Procida Capitale Italiana della Cultura 2022: La cultura non isola

Non nasconde alle agenzie il suo orgoglio e la sua gioia il Sindaco di Procida, Dino Ambrosino, alla notizia della proclamazione dell’isola campana da parte del MIBACT quale Capitale Italiana della Cultura 2022: “è una enorme gioia, Procida è metafora di tante comunità che hanno riscoperto entusiasmo ed orgoglio per i propri territori e vogliono riscattare le proprie terre. Siamo certi che la cultura possa essere un detonatore del piano strategico di rilancio del Paese. Un’occasione straordinaria per una piccola isola, lavoreremo sodo per rendere l’Italia orgogliosa di questa scelta”.
E un’esultanza da stadio sull’isola all’annuncio del Ministro per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, Dario Franceschini, mentre sugli schermi venivano proiettati la commozione e gli abbracci tra i componenti del comitato promotore, alla proclamazione, avvenuta poco prima delle 10:30 del mattino: «Viva Procida che ci accompagna nell’anno della rinascita», ha detto Franceschini.
La scelta è stata operata sulle 10 candidature finaliste, tra le 28 candidate. Oltre a quella di Procida, sono i progetti di Ancona, Bari, Cerveteri, L’Aquila, Pieve di Soligo (Treviso), Taranto, Trapani, Verbania Lago Maggiore e Volterra ad essere stati presi in esame dalla Giuria, presieduta dal Professor Stefano Baia Curioni, che ha designato Procida, alla presenza del Ministro Franceschini. Il presidente di Giuria ha comunicato la scelta del progetto isolano – La cultura non isola, questo il nome del dossier presentato da Procida – sottolineando nel contempo come tutti i territori in gara abbiano avuto comunque il merito di aver posto la cultura al centro delle loro iniziative di sviluppo e crescita territoriali, una impostazione che sarebbe auspicabile venisse emulata.
La cultura non isola
La cultura non isola, perché per i promotori che hanno immaginato il percorso che ha portato alla creazione e consegna del dossier di candidatura proprio “la terra isolana è luogo di esplorazione, sperimentazione e conoscenza, è modello delle culture e metafora dell’uomo contemporaneo. Potenza di immaginario e concretezza di visione ci mostrano Procida come capitale esemplare di dinamiche relazionali, di pratiche di inclusione nonché di cura dei beni culturali e naturali; è una significativa esperienza di innovazione sociale, per la centralità di un modello di vita urbana attiva, orientata alla cultura e ai desideri della comunità. Procida è l’isola che non isola, laboratorio culturale di felicità sociale“.
Tra le congratulazioni pervenute a Procida e al suo Sindaco per il successo ottenuto dalla candidatura dell’isola, quella del Sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, che ha parlato di “sfida fantastica”. Complimenti anche dal Ministro per gli Affari Esteri Enzo Amendola che ha definito la vittoria di Procida “un’enorme opportunità per l’isola e per la Campania”. Anche il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha espresso soddisfazione per quello che ha definito “un progetto bellissimo” per la proiezione della regione sullo scenario internazionale. Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, alle prese con le comunicazioni alla Camera sulla crisi di Governo, ha suscitato un grande applauso in aula con la comunicazione della designazione di Procida: “Prepariamoci a visitare Procida: è la capitale italiana della cultura 2022”.
Le reazioni delle altre città candidate
La Sindaca di Verbania, Silvia Marchionini, in una nota all’agenzia Ansa, non nasconde la delusione, ma non lesina complimenti alla vincitrice e si dice comunque soddisfatta per aver fatto parte della rosa dei dieci progetti finalisti per il titolo. Nulla andrà comunque sprecato, ha assicurato, del patrimonio di idee e di relazioni per il futuro culturale del territorio accumulato durante i mesi di predisposizione del dossier.
Il primo cittadino di Taranto, Rinaldo Melucci, manifesta rimpianto e delusione, ma anche l’orgoglio di essere entrati, con l’Unione dei Comuni della Grecia Salentina, tra le città favorite per la designazione ed avere avuto l’opportunità di lavorare al dossier, oltre che una visibilità non usuale.
Complimenti a Procida e a tutte le finaliste dal Sindaco de L’Aquila, Pierluigi Biondi, anche lui proiettato verso il futuro e a conservare l’energia costruita per i prossimi mesi, da spendere al meglio sul territorio abruzzese.
Da Ancona, la Sindaca Valeria Mancinelli sceglie Facebook per complimentarsi con la comunità dell’isola vincitrice, assicurando nel contempo che la città continuerà egualmente a portare avanti il progetto di crescita e di sviluppo immaginato.
E Volterra si consola definendosi almeno “capitale regionale della cultura per il 2022”. Così nelle parole di Eugenio Giani, Presidente della Regione Toscana, anche lui immaginando di continuare comunque, senza soluzione di continuità, a lavorare al progetto di rigenerazione sociale e innovazione culturale impostato ai fini della candidatura: “Non c’è futuro senza cultura”, avrebbe concluso.

