A Padova, Impressionisti mai visti in Italia

Non fosse per il rinnovo del museo che la ospita a Copenaghen, i capolavori della Collezione Ordrupgaard non sarebbero giunti a Padova, dove sono in esposizione al Palazzo Zabarella fino al 27 gennaio 2019, in esclusiva per l’Italia. La collezione, creata ai primi del Novecento dal danese Wilhelm Hansen e da sua moglie Henny, raccoglie le più grandi firme dell’Impressionismo francese. Negli anni tra il 1916 e il 1918, Hansen, uno dei più importanti uomini d’affari della sua epoca, riuscì a radunare una serie di dipinti senza paragoni nell’Europa settentrionale, opere di Manet, Monet, Renoir, Cézanne, Sisley, Gauguin.
Il lavoro per la compagnia di assicurazioni la Populaire, da lui fondata, lo portava spesso a Parigi, dove nel tempo libero s’interessava d’arte e visitava gallerie e musei. Nel 1915 cominciò a pensare a progetti concreti per creare una collezione di arte francese da aggiungere a quella di artisti danesi e l’anno dopo fece i primi acquisti: “Il ponte di Waterloo, nuvoloso” di Monet e il “Ritratto di Marie Hubbard” di Berthe Morisot. Direttamente dalla vedova di Gauguin, comprò “La piccola sogna”, dipinto da Paul quando ancora lavorava nell’agenzia di cambio e dipingeva di notte.
Wilhem Hansen scelse come consigliere Théodore Duret, uno dei più importanti critici d’arte di Parigi che aveva pubblicato una lunga serie di opere sui pittori impressionisti, fu lui che gli rese possibile l’acquisizione del “Cesto di pere” di Manet quando ormai i dipinti del maestro non si trovavano più. Questa natura morta divenne uno dei quadri preferiti da Hansen che in occasione delle cene a casa sua lo mostrava agli ospiti come “un altro dessert dopo il gelato”. Egli stimava moltissimo Duret e nelle lettere scritte alla moglie non mancava di raccontarle i piacevoli pranzi insieme al critico ciarliero e spiritoso e che lo incuriosiva raccontando episodi della sua vita con Manet, Morisot, Caillebotte.
Ogni lunedì, Hansen apriva la propria collezione al pubblico nella nuova galleria d’arte appositamente costruita a Ordrupgaard, nella periferia di Copenaghen. Nel discorso tenuto all’inaugurazione, il 14 settembre 1918, promise di donarla allo stato danese ma la donazione spettò alla moglie Henny dopo la morte del marito, i cui rapporti con il governo si erano guastati.
L’allestimento di Palazzo Zabarella cerca di riproporre quello della sede danese dedicando la prima parte alle grandi firme del Romanticismo: Ingres e Delacroix; seguono i paesaggi di Corot, Courbet, Sisley, pittura en plein air che rende la spontaneità e la poeticità dei luoghi. Con le vedute parigine di Pissarro si entra nel clima urbano della Rue Saint-Lazare e Rue Saint-Honoré, riprese dalle finestre delle camere d’hotel che il pittore affittava appositamente per le sue vedute dall’alto. Colori freddi, blu e verde, per le Bagnanti di Cézanne, una delle tante variazioni sul tema del bagno che lo appassionò per tutta la vita. È un universo tutto femminile quello firmato da Manet, Morisot, Renoir, volti valorizzati dalla luce con sguardi sfuggenti o provocanti come quello di Madame Marie Hubbard di Berthe Morisot, unica pittrice femmina ad affermarsi nella cerchia degli Impressionisti.
Wilhelm Hansen amava la pittura di Gauguin e ne acquistò un gran numero di opere, del maestro ammirava lo stile individuale, la pittura primitiva, il mondo visionario, i nuovi colori. Ben otto le tele in mostra, dai paesaggi di Pont-Aven a quelli delle Isole Marchesi e due tele dipinte nella casa gialla di Arles nel suo soggiorno fallimentare ospite di Van Gogh.
“Gauguin e gli Impressionisti. Capolavori dalla collezione Ordrupgaard” a cura di Anne-Birgitte Fonsmark, direttrice del museo di Ordrupgaard, e Fernando Mazzocca, presidente e direttore culturale di Fondazione Bano, è organizzata da Ordrupgaard, Copenaghen, Fondazione Bano e Comune di Padova.
È visitabile da martedì a domenica 10.00-19.00. Ingresso intero € 13,00, ridotto € 11,00. Catalogo realizzato da Marsilio www.palazzozabarella.it
- Corot, 1835, Il mulino a vento
- Monet, 1903, Il ponte di Waterloo nuvoloso