare non è tanto facile e serve una revisione totale sul sistema attuale.
Il periodo che stiamo vivendo è sicuramente uno dei più complessi degli ultimi decenni; la paura di ciò che non si conosce è spesso motore d’odio tra i popoli e le nazioni (oltre a fattori chiaramente economici), è possibile realmente aprire nuove vie di comunicazione per il futuro o è pura utopia?
Io sono certo che nel futuro le vie di comunicazione saranno più forti. Attualmente le notizie circolano ad una velocità sorprendente, bastano pochi minuti per far sì che una notizia in una parte sperduta del mondo venga pubblicata in pochi minuti in tutto il globo. L’era di oggi è l’era dell’informazione e sicuramente in questo momento storico i media sono in sviluppo costante, mi auguro che nel futuro possa vincere una reale e sincera cronaca dei fatti che avvengono nella società.
Grazie mille ed in bocca a lupo per i futuri progetti
Sono io che vi ringrazio e mi auguro che l’umanità possa vivere in pace e convivenza pacifica.