Le motivazioni per la scelta di Procida
Nelle motivazioni della Commissione per la designazione di Procida lette dal ministro Franceschini – si legge in una nota – si afferma che “il progetto culturale presenta elementi di attrattività e qualità di livello eccellente. Il contesto di sostegni locali e regionali pubblici e privati è ben strutturato, la dimensione patrimoniale e paesaggistica del luogo è straordinaria, la dimensione laboratoriale, che comprende aspetti sociali e di diffusione tecnologica è dedicata alle isole tirreniche, ma è rilevante per tutte le realtà delle piccole isole mediterranee“.
Un combinato disposto di più fattori, quindi, ha condotto alla scelta di Procida, che potenzialmente può rappresentare un modello di sviluppo sostenibile per tutte le realtà isolane e costiere del Paese. Per Franceschini la designazione di Procida è un segnale di ottimismo e fiducia nel futuro, attraverso un’idea, quella della designazione di una capitale italiana della cultura, nata nel 2014 proprio per stimolare percorsi virtuosi di valorizzazione di tutti i comuni. Sì, perché i comuni d’Italia, come ha voluto sottolineare il Presidente dell’Anci, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, Antonio Decaro, non si sono fermati durante la pandemia al solo contrasto della emergenza, ma hanno continuato ad immaginare e programmare il futuro.
I colori di Procida
I colori di Procida sono il suo biglietto da visita quando la si raggiunge dal mare. Definita come la “perla” del Golfo di Napoli, con una superficie di circa 4 chilometri, è una delle due isole Flegree, insieme all’isolotto di Vivara che rientra nel suo Comune. Solo un piccolo ponte collega le due isole. Nove le “grancie” del borgo abitato di Procida: Terra Murata che è il borgo più antico, Corricella, il borgo tipico dei pescatori, Sent’cò con il porto commerciale di Marina Grande, San Leonardo, Santissima Annunziata, o Madonna della Libera, Sant’Antuono, Sant’Antonio e Chiaiolella, porto turistico situato a sud dell’isola.

Tra le sue attrazioni più note la chiesa di San Tommaso d’Aquino che custodisce la statua lignea del Cristo morto realizzata da Carmine Lantriceni, il Castello D’Avalo, il Palazzo Bormioli e l’Abbazia di San Michele. Mentre tra le ipotesi sulle origini del nome Procida c’è quella che lo fa risalire al greco “proketai” (giace) per la morfologia dell’isola che la fa sembrare giacere, appunto, indolentemente coricata nel mare.
Procida è un affastellarsi di casette colorate, antichi palazzi, vedute mozzafiato, vigneti, limoneti, spiagge sabbiose e, naturalmente, mare. Set cinematografico a cielo aperto, è stata scelta come location da diversi registi per oltre 35 pellicole, per i panorami e la tipica architettura mediterranea: tra le più famose, anche per la prematura scomparsa di uno dei suoi protagonisti, Massimo Troisi, attore molto amato dal pubblico, quella del film Il postino del 1994, girato tra Procida e Salina.
Procida è anche “L’isola di Arturo”, Premio Strega nel 1957, di Elsa Morante. In due righe del romanzo un appello quanto mai attuale, quello alla coesione sociale, all’uguaglianza, all’unità: “A uno non basta la contentezza di essere un valoroso, se tutti quanti gli altri non sono uguali a lui, e non si può fare amicizia. Il giorno che ogni uomo avrà il cuore valoroso e pieno d’onore, come un vero re, tutte le antipatie saranno buttate a mare. E la gente non saprà più che farsene, allora, dei re. Perché ogni uomo, sarà re di sé stesso!!”. In questi tempi di isolamento e immobilità, fa piacere indugiare un po’, almeno con la fantasia, nelle bellezze del nostro incredibile Paese e nella sua cultura e constatare che in Italia, comunque, tutto immobile non è.