Lezioni di letteratura russa, lezioni di civiltà
Una censura parossistica
Nel complicato, delicato e imbarazzante posizionamento politico ed etico che ha interessato e interessa ancora tristemente il dibattito sulla cocente e drammatica situazione nell’Europa dell’Est, a riempire per giorni e giorni le cronache dei quotidiani, si è inserita un’altrettanto subdola e dannosa polemica, che ha scomodato l’intoccabile letteratura russa. Parossismo raggiunto con la censura, quantomai fuori luogo e subitamente ritrattata, dell’Università Bicocca e del corso di Paolo Nori (di cui la settimana scorsa ha parlato la nostra collega, ndr).
Quale occasione migliore per ribadire, invece, l’importanza universale della profonda comprensione umana attraverso le manifestazioni culturali, e soprattutto attraverso la letteratura. Nelle situazioni più drammatiche, che siano personali, più condivisibilmente universali, intime o acclamate, la letteratura è un insostituibile veicolo di trasmissione e di comunicazione, per qualsiasi tipo di emozione e sentimento.
Nabokov e la diaspora: Lezioni di letteratura russa in America
Ne è una dimostrazione tangibile, quasi per coincidenza, il percorso dello scrittore russo Vladimir Nabokov (1899-1977). Conosciuto dalla maggior parte quasi “indirettamente”, per la libera interpretazione cinematografica del suo successo letterario Lolita (per la mano di Stanley Kubrick), nelle sue due diaspore americane, da russo che scappa prima dal comunismo, poi dall’Europa nazificata, è forse meno conosciuto per la sua prestigiosa attività di professore universitario al Wellesley College prima e alla Cornell University poi.
“ È difficile – afferma Nabokov in una pagina “volante” dei suoi appunti – astenersi dal sollievo dell’ironia, dal lusso del disprezzo, quando si considera il disastro che mani docili, obbedienti, tentacoli guidati dall’enfio polpo dello Stato, sono riuscite a fare di quella cosa ardente, fantasiosa, libera che è la letteratura”.
Le sue minuziose “vivisezioni” dei capolavori russi diventano il soggetto privilegiato delle sue frequentatissime lezioni americane, raccolte nel 1981 nel poderoso volume Lezioni di letteratura russa (a cura di Fredson Bowers). Proprio l’anno scorso, in occasione del loro anniversario quarantennale, Susanna Zinato e Cinzia De Lotto si sono occupate di curare la traduzione e la riedizione delle lezioni per la casa editrice Adelphi.
Amore e odio: Karamazov e Karenina
Con la stessa meticolosità nabokoviana, le due autrici si sono immerse nella non immediata lettura e comprensione degli appunti dello scrittore, nati per essere letti e fruiti come dispense, di cui mantengono solo apparentemente il sapore di fortuita improvvisazione, frutto invece, ça va sans dire, di uno studio maniacale. Con questo spirito, estremamente professionale e al tempo stesso dissacratorio, Nabokov si approccia ai più grandi colleghi e compatrioti, autori di pietre miliari della letteratura mondiale, mostrando all’America, assuefatta da traduzioni “politically correct” e di parte, la molteplicità delle opinioni sul tema.
Per esempio, il suo odio viscerale per l’autore più idolatrato, e per Nabokov sopravvalutato, della storia di tutti i tempi: Dostoevsky, a discapito di altri secondo lui più meritevoli, come Tolstoj. Dimostrando tuttavia, sempre e comunque con motivate e argute affermazioni, la necessità di affrontare anche gli argomenti più intimamente scomodi del dibattito letterario.
Dell’autore dei Fratelli Karamazov, Nabokov detesta quel fare prolisso, quasi dilettantesco, da scrittore di best seller polizieschi: trama scontata e flebile, infinite e distraenti descrizioni. Si attarda invece, per quasi un terzo del libro, sulle motivazioni che lo portano ad amare ogni singola virgola di Tolstoj e della sua Anna Karenina, che per Nabokov si avvicina al romanzo perfetto sotto tutti i profili (narrativo e stilistico).
Camminando questa mattina per strada, una libreria di seconda mano mostrava questo cartello, su una lavagna nera altrettanto vintage: “Coloro che amano la letteratura non si sentiranno mai soli. Si sentiranno sempre e per sempre amati”. Probabilmente Nabokov non avrebbe dissentito.
Si consiglia dunque caldamente, soprattutto in questo complesso periodo di ricerca stabilità interiore rispetto a tutti gli sconvolgenti eventi circostanti, una lettura approfondita del testamento spirituale dello scrittore russo e del suo sentito omaggio ai suoi esimi predecessori, che sia di riconciliazione con l’universale messaggio della letteratura all’interno della società civile e civilizzata